Il soggetto che gestisce questi centri si deve iscrivere nell’Albo Nazionale Gestori ambientali. Una sorta di esercito con le sue divisioni (categorie) ognuna dedita a un segmento di attività e per iscriversi occorre avere meriti, rispettare modalità e criteri. Cosa seria insomma.
Se pensate ai ferraioli che con i loro Ape girano a raccattare rottame di ferro, dovete immaginare la categoria 1 dove sono iscritte tutte le varie Amiu e dove la legge indica anche i Gestori di Centri di Raccolta.
Il centro di raccolta deve essere ubicato in un luogo che sia facilmente raggiungibile anche in auto e in città per consentire l’accesso agli utenti e anche dei grandi mezzi destinati alla raccolta degli scarrabili, quei grandi contenitori pieni di materiali omogenei.
Una raccomandazione di eco-sostenibilità che occorre rispettare: il centro di raccolta deve essere allestito nel rispetto di tutte le norme vigenti in materia di tutela della salute dell’uomo e dell’ambiente, nonché di sicurezza sul lavoro.
Le operazioni ivi eseguite non devono creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la fauna e la flora, o inconvenienti da rumori e odori né danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.
Il Centro deve essere agibile anche per un giro di auto
Questo esclude che si allestisca un’area piccola. Immaginate di aver caricato in auto una lavatrice; con l’auto dovete posizionarvi il più vicino allo scarrabile dove ci sono i cosiddetti Raee bianchi e con l’aiuto del personale che avrà carrelli e altro si deposita l’elettrodomestico.
Il pavimento del centro – e questa è una raccomandazione eco-sostenile – deve essere pavimentato con materiale tipo industriale per la raccolta dell’acqua piovana che, dilavando tracce di pneumatici ed eventuali percolati delle varie frazioni, porti tutto ad un impianto di depurazione evitando di inquinare il suolo.
Un’altra regola del layout, riguarda la tutela del paesaggio: la recinzione non deve essere inferiore a due metri – non che deve essere per forza di due metri come spesso vedo in giro come una sorta di adeguamento al minimo – e poi subito all’interno una barriera fatta da siepi o alberi e altre schermature che impediscano la visione dell’interno dell’impianto; verde da manutenere sempre. Occhio non vede e cuore non duole e per il naso? Opportune accortezze per evitare brutti odori.
Il Centro deve essere adeguatamente illuminato con cartellonista che indichi che tipo di rifiuto si conferisce e tutte le altre indicazioni: orario di apertura, gestore, norme di comportamento,ecc.
All’interno ci devono essere zone di conferimento con rampe per il deposito di ingombranti, altre interrate, platee impermeabilizzate, aree coperte per alcune frazioni come pitture e solventi, ecc, sistemati in contenitori posti su superficie impermeabilizzata e dotata di opportuna pendenza, in modo da convogliare eventuali sversamenti accidentali ad un pozzetto di raccolta, a tenuta stagna; in alternativa ciascun contenitore destinato al conferimento dei rifiuti liquidi pericolosi deve avere una vasca di contenimento con capacità pari ad almeno 1/3 di quella del contenitore.
Un centro di raccolta con un direttore d’orchestra che è il responsabile del centro
dove tutto deve essere sistemato in modo adeguato per frazioni omogenee, per esempio lo scolapasta della sora Maria andrà nello scarrabile della plastica ad alta densità, e il vetro della cornice del nonno nel cascame di vetro e non in quello delle bottiglie e dei vasetti. Una rivoluzione!
Terzo capitolo / Centri di raccolta rifiuti: tutti per uno
Secondo capitolo / Centri di raccolta rifiuti – Storia di un decreto-legge piccolo piccolo
Primo capitolo / Centri di raccolta rifiuti, questi sconosciuti
Redazione Corriere di Puglia e Lucania
L’articolo Centro di raccolta rifiuti – La legge indica il layout che vuoi di più? è già apparso su Il Corriere Nazionale.