di Annamaria Gargano
Nel corso degli anni, l’Accordo di Schengen ha rappresentato un pilastro fondamentale per la libera circolazione di persone, merci e capitali tra i paesi firmatari. Tuttavia, in seguito all’attentato a Bruxelles e all’incremento delle tensioni tra Israele e Palestina in Medio Oriente, undici paesi europei, tra cui Francia, Italia e Svezia, hanno fatto una decisione senza precedenti: la temporanea sospensione dell’accordo Schengen e il ripristino dei controlli alle frontiere.
L’Accordo di Schengen, firmato nel 1985, è stato un trionfo dell’integrazione europea, abolendo gradualmente i controlli alle frontiere interne tra i suoi paesi membri. Questo trattato ha permesso la creazione di uno spazio di libera circolazione, facilitando il commercio, lo sviluppo economico e gli scambi culturali tra i paesi aderenti. Tuttavia, la recente serie di eventi ha portato all’adozione di misure di sicurezza straordinarie, mettendo in discussione i principi fondamentali di Schengen.
L’attentato a Bruxelles del 2016 e l’aumento delle tensioni in Medio Oriente hanno portato all’adozione di queste misure temporanee. In particolare, l’Italia ha deciso di riattivare i controlli alle frontiere con la Slovenia, una decisione che non era stata presa dal momento della sua adesione a Schengen nel 2007. Questa sospensione temporanea dell’accordo non è un evento isolato nella storia di Schengen; in passato, è stata sospesa durante i Campionati Europei di calcio in Francia e Polonia nel 2016 e nel 2012, nonché per la cerimonia dei Premi Nobel in Norvegia nel 2012 e nel 2009. La sospensione di Schengen è stata anche applicata durante la pandemia di COVID-19, quando numerosi paesi europei hanno temporaneamente chiuso le proprie frontiere per contenere la diffusione del virus.
Questa decisione ha suscitato dibattiti tra gli stati membri, alcuni dei quali ritenevano che la sospensione minacciasse la libertà di circolazione, mentre altri la consideravano semplicemente una misura temporanea necessaria per garantire la sicurezza pubblica.
La sospensione di Schengen solleva importanti questioni circa il futuro dell’integrazione europea e la bilancia tra libertà di circolazione e sicurezza nazionale. Mentre la sicurezza rimane una priorità incontestabile, è fondamentale che gli stati membri lavorino insieme per garantire che la sospensione di Schengen rimanga una misura temporanea, in linea con i principi sottesi all’accordo. La libera circolazione è un pilastro dell’Unione Europea, e il suo mantenimento è essenziale per garantire la prosperità e l’unità del continente.