La realtà dei Connazionali all’estero non è mai stata tanto lontana da quella dei residenti nel Bel Paese. S’è determinata una sorta d’”oblio”. A parer nostro, manca la volontà per un dialogo utile che tenga in maggior considerazione i problemi di chi, italiano, vive e lavora lontano dalla Penisola. Tuttavia, era proprio indispensabile aprire le nostre valutazioni con questa premessa? Se lo abbiamo fatto, riteniamo proprio di sì. Con l’assicurazione, per chi ci legge, di non essere banali. C’è, a ben osservare, ancora spazio che ha da essere razionalmente colmato con dei fatti. Perché di promesse, poi non mantenute, i Connazionali all’estero ne hanno avute anche troppe.
I diritti degli italiani “altrove” non sono mai stati al centro di un dibattito politico nazionale. Per Connazionali non residenti, dopo di tanto contendere, i politici hanno partorito, la Legge 459/2001, Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero.
che, con gli anni, pur evidenziando mancanze, non è stata più rivisitata. Lo stesso Associazionismo, che vedevamo come un mezzo di coesione sociale e di democratico confronto, è diminuito senza prospettare qualcosa di veramente originale; soprattutto nell’evidenziare il mancato buon fine dei pochi diritti che gli italiani d’oltre confine hanno, da sempre, chiesto. E con ragione.
Per questi motivi, non ci siamo mai schierati con i partiti, di ieri e di oggi, che considerano i Connazionali nel mondo solo al momento del voto. La nostra convinzione ha origini diverse. La Comunità nazionale all’estero ha una sua dignità che può essere sostenuta. Il contraddittorio si può aprire. Gli argomenti non mancano. C’è solo da auspicare che i potenziali interlocutori non trascurino l’occasione per farsi presenti in modo appropriato. La dignità degli italiani non ha confini né fisici, né morali.
Giorgio Brignola
Associazione Nazionale Italiani nel Mondo