Viviamo in un momento storico di grande tensione dove noi ragazzi siamo i primi interpreti di noi stessi, viviamo, amiamo e spesso cadiamo tra i nostri piedi e rialzarsi non è facile, a volte sembra quasi impossibile.
A volte ci sentiamo confusi, in questa confusione non ci sembra di vedere la luce in fondo a quel lungo tunnel così spaventoso, altre volte invece ci sembra di esserci persi in un labirinto senza uscita dove non sappiamo neanche come abbiamo fatto ad entrare. Forse la porta è solo dietro di noi ma siamo così distratti da quel mondo che è la nostra vita che non riusciamo a girarci. Lei lo sapeva bene, non vedeva quel mostro che più di tutti la stava opprimendo e in quel labirinto lei ne è uscita ma mai come avrebbe pensato, nascosta in una paura o forse in una follia,un sentimento ossessivo che lo opprimeva e come nulla ha strappato quel filo che collegava il suo cuore a questa terra.
Eppure crediamo di stare sempre tutti bene, a volte ci convinciamo che stia andando tutto bene e forse l’unico problema che non ci dovrebbe preoccupare è veramente l’unico che non ci fa dormire. La nostra è una vita di pressioni, siamo tutti così attivi che anche annoiarci è diventato un lusso, il paesaggio che ci circonda è solo una circostanza che cambia e noi non ce ne rendiamo conto, siamo così interconnessi che la nostra vita oramai è dentro un dispositivo rettangolare che non averlo ci manda in ansia.
Atterriamo nella nostra realtà solo per riprenderne il pugno e renderci conto di quanto siamo fortunati a non essere uno di quei ragazzi o ragazze che di ritornare non possono, e come colombe volano alla ricerca di un corpo che non è più loro. Siamo il riflesso di un cambiamento costante e incessante, siamo il distacco di una generazione che è lo specchio del cambiamento interiore di un gruppo di persone. La gente muta, cambia e tutti noi non siamo altro che il frutto di tale cambiamento.
Cambiamo prospettiva e quindi esigenze, cambiamo idee e aspettative ma alla fine la vita è sempre la stessa e privarla ora come quarant’anni fa è qualcosa che non può essere giustificata con nessun cambio di prospettiva. Quindi forse,si Murphy aveva ragione, aveva capito bene, aveva compreso la vita anche se con un alone un po’ pessimista, ma non aveva compreso un dettaglio, che la nostra vita è il frutto delle nostre scelte, nel buio sei tu che devi illuminarla perchè non sarà lei a farlo per te.
Quindi se vuoi vivere fallo ora, fallo per te e per tutte quelle persone che non lo possono più fare e tutto quello che dovrebbe andar male non sarà altro che un piccolo ostacolo per la quella scalata che è la vita.
Noi siamo il domani e come tale dobbiamo aiutare a costruirlo, siamo i punti di una linea di cui non vediamo la fine. Noi siamo i primi sostenitori del nostro stile di vita, dobbiamo alimentarlo e non possiamo essere indifferenti alla nostra comunità. La sua crescita non può cessare e non possiamo permettere che diventi il rimpianto di scelte mai attuate. Dobbiamo aiutare e aiutarci solo così possiamo ambire  a costruire ciò che potremmo chiamare futuro.
di Tommaso Genovese

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