Dall’aspetto grassoccio e bonario, con zampe corte e una gran testa, l’ippopotamo riesce a trarre in inganno: ma chi lo conosce bene, sa che può essere pericoloso…
Per esempio, gli stessi leoni lo fronteggiano malvolentieri se non sono in parecchi; e quando gli ippopotami sono in branco, possono riuscire ad abbattere un elefante.
Può capitare di vedersi rovesciare tranquillamente una barca, perché nuotano sotto senza farsi vedere e poi vengono a galla alzando la testa, con risultati immaginabili. E’ accaduto a noi in Etiopia sul Lago Tana, il cui emissario è il Nilo Azzurro; meno male che la vicenda si è conclusa per pura fortuna senza troppe conseguenze…
Sapevamo della presenza di molti ippopotami, ma non eravamo abbastanza informati sulle loro abitudini.
Abbiamo noleggiato una barca a riva, e siamo partiti verso l’isolotto che è un monastero e ospita l’Arca dell’Alleanza (come affermano i sacerdoti della Chiesa ortodossa etiope): a metà del tragitto, con nostra sorpresa abbiamo iniziato a traballare senza poterne capire il motivo. Ma l’abbiamo capito appena la barca ha oscillato molto pericolosamente, dell’acqua è entrata dentro e le onde ci hanno bagnati. Ci è sfuggito un grido, quando abbiamo visto emergere un ippopotamo vicino a noi (ohibò, che paura…).
Tutto è andato bene, comunque, e la gita è finita felicemente -abiti fradici a parte-.
Eppure l’ippopotamo non è aggressivo: è erbivoro, infatti. Ciò che lo rende infido è la mole (fino a 4 mt di lunghezza e altrettante tonnellate di peso), e l’abitudine a nuotare sott’acqua appunto. E può mordere con una forza pari a quasi 130 Kg per cm quadrato.
L’Hippopotamus amphibius non si trova in Africa settentrionale ed è scomparso dall’Egitto per esempio, ma lo si può trovare in Sudan; è diffuso comunque in un areale molto esteso, soprattutto nelle zone subsahariane e sudafricane. Può salire fino a 2000 mt, confermando così la sua adattabilità. Un mammifero davvero interessante, ma è meglio fare attenzione.
Sandra Fallaci©
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