Le telecamere della stazione di Porta Susa, come riporta il sito Torino Today, confermerebbero la volontà della ragazza di perdere la vita”
Una mattina qualunque, Beatrice, anni 15, “ha deciso” di fermare la sua vita e lo ha fatto forse nel modo peggiore: <la ragazza si è lasciata cadere sotto il convoglio in arrivo>;
In questa tragedia il come sia successo purtroppo conta e non poco: Bea è volata via in un secondo come se per gli altri non contasse nulla o comunque qualcosa di poco conto.
Mi sono imbattuta in un articolo dove spiegava la notizia cosi:
< Beatrice suicida > Nel suo diario scriveva <TROPPO GRASSA PER…>
Nelle ultime parole mi si è fermato il battito, e ho pensato a quante volte io mi sia sentita dire di essere grassa o tanti altri epiteti che eviterò di ripetere. Fa male pensare che la gente non si accorga quando questi “consigli” siano in realtà dei giudizi superflui,inopportuni e non richiesti.
Imbarazzanti sono quelli che non vogliono dirti che sei “grassa” ma te lo fanno capire in tutti i modi possibili, lasciando in te quel senso di sporco e disagio (tipico esempio sono gli sguardi straniti delle commesse che ti vedono provare un vestito e secondo il loro giudizio non dovresti indossarlo), come se io non sapessi il mio essere.
Ho passato una vita a sentirmi sbagliata e di conseguenza a giustificare i miei kg, come se il mio corpo fosse un qualcosa di dominio pubblico.
Il “ciccione”per troppa gente al giorno d’oggi viene visto uno zimbello; qualcosa su cui deriderci sopra; considerati sempre colpevoli del loro essere grassi.
Mentre scrivo, mi gironzola in testa una frase che un supereroe di un cartone (esattamente nightcrawler degli xman), disse:”io la gente non la odio, la compatisco e sai perché? La maggior parte della gente non riesce ad andare aldilà di quello che vede con gli occhi; io forse non ho sentimenti, mani, cuore, organi come qualsiasi altro essere umano?, se questo non riescono a vederlo non è colpa mia, ma è colpa loro, io sono come tutti gli altri”
Se Bea fosse ancora tra noi le avrei voluto dire che da grande sarebbe potuta dimagrire se avesse voluto questo e che sarebbe potuta diventare tutto quello che voleva anche da ‘grassa’; che la sua vita non doveva essere condizionata da una bilancia.
Voglio poter urlare non solo a Bea (che non potrà più ascoltare), ma a tutte quelle ragazze che pensano che il suicidio sia un arma da adottare per questo mondo infame, che No, non è cosi.
Il tempo vi darà la giusta consapevolezza e forza per poter decidere di essere chi meglio crediate, esattamente quel tempo e quella forza che Bea non ha mai avuto. Siate libere, fatelo per quella ragazza di Anni 15,che buttandosi sotto quel binario chiedeva la libertà di essere “BEATRICE”.
Martina Miraglia raineii