Del 24 Gennaio 2024 alle ore 05:42
Giorgia Meloni giura che i poteri di Mattarella non si toccano. Eppure, col premierato cessa la funzione di garanzia per il governo con la nomina del presidente del Consiglio e il varo del governo
Va da sé che, con questa “madre di tutte le riforme” – come la presenta il presidente del Consiglio Meloni, si vuole trasferire con forza, nel sistema politico italiano il modello Westminster presente nel sistema inglese, dove il Capo dello Stato è il Re. Sarebbe interessante un dialogo a più voci con costituzionalisti inglesi e francesi.
Pur sapendo, però, che in Italia la Costituzione repubblicana è un’altra cosa e il Capo dello Stato è nominato dal Parlamento che è eletto dal popolo che nel nostro paese il Sovrano.
Ve lo immaginate ora una situazione paradossale di un premier eletto dal popolo sovrano ed un presidente eletto tra i parlamentari?
Quando si dice che non vengono toccati i poteri del Presidente della Repubblica è un’autentica bugia.
In pratica , l’eliminazione del potere di nominare il capo di governo da parte del Presidente della Repubblica, che verrebbe limitato a conferire l’incarico al candidato eletto dai cittadini ed eventualmente nominare un sostituto, questo esclusivamente tra i parlamentari eletti della sua maggioranza è il tipico rapporto che c’è tra Re e Governo inglese.
Cosa si deduce da questa analisi? Che quello che abbiamo di fronte è una riformetta che parte dal carisma, momentaneo del presidente in carica.
Altro sarebbe una riforma che porti alla elezione popolare del Presidente della Repubblica, come è in Francia, in Usa, anche quelle sono democrazie. Ma allora il discorso diventa complesso. Meglio però non fare nulla di avventato. La nostra è la costituzione più bella del mondo.
L’articolo Costituzione, Premierato e Presidente della Repubblica è già apparso su Il Corriere Nazionale.