La Democrazia Cristiana italiana esprime unanimemente commozione e dolore per la scomparsa della Senatrice Maria Fida Moro, figlia primogenita dell’On. Aldo Moro
Se ne fa interprete il Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana Dott. Angelo Sandri )di Carlo Priolo 7 febbraio 2024
Sen. Maria Fida Moro
Maria Fida Moro è la madre di Luca Moro, il nipote indicato nelle lettere dal carcere brigatista dove si trovava prigioniero politico il Prof. Aldo Moro, che porta il cognome del nonno su espressa richiesta, all’epoca aveva due anni.
Maria Fida Moro è stata eletta al Senato della Repubblica in Puglia alle elezioni politiche del 1987 con la Democrazia Cristiana che abbandona nel 1990, passando al gruppo di Rifondazione Comunista, come indipendente, nel quale resta fino al novembre 1991. Poi nel 1993 transita al Movimento Sociale Italiano, viene candidata a Sindaco di Fermo, ottenendo il 5,4%. Attiva per la costituzione di Alleanza Nazionale. Sua la realizzazione nel 1998 dello spettacolo teatrale “L’ira del sole, un 9 di maggio”, da lei scritto assieme ad Antonio Maria Di Fresco e interpretato assieme al figlio Luca grazie alla produzione del Teatro Biondo Stabile di Palermo.
Nel 1999 è candidata con Rinnovamento Italiano – Lista Dini, raccogliendo numerose preferenze in Italia meridionale e centrale, non venendo eletta. Nel 2007 dichiara d’essere molto vicina al Partito Radicale, a cui ha aderito nel 2008. Fonda l’Associazione Radicale “Sete di verità – che attraversa le nostre vite”, l’intenzione è quella far emergere le verità negate sul caso Moro e annullare quella informazione manipolata dei giornali di regime, che devono rispondere agli interessi dell’editore; segnalare le c.d. “disattenzioni” delle istituzioni; denunciare l’eterno silenzio coatto delle vittime e degli ultimi ad avere voce ed ascolto. Il 19 luglio 2010 è stata l’unica tra i figli a non partecipare al funerale della madre, Eleonora Moro, a causa di dissidi con i fratelli. Ha subito tre pre-infarti e ha sofferto di alcuni tumori, con ben 26 ricadute in 34 anni. Maria Fida Moro nel 2013con il figlio ed altri. ha fondato un movimento cristiano sociale denominato “Dimensione Cristiana con Moro”, ispirato alla politica dello statista democristiano. In occasione delle elezioni amministrative del 2016 a Roma, si è candidata per la carica di consigliere comunale in Campidoglio, come capolista di “Più Roma – Democratici e Popolari“, lista centrista formata da Centro Democratico e Democrazia Solidale, a sostegno del candidato Sindaco Roberto Giachetti , ma non viene eletta. Ci lascia il 7 febbraio 2024.
Il Prof. Aldo Moro, nel dicembre 1963 (IV legislatura, 1963 – 1968) divenne presidente del Consiglio, formando per la prima volta, dal 1947, un governo con la presenza di esponenti socialisti. All’età di 47 anni, fu il più giovane presidente fino ad allora della storia repubblicana.
Le famose “convergenze parallele” del compianto Prof. Aldo Moro che nessuno ha capito, ma che sono appunto le parallele delle geometrie non euclidee, costituiscono l’espressione geniale del nume tutelare della Democrazia Cristiana, che marca la incolmabile distanza spirituale tra la fonte ispiratrice dei militanti democratici cristiani e le altre formazioni politiche di altre e diverse ispirazioni.
La sostanziale e reale democrazia non può esserci se non è cristiana ed infatti ancora non c’è in nessun territorio abitato dall’uomo, ma il partito della Democrazia Cristiana è impegnato a portarla ovunque
Aldo Moro
con la formula fisico-matematica parallela e convergente come quella di Einstein. E’ sufficiente leggere il suo pamphlet “Come io vedo il mondo”.
La caratteristica che contraddistingue i postulati e gli assiomi della geometria di Euclide, secondo le idee del tempo, è l’essere asserzioni la cui verità è garantita dall’evidenza. Secondo Euclide, l’evidenza è una caratteristica dei primi quattro postulati degli Elementi: basta infatti usare riga e compasso; inoltre essi restano validi se ci si limita a una porzione finita di piano.
L’eminentissimo Prof. Aldo Moro è stato assassinato per mandato dagli stessi che fingevano di proteggerlo con esecuzione di istruiti illusi brigatisti convinti di salvare il mondo uccidendo innocenti, vittime di quello stesso criminale ed affaristico dominio dei potenti del mondo che da sempre saccheggiano e rapinano le poche ricchezze dei molti che lavorano e con immani sacrifici consentono a tutti di avere pane ed acqua.
Se avessero seguito le parole del Signore e provato ad abitare le sconfinate galassie del SACRO e avessero ascoltato il pianto del nato proveniente dall’alba cosmica, avrebbero compiuto la più grande rivoluzione della storia dell’uomo.
E’ visibile e predominante l’influenza profondamente sentita nell’Italia già prossima a tramontare per il prepotente avvento dei moderni farisei, degli abusivi detentori di posizione di vertice nella gerarchia della struttura del potere. Visibile più che nel mito di uno Stato primitivo e perfetto dell’uomo, al quale non tende, ma al quale aspira con nostalgia inquieta di un Paradiso perduto nell’afflato di libertà e nel vigoroso senso dell’individuo che pervade lo schema ancora incerto del divenire storico.
Diversamente da quanto sostengono gli esegeti, Dio ha consentito che Suo Figlio fosse assassinato dagli uomini per dimostrare che l’essere umano vive nel peccato eterno e non può redimersi salvo un atto di fede incondizionata alla Grazia e alla Misericordia e genuflettersi al servizio del Nato, il simbolo imperituro del Creato, al quale la Madre, la Grande Madre Natura, Conceptio Homini, l’Annunciazione, la Madonna, dà la vita eterna in terra come in cielo.
INRI Iniziali dell’iscrizione Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum «Gesù Nazareno Re dei Giudei», che, secondo i Vangeli, fu fatta mettere da Pilato, per dispregio, sulla croce di Cristo, in tre lingue (ebraico, greco, latino). PontiusPilatus). Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 versetti 16-22, leggiamo:
“Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: «Il re dei Giudei», ma: «Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei»», rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».”
Continuare a sostenere che l’unità tra le genti sia reale rappresenta una allitterazione che deve essere sostenuta da fatti storici che devono provarla oltre ogni ragionevole dubbio per non cadere in quelle pericolose liturgie istituzionali che allontanano la convivenza civile e portano a divisioni pericolose. Anche durante la recente pandemia è stato ripetuto con continuità che uniti si superano le avversità e nessuno sarà lasciato solo.
Purtroppo queste affermazioni appaiono infelici, in quanto per la legge dei grandi numeri queste apprezzabili aspirazioni non si possono verificare.
La dirompente esplosione della guerra ha disintegrato con intensità maggiore queste sciagurate dichiarazioni e l’invocata unità in tempi di guerra combattuta sul campo da due antagonisti e sostenuta una parte dall’esterno con invio di armi, equipaggiamenti e viveri spinge a sostenere che la differenziazione delle posizioni, invece di una improbabile unità, potrebbe aiutare a trovare un interlocutore credibile per invitare le parti a trovare un accordo, attraverso il negoziato.
Se diversamente si cerca l’unità di intenti, si continua ad inviare armi ad una parte, si accusa l’altra parte dei crimini più feroci, appare illogico continuare a sostenere che occorre da subito ricercare la pace per evitare la morte di donne e bambini.
L’articolo Unanime cordoglio di tutta la dirigenza nazionale della Democrazia Cristiana per la scomparsa della senatrice Maria Fida Moro. è già apparso su Il Corriere Nazionale.