Del 24 Febbraio 2024 alle ore 17:52
A lanciare l’allarme su una tipologia di truffe che sta sempre più prendendo piede sono Adiconsum e First Cisl Venezia, che allertano i cittadini, sopratrutto quelli anziani. “Non fornite i dati personali”
di Andrea Mari
VENEZIA – Attenzione alle truffe che sono sempre più sofisticate e che spesso, apparentemente, viaggiano proprio attraverso il numero con cui solitamente siamo abituati a ricevere messaggi dalla banca. Un messaggio, che parla di un pagamento in sospeso da autorizzare, di una carta di credito bloccata oppure di un bonifico in uscita, e poi la richiesta di dati personali. A lanciare l’allarme sono Adiconsum e First Cisl Venezia, che avvertono: “Fate attenzione a non rilasciare i dati personali”. E denunciano un “boom di truffe attraverso i telefonini, anche centinaia al mese, non solo tramite i classici messaggi sms, ma anche via Whatsapp“. Il risultato è che le persone “si vedono ‘prelevare’ anche alcune migliaia di euro“. Tanto per citare due casi avvenuti di recente in Veneto (ma ce ne sono in tutta Italia), un 64enne di Jesolo e una 60enne di Venezia in questo modo sono stati derubati rispettivamente di 4.000 e 2.500 euro.
COME FUNZIONA LA TRUFFA
Ecco come avvengono le truffe: le modalitò sono “quasi sempre le stesse: di solito viene mandato all’utente un messaggio-civetta che lo informa del blocco della carta di credito, oppure di un’operazione di bonifico in uscita da bloccare, o ancora di un pagamento da confermare, con la richiesta di dati personali”. Il tutto aggravato dal fatto che “negli anni i malviventi si sono sempre più affinati, riuscendo addirittura a clonare il numero di cellulare che la banca usa per le informazioni verso i clienti”. Come spiega il segretario della First Cisl veneziana Matteo Cavallin, “gli sms invitano la vittima a cliccare su un determinato link, e una volta fatto questo la persona è convinta di comunicare con il proprio istituto bancario e fornisce le informazioni richieste, come codici, numeri di conto corrente e credenziali d”accesso“.
LA CHIAMATA DEL FINTO OPERATORE
Ed ecco che qui scatta la truffa, perché “si viene chiamati da un finto operatore, che convince la vittima di essere in contatto con il suo reale gestore e quindi a fornire le informazioni richieste”, che consentono ai truffatori di prelevare i soldi dal suo conto prelievo bancario. Due casi simili sono avvenuti di recente ai danni di un 64enne di Jesolo e di una 60enne di Venezia, che sono stati derubati rispettivamente di 4.000 e 2.500 euro e si sono poi rivolti ad Adiconsum, che assieme a First Cisl consiglia di “non cliccare sul link sospetto e di contattare la filiale o il call center della banca”, oppure, se il raggiro si è già consumato, di “sporgere denuncia, fondamentale in sede di arbitrato”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it
L’articolo “Deve autorizzare un pagamento”, e scatta la truffa da migliaia di euro è già apparso su Il Corriere Nazionale.