Del 2 Gennaio 2024 alle ore 15:00Il nostro Paese non è né per bambini né per anziani, gli spazi, i luoghi e i tempi per l’interazione fra le varie generazioni mancano. La maggior parte degli anziani, soprattutto al nord, non vivono più in famiglia, ma nelle case di riposo o RSA. A volte è una scelta autonoma fatta da chi è solo e senza familiari, o da chi non è più autosufficiente, a volte sono gli stessi figli che presi dai loro impegni decidono di mandare i genitori nelle RSA; in una simile scelta non si può non parlare di crisi di valori, di disgregazione del concetto di famiglia e di quel principio di solidarietà e amore che unisce e connota il nucleo familiare. Emblematico fu qualche tempo fa il gesto di una donna chiusa dai figli, contro la sua volontà, in una casa di riposo che fuggì dalla struttura, la povera donna non aveva più neppure la sua casa dove andare perché era stata venduta. Sembra che ci sia una sorta di astio ed incompatibilità tra le generazioni. Purtroppo questa società post industriale è sempre più frenetica, egoista ed anaffettiva. Ma è grave la mancanza di attenzione verso gli anziani anche da parte delle istituzioni, la stessa politica poco si occupa di loro e le stesse pensioni sono inadeguate alle esigenze di un anziano, addirittura, in questo periodo di forte crisi economica, qualcuno ha proposto di ridurle ulteriormente per recuperare entrate. Importanti personaggi della stessa UE vedono gli anziani come un peso insostenibile a livello economico e qualcuno ha addirittura proposto di aumentare il prezzo dei medicinali e rendere difficile l’accesso alle cure perché gli anziani vivono troppo! Sono esternazioni terrificanti che denotano la totale perdita di umanità e di valori sociali. Addirittura qualche anno fa l’anziano comico Beppe Grillo, leader del movimento cinque stelle, aveva proposto di togliere loro il voto, come a volerli eliminare a livello politico-sociale, affermazioni deliranti e gravissime che non tengono conto dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta costituzionale. Gli anziani in tutto il mondo antico ed anche in quello greco-romano erano la guida della comunità e gli organi politici ed amministrativi più importanti erano occupati dagli anziani; lo stesso senato era l’assemblea dei seniores, i vecchi. Il vecchio fino a poche generazioni fa era una risorsa per le famiglie e per tutta la comunità grazie alla sua lunga esperienza di vita e alle sue conoscenze, oggi invece a causa della disgregazione sociale e morale della famiglia è sentito come un peso. Dobbiamo riscoprire il valore dell’anziano e non più emarginarlo, capire che la terza età è una fase della vita che, si spera, toccherà a tutti. L’anziano di oggi è stato il giovane di ieri che ha contribuito con il suo lavoro alla costruzione di ciò che abbiamo e di cui godiamo. E’ importante riprendere il dialogo fra le generazioni e condividere la vita con gli anziani, che in questa età sono particolarmente fragili sia a livello emotivo che fisico ed hanno bisogno di sentirsi curati ed amati dai propri figli che a loro volta furono amati incondizionatamente dai loro genitori. Solo attraverso la dedizione e la condivisione anche delle difficoltà è possibile arricchirsi e riscoprire la propria umanità ed il giusto rispetto per chi ha molto camminato. Bisogna comprendere che quando muore un anziano è come se prendesse fuoco una grande biblioteca i cui saperi vanno perduti per sempre.L’articolo Senilità e solitudine è già apparso su Il Corriere Nazionale.