Dario Patruno
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 dicembre 2023 i bandi sugli attesi concorsi straordinari ter, destinati alla platea dei precari, in Italia superano ormai le 70.000 unità, che dovrebbe immettere in ruolo, così suddivisi:
n. 21.101 su posto comune e n. 9.115 su posto di sostegno
per l’anno scolastico 2023/2024, quindi trentamila docenti.
Letta così sembra una quantità enorme, ma da una attenta lettura dei bandi e soprattutto dalla suddivisione dei posti, ripartiti per regione viene in evidenza che in alcune materie non ci sono posti, ma i posti vengono coperti tramite supplenze annuali. Come è possibile? Risposta non pervenuta.
Quando questi posti ci sono, i posti sono quantificabili nelle dita di una mano, quasi simbolici.
Una fattispecie concreta per tutte: classi di concorso di lingua spagnola, scuola secondaria di primo e secondo grado, AC24 i posti messi a concorso sono 31 ripartiti in 14 regioni e AC 25 con 32 posti in 12 regioni. Molte regioni non hanno posti messi a bando, costringendo i candidati anche nelle regioni del nord dove dovrebbero esserci più posti ad emigrare tra regioni limitrofe con distanze chilometriche notevoli, in maniera orizzontale e non verticale.
Nell’informativa del 16 ottobre ai sindacati della Scuola sui concorsi PNRR, il Ministero dell’istruzione e del merito ha comunicato di aver chiesto un incremento di oltre 14 mila posti per i prossimi concorsi scuola. Nel bando non è stato contemplato questo incremento. Perchè? Risposta non pervenuta.
A questo punto questi posti potevano integrare i posti nei prossimi bandi, come l’ordinario, annunciato a breve e poi rinviato ad ottobre 2024. Vista la situazione paradossale che non risolve ma aggrava la condizione del precariato, si poteva pensare allo scorrimento delle graduatorie dello straordinario bis. Quindi cosa si fa? Si fa il ter per illudere e non risolvere.
Vogliamo parlare anche dei percorsi abilitanti dove si fa “cassa” sui precari. Come? Il percorso universitario e accademico abilitante è a pagamento, a carico dei partecipanti, e prevede i seguenti costi: fino a 2.500 euro per i corsi da 60 CFU/CFA; fino a 2.000 euro per i corsi da 30 o 36 CFU/CFA; 150 euro per le prove finali.
In definitiva questo concorso sarà solo un aggravio per lo Stato, mascherato dal PNRR.
I poveri precari, molti dei quali hanno già superato i concorsi ordinari e straordinario bis si troveranno ad essere illusi di poter essere stabilizzati con bandi che fotografano una situazione al 1 settembre 2023, già vecchia.
Perché non utilizzare l’intelligenza artificiale per individuare i posti che si rendono vacanti per anagrafe, dei docenti che stanno per andare in pensione? L’algoritmo che ha creato ingiustizie in fase di attribuzione delle supplenze, con i dovuti correttivi, venga utilizzato dagli esperti informatici, dando così concretezza al nuovo nomen iuris del Dicastero: Ministero dell’Istruzione e del Merito.