Nel delicato equilibrio di potere fra uomo e donna; il progresso, la libertà e il benessere (forse per la prima volta nella storia dell’uomo) stanno inducendo finto arricchimento di potere nel presunto sesso debole; e finto impoverimento nel presunto sesso forte.
Grazie al progresso; la crescente libertà e autonomia che sembrano migliorare la vita dei singoli, peggiorano i rapporti sociali, fino a rendere conflittuali e non di rado violenti i rapporti di genere. Posto che a detenere il tragico e imbattibile primato mondiale dei femminicidi, non sono i popoli poveri, ignoranti e schiavi; ma i liberi, istruiti e ricchi.
Giusto per capirci; “la violenza di genere sembrerebbe malattia del benessere” come il diabete. Il maggior numero di rapporti conflittuali si riscontra più nelle fasce istruite e benestanti, che in quelle ignoranti e povere.

Le ultime generazioni, hanno finito per considerare il denaro una medicina miracolosa, per singoli, famiglie e Stati. E lo sarebbe, se nei rapporti umani e familiari non istigasse alla intolleranza e alla violenza i soggetti immaturi: ingordi, esagerati e possessivi.

I “salti in alto” ben riusciti grazie al “trampolino denaro“, sono per l’individuo sano di mente un generatore di autostima. Ma disabituano i più sprovveduti all’idea che esistono pure le cadute che allenano l’uomo intelligente a rialzarsi più intelligente di prima.
Perciò, negli umani la maturità non si misura da come apprezzano il successo e le vittorie, ma se reagiscono alle sconfitte e alle cadute, con equilibrio: autocritica e tolleranza.
Perché se tendono (a corna basse come tori infuriati) ad incolpare gli altri al 100% dei loro errori, insuccessi e guai, qualcosa di anormale ce l’hanno.

Per un uomo cresciuto nel successo artificiale, depurato per merito altrui dai fallimenti e dalle cadute, essere rifiutato da una donna è un colpo così insopportabile da decidere di ammazzare, chi nella sua testa bacata ritiene unica causa dei suoi guai.
Secondo questi “soggetti acefali”, le donne, per conquistarsi la parità, stanno facendo a brandelli la loro vita.
Gli “ADAMO” attuali sentono traumatica la crescita di potere e libertà di “EVA“, come se l’emancipazione femminile gli stesse costando una seconda costola.
Eva non prende più ordini, non serve, non ubbidisce da dipendente, al padrone Adamo.
Sentirsi vincente in tutto (magari col denaro altrui) e poi ritrovarsi perdente con una donna fa saltare le valvole a l’uomo psicolabile o matto da legare.
A maschi e femmine servirebbe un livello di tolleranza meno precario di quello lasciato immaturo o reso marcio da cultura, politica e mercato, che gonfiano l’autostima delle donne fino a farle sentire “l’ombelico del mondo“; e frantumano quella dei maschi psicolabili, che non essendo in grado di capire il rifiuto femminile e il temuto calo di potere maschile, si sentono ridotti a “zerbini calpestabili” e reagiscono da violenti o mostri.
Ora servirebbe meno intolleranza e più intelligenza nei rapporti di coppia e ancor più di genere.
Ma ahinoi, l’intelligenza si guadagna vivendo, non è insegnabile, e temo, non lo sarà mai.

Franco Luceri

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