Del 12 Febbraio 2024 alle ore 13:26
Un contributo del segretario della democrazia cristiana Angelo Sandri al convegno sulla figura di Blaise Pascal promosso a Potenza dall’Azione cattolica potentina *
Carlo Priolo / Roma Capitale
A cura di Dott. CARLO PRIOLO (Roma Capitale), Giornalista professionista – Sociologo – Storico
Segretario regionale del Dipartimento < Sviluppo – Comunicazione > della Democrazia Cristiana della Regione LAZIO componente del Consiglio nazionale e della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana
Angelo Sandri / Udine
L’interessante convegno che avrà luogo questa sera (12-02-2024, con inizio alle ore 19.30) in quel di Potenza (parrocchia di Santa Maria del Sepolcro – Piazzale Aldo Moro n. 15) e promosso dall’Azione Cattolica potentina è senz’altro di notevole rilevanza ed ha il merito di richiamare l’attenzione sulla figura del filosofo francese Blaise Pascal in occasione del quarto centenario dalla sua nascita.
Il Segretario politico Nazionale della Democrazia Cristiana Dott. Angelo Sandri (Udine) ha voluto inviare al programmato convegno dell’Azione Cattolica potentina un suo breve contributo.
<< Le Lettere a un provinciale, meglio note come “Le provinciali”, sono una serie di lettere intercorse tra due personaggi fittizi.
L’opera fu scritta da Blaise Pascal a partire dal 1656, in occasione della censura pronunciata nei confronti di Antoine Arnauld e della sua radiazione dalla Sorbona
Le Lettere a un provinciale (Lettre sécrites par Louis de Montalte à un Provincial de sesamis et aux R.R. Pères Jésuites), ai più note come Le provinciali, sono una sequenza di lettere (per l’esattezza diciotto in tutto) che sarebbero state inviate reciprocamente tra due personaggi fittizi (Louis de Montalte e un amico che vive in provincia, cioè lontano da Parigi e dagli ambienti – principalmente quelli della Sorbona – che fanno da sfondo alle questioni teologiche e morali dibattute nel testo).
L’opera fu scritta appunto da Blaise Pascal (nato nel 1623 e deceduto nel 1662) a partire dal 1656, in occasione della censura pronunciata contro Antoine Arnauld e il suo conseguente allontanamento dalla Sorbona.
Le lettere furono pubblicate sotto falso nome e attribuite allo stesso Montalte.
La prima lettera, datata 23 gennaio 1656, ebbe immediatamente un enorme successo, relativamente ad un pubblico molto appassionato dai temi della salvezza e della grazia, così come erano discussi animatamente tra Giansenisti e Gesuiti .
Pascal, che non era teologo di professione, per la stesura delle Provinciali si avvalse dell’aiuto dello stesso Arnauld e di Pierre Nicole.
Probabilmente proprio l’approccio non specialistico alla questione fu una delle cause che determinarono il grande successo dell’opera già tra i contemporanei e che resero < Le provinciali > un testo chiave per la definizione della moderna letteratura francese.
L’atteggiamento di Montalte nella discussione è quello di chi si dispone ad intendere una questione senza pregiudizi di sorta, partendo da una sorta di felice ignoranza quasi @socratica@, configurando, in tal modo, una sorta di illuminismo @ante litteram@.
Una situazione in cui tanto chi scrive (Montalte), quanto chi legge (il provinciale), parte da una condizione di uguale ignoranza ma vuole, proprio servendosi della semplice ragione comune ad entrambi gli interlocutori, arrivare a una conclusione condivisa !
Ma tale illuminismo sembra paradossalmente riferirsi alla tradizione, contro la novità (soprattutto in tema di morale) che sembrava essere rappresentata dagli autori della Societas Jesu o, comunque, di coloro che erano legati al molinismo.
Per quanto più prossimo alle tesi degli agostiniani, Montalte si tiene sempre nei termini di un’accorta e prudente neutralità: se pur condanna gli eccessi di lassismo dei Gesuiti, tesi ad associare le possibilità dell’uomo di salvarsi dalla dannazione eterna al libero arbitrio di ciascuno, egli non mostra di aderire acriticamente alle posizioni di Port/Royal.
Come note le lettere, pubblicate man mano dall’autore, sono state divise in blocchi che si riportano per memoria.
Le prime dieci seguono lo schema di resoconti di incontri con dotti casuisti; talvolta Montalte è accompagnato da un amico giansenista. Questi confronti di Montalte con i casuisti sono creati proprio allo scopo di illuminare l’amico di campagna sulle questioni più scottanti discusse in città tra gli intellettuali.
Il blocco di lettere successivo, dall’XI fino alla XVI, include missive rivolte direttamente ai “reverendi padri gesuiti”: dallo schema “ad intervista” delle prime dieci, si passa a lettere dal tono nettamente requisitorio.
Le ultime due lettere (la XVII del 23 gennaio 1657 la XVIII del 24 marzo) sono rivolte direttamente al gesuita padre Francois Annat, il confessore del re, che aveva in precedenza polemizzato con Montalte nel libello La bonne foidesjansénistes (La buona fede dei giansenisti).
La prima edizione in volume delle Provinciales è a cura di Pierre Nicole e appare già nel 1657.
Nel 1658, Pascal proseguirà la sua opera epistolare con un abbozzo di diciannovesima lettera. Collaborerà, inoltre, alla stesura dei cosiddetti < Scritti dei curati di Parigi >, opera, questa che voleva essere una risposta al libro del gesuita Georges Pirot / Apologie pour les casuistes contre les calomnies de sjansénistes (Apologia per i casuisti contro le calunnie dei giansenisti), che verrà messa all-indice nel 1659.
Nella primavera del 1658, viene pubblicata la prima edizione in traduzione latina delle Provinciali, sempre a cura di Nicole, sotto lo pseudonimo di Wendrock (Willelmus Wendrockius, Salisburgensi stheologus).
Quest’edizione registra anche una serie di correzioni e integrazioni delle citazioni contenute originariamente nel testo pascaliano.
Nel 1966 re Luigi XVI fece ordinare la distruzione delle Lettere provinciali, a suo parere contrarie alla fede cristiana.
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L’articolo Contributo del segretario della Democrazia Cristiana Angelo Sandri sulla figura di Blaise Pascal a Potenza è già apparso su Il Corriere Nazionale.