di Francesca Girardi
In alcune situazioni capita di provare la ristretta sensazione di non avere scelta, o meglio, di non poter scegliere. L’incertezza e il dubbio porta ad agire in maniera non del tutto costruttiva; si sceglie la via che apparentemente sembra più corretta, più giusta, anche se nel momento in cui si sceglie, si avverte sì una sensazione rassicurante, ma che non regala la confortevole sensazione di essere a proprio agio.
Gianni Rodari affermava che il …presente è una possibilità…, parole che si rivelano guida, soprattutto in questo momento storico che vede la quotidianità un continuo promemoria delle problematiche e delle situazioni ingarbugliate che interessano il mondo.
Tuttavia, accanto agli aspetti della realtà, non deve smarrirsi il messaggio di credere nelle possibilità che animano ogni singola giornata. Qualche ostacolo certo è da superare, ma parimenti è utile non fissare la vista su un raggio di misura ridotta che limita alla criticità.
Allargare lo sguardo. Quante volte si incontra questa espressione o si leggono parole che invitano ad allargare le prospettive di osservazione.
Vedere l’ostacolo e, allo stesso tempo, allargare il campo a tutto ciò che è possibile attorno a esso, è via per poter andare oltre, proseguire.
Le pagine de “Il Piccolo Principe” custodiscono questo invito e lo fanno nella parte iniziale della narrazione, quando la lettura porta a incontrare la solitudine del pilota: attorno a lui tutto deserto e il suo aeroplano fuori uso. Nel mezzo di quella che può essere una solitudine estrema, c’è una vocina a gettargli un’ancora. È quella del piccolo Principe il quale, domanda dopo domanda, lo distoglie dal problema del momento, che sembrava insormontabile, e accompagna la sua attenzione verso altro. Il pilota riteneva inimmaginabile trovarsi a parlare con un bambino e disegnare pecore, lì, in mezzo al deserto. Lui che non sapeva nemmeno disegnare. Eppure, in un momento così critico, c’è stata una diversa possibilità.
Nei libri troviamo delle chiavi di lettura che ci permettono di aprire gli occhi, di respirare e di cercare non soluzioni, perché a mio avviso le soluzioni danno l’idea di un qualcosa di definito. Trovare, invece, opportunità attraverso cui poter vederne sempre di nuove, di diverse e vivere con un po’ di confortevole leggerezza la realtà.