di Carlo Priolo
Nella prestigiosa sede del Centro Congressi “Casa tra Noi” – Roma, si è concluso il primo Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana svoltosi nei giorni 2 e 3 febbraio germinato dal XXIV Congresso Nazionale della D.C., tenuto a metà del mese di dicembre 2023 a Roma. I Consiglieri Nazionali DC, con diritto di elettorato attivo e passivo, hanno eletto Presidente nazionale della Democrazia Cristiana il Dott. Ferdinando Celeste, attuale Segretario politico nazionale della DC Regione Calabria, che ricopre anche il ruolo di Segretario nazionale del Dipartimento Enti Locali della Democrazia Cristiana italiana.
Il partito guidato dal Segretario Nazionale della D.C. Dott. Angelo Sandri (Udine) continua pazientemente l’opera di riunificazione che progressivamente ottiene risultati straordinari, considerato che nel Paese, dopo un trentennio di attività politica effimera e voltagabbana, le forze imprenditoriali e sociali avvertono l’esigenza di rivisitare la linea di comando dell’Italia, terra di lavoratori creativi, imprenditori intelligenti, artigiani-artisti, filantropi dal cuore grande, sportivi del fare, artisti insuperati di ieri e di oggi, ferrei nemici di un “burocratismo” deteriore che tutto corrode e vanifica.
Dopo la morte di Flaminio Piccoli avvenuta nel 2000, Carlo Senaldi assunse la presidenza della “Rinascita della Democrazia Cristiana”, il quale la fece confluire nel 2005 nella Democrazia Cristiana per le Autonomie e la fuse nel 2012 con la “Democrazia Cristiana” guidata da Angelo Sandri, sancendone l’estinzione. Nel giugno 2008, la Democrazia Cristiana di Sandri promuove un’iniziativa di coordinamento tra i partiti, i movimenti e le associazioni che si ricollegano direttamente alla tradizione della Democrazia Cristiana. Al progetto prendono parte: “Alleanza Cristiana” di Aldo Corazzi; l’”Associazione dei Democratici Cristiani” di Mario Bertone; il “Movimento Cattolici per l’Italia” di Paolo Majolino; “Democrazia Cristiana Europea” di Giovanni Ottaviani; “Democrazia e Partecipazione” di Egidio Pedrini; il “Movimento Italiano Diritti Civili”; il “Movimento Democratico Liberi e Forti”; il “Movimento per la Sovranità Popolare”; il “Movimento Pensionati d’Italia”; il “Movimento Solidarietà, Giustizia e Pace” di Piero Pirovano; il movimento “No Privilegi politici” di Silvano Giometto; la “Nuova Democrazia Cristiana” di Salvatore Platania; il “Partito dell’Alleanza” di Sante Pisani; il Partito Democratico Cristiano di Giovanni Prandini; “Rifondazione DC” di Publio Fiori; il movimento “Fermiamo le banche” di Alfonso Luigi Marra.
Al Consiglio Nazionale hanno preso parte autorevoli delegazioni di varie componenti politiche di chiara ispirazione democratico cristiana e che hanno stipulato con la D.C. un patto di collaborazione politica ed organizzativa. Il “Comitato iscritti 1992/1993” che fanno capo all’Arch. Giuseppe Alessi Palermo ed al Dott. Raffaele Lisi (Lecce); la “Democrazia Cristiana che fa capo al Dott. Emilio Cugliari (Milano); la “Democrazia Cristiana- Libertas- “che fa capo al Dott. Antonio Fierro (Roma Capitale); i “Democratici Cristiani al Centro “ che fanno capo a Giovanni Paolo Deidda (Roma Capitale);i “Democratici Cristiani europei” che fanno capo all’Avv. Celestino Ciccorelli (Roma Capitale); l’associazione “Ensi Sport ed eventi sociali” che fa capo al Dott. Guido Savio (Padova); l’Associazione “Federlavoratori” che fa capo a Pasquale Romeo (Roma Capitale); il movimento “Il lavoratore italiano” che fa capo ad Alfredo Giacometti (Napoli); il movimento “Liberi e Forti” che fa capo a Gaetano Tropeano (Roma Capitale); i Repubblicani – Cattolici Liberali, che fanno capo ad Attilio Zolfanelli (Asti); il Movimento “Sovranità popolare” che fa capo a Mauro Conti (Lucca). Le altre componenti democristiane guardano con molta attenzione alla riunificazione in corso ed appare consistente l’ipotesi di una prossima attiva collaborazione sul piano politico e organizzativo.
Dal 2004 gli eredi della Democrazia Cristiana, mai sconfitta alla elezioni politiche, ma posta agli arresti domiciliari già dai primi anni del 1990, perché “troppo” vincente nelle elezioni amministrative e politiche al punto di “essere un ostacolo alla competizione elettorale” (stiamo a scherzi a parte), hanno dato vita ad una serie di faide tra fratelli un po’ per compressibili esigenze di leadership, un po’ per una vocazione al suicidio. Il tenace e professionale Angelo Sandri ha retto con onore e paziente tenacia la sindrome di Caino, riconducendo sempre ad unità il partito, ma soprattutto è riuscito a fronteggiare con abilità politica la frantumazione del partito dagli attacchi esterni delle truppe del “decentramento” (dividere l’unità dello Stato per indebolirlo) decise ad esercitare segmenti del potere da parte di questi benefattori incapaci di vincere le elezioni c.d. democratiche. Peraltro, i tentativi dall’esterno non sono mancati, anzi sono iniziati già dal 1970 e seguenti con attacchi dissennati alla struttura organizzativa della Repubblica.
La costituzione delle Regioni del 1968/70, quale operazione per dividere l’unità del Paese ed occupare da parte delle forze avversarie quattro regioni, ritenendo che la popolazione residente votasse con frequenze minori della media nazionale la Democrazia Cristiana, causando effetti collaterali sul piano della moltiplicazione delle diseguaglianze, della crescita esponenziale del debito pubblico, della pratica antidemocratica dei privilegi agli amici degli amici. Non sono stati capaci neppure di definire le rispettive competenze tra Stato e Regioni, tanto che è aumentato a dismisura il lavoro della Corte Costituzionale. Non contenti dei danni, nel 1978 sono state costituite le USL (unità sanitarie locali) poi trasformate in ASL (aziende sanitarie locali) che oltre allo sperpero del pubblico denaro hanno costituzionalizzato le diseguaglianze nel trattamento sanitario uguale per tutti, contraddicendo gli stessi principi ispiratori della legge n. Legge 23 dicembre 1978, n. 833 “Istituzione del servizio sanitario nazionale”.
Sulla c.d. operazione politico- giudiziaria Mani pulite (nota anche come Tangentopoli) chi scrive stende un velo pietoso e misericordioso, atteso che politicamente era figlio del PSIUP (Partito Socialista di Unità Proletaria) cofondato da padre Mario Priolo, ed a suo tempo dirà la verità. Il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP) è stato un partito politico italiano attivo fra il 1964 e il 1972, nato da una scissione della corrente di sinistra interna del Partito Socialista Italiano, contraria all’interruzione della linea politica frontista nei confronti del Partito Comunista Italiano. L’istinto gregario connaturato ad ogni popolo e l’impatto mediatico ha creato un emotivo clima di sdegno dell’opinione pubblica che è svanito nel pensiero dei singoli nel volgere di un mattino. Quella geniale invenzione delle tecniche di distrazione di massa nata negli anni ‘60 ha decretato il crollo della cosiddetta Prima Repubblica e l’inizio della Seconda Repubblica.
Quando nel 1957 Vance Packard, quarantatreenne insegnante di giornalismo all’Università di New York, rivelò al grande pubblico americano e a quello di tutto il mondo che l’alleanza sempre più stretta tra analisi e pubblicità minacciava subdolamente, ma scientificamente, la libertà d’opinione su qualsiasi argomento, venne arruolato nella schiera dei più grandi allarmisti. Ancora oggi, a tanti anni di distanza, “I persuasori occulti” è un testo urticante con cui fare i conti. Quante previsioni si sono avverate? Perché sì? Perché no?
La Democrazia Cristiana delle origini è stata la sola ed unica formazione politica che ha agito realisticamente per mutare la tragedia planetaria della sofferenza e del dolore e rendere la “malattia mortale” (Soren Kierkegaard) più sopportabile. Tutti Noi esseri umani che attualmente abitiamo la Grande Madre Terra dobbiamo renderci conto che senza il Cristianesimo, il nemico di ieri e l’amico di oggi sono la stessa persona: “Amatevi gli uni con gli altri” non c’è altra possibilità, salvo l’eterno susseguirsi delle guerre, dei conflitti sociali, anche senza la polvere da sparo. Ed allora, è la “realtà” che spinge i migliori ad intraprendere la via fertile dell’unificazione e delle pratiche migliori per conquistare un unanime consenso nell’interesse generale. Così funziona l’incerto e traballante regime democratico, altrimenti c’è la immobilizzante rassegnazione o il Colpo di Stato.
Gesù di Nazareth predicava tra le genti un modo di essere “cristiano”, di essere persona concretamente umana, di donare, di accogliere, di non chiedere, condividere lo Spirito del Sacro, che è infinito, disperso nelle galassie, ma vicino, perché in ogni istante qualcosa nasce, qualcosa vive e qualcosa muore e si ripete per miliardi di copie. L’essere e il dovrebbe essere sono la stessa cosa per il cristiano. La storia non la scrive il singolo, anche animato dalle migliori intenzioni. Le intenzioni non hanno cambiato il Mondo, così come la ragione del singolo. E’ la ragione collettiva, le organizzazioni collettive che determinano i cambiamenti epocali. Lo Stato non è chi è al potere in questo momento. Lo Stato è la storia dello Stato, la storia di quel singolo popolo. Senza storia non c’è Stato. Un popolo senza storia non ha uno Stato. Lo Stato viene prima non dopo la società civile. Lo Stato non può non essere cristiano, perché “cristiano” significa universale. Dostoevskij “se Dio non esiste tutto è possibile”. Il Cristianesimo, il sentire biologico del Sacro, non annulla le singole religioni, le comprende tutte nell’interesse e nell’amore di tutti gli esseri umani che abitano la Terra, come pure degli assenti. L’Anima è immortale, la morte non esiste è una fantasia.
Va umilmente compreso che la tracotanza del potere non ha futuro. Il futuro sono i bambini ai quali va assicurata la “joie de vivre” con la misericordia, con la grazia.