Maria Gabriella Incisa di Camerana, amazzone piemontese delle Langhe, vive lavora ed è impegnata ormai da anni nel volontariato a Mahdia, la bella cittadina tunisina affacciata sul Mar Mediterraneo. Si occupa sempre dei suoi amati cavalli, è circondata di cani e di gatti, e segue numerosi bambini in un percorso innovativo ed empatico di educazione e formazione.
Se andate a Mahdia, sulla costa tunisina, non limitatevi ai bagni di mare e sole e ai pomeriggi nelle spa.
Vi perdereste il meglio, quel tesoro di arte equestre, competenza, passione e solidarietà che ha creato e segue ormai da tempo Gabriella Incisa di Camerana: le Centre Ippique de Mahdia, un circolo equestre in cui alla scuola di equitazione di ottimo livello si affianca una scuola di stampo montessoriano dedicata alle bambine ed ai bambini che in tanti si affollano sui banchi di legno nel verde, all’aria aperta, felici di poter sperimentare ogni giorno nuovi giochi.
C’è infatti una stanza misteriosa, nel centro equestre, piena di scaffali ricolmi di scatole ben conservate: giochi di società, scacchi, listelle di legno colorato, domino, costruzioni, di tutto un po’.
Ma soprattutto trucchi matematici e lezioni di ingegno, studiate per fare andare avanti i bimbi nella vita, e farli nel contempo sognare. Fra un nitrito e uno sbuffo, tra una carezza e una passeggiata sul pony.
Siamo andati a Mahdia per scoprire questi luoghi di incanto e per ottenere un’intervista, la strada è lunga ma il buon umore assicurato.
Al Centre Ippique ogni attività è anche finalizzata alla protezione: dei bambini sfortunati, degli anziani ammalati, degli animali abbandonati, e delle specie e razze autoctone in via di estinzione come i levrieri berberi (“Sloughi”) e i poneys di Mogods, i piccoli cavallini delle armate di Annibale, quelli che qualche millennio fa avevano attraversato le Alpi.
Gabriella a 35 anni lasciò l’Italia, la sua casa, la sua famiglia, gli amici, per un richiamo del Destino, quello che gli Arabi chiamano Maktoub. E proprio in Tunisia incontrò Onci, un cavallo berbero dal manto niveo, un grigione il cui nome in arabo significa “Colui che allevia la tua solitudine”.
Con Onci e altri cavalli partì il progetto di un centro ippico, inizialmente a vocazione turistica.
Poi arrivò dalla Germania Diana, una bambina “speciale” con gravi limiti alle autonomie dovute alle sue patologie, e Gabriella potè constatare e sorprendersi dei passi avanti e dei miglioramenti insperati  che la ippoterapia, la cura attraverso la vicinanza ai cavalli, stava riuscendo a garantire alla piccola sfortunata: e sempre di più studiò, osservò e si applicò al sostegno dei più fragili grazie ai suoi adorati animali.
Cani, gatti, cavalli, conigli e topolini d’India sono ormai i protagonisti degli “I.I.A.” (“Interventi Assistiti con gli Animali, ciò che un tempo si chiamava Pet Therapy):
insegnano ai bambini una importante competenza emotiva l’empatia, che consente loro di capire le emozioni degli altri esseri viventi, e di crescere grazie all’amore: l’empatia è una materia che non si trova nei libri, ma indispensabile per crescere e intrecciare relazioni positive.
Quasi tutti i giochi e i materiali utilizzati nella scuola del Centre Ippique non sono acquistati, ma regalati o frutto dell’ingegno: questo è anche un insegnamento per i genitori, ricorda loro che per giocare e divertirsi non è necessario essere ricchi, basta solo essere creativi e migliorare la propria creatività.
La scuola del Centre Ippique è un servizio, innanzi tutto, per i bambini tunisini e le loro famiglie, che accorrono a frotte e invocano “Gabriella” o “Signora Gabriella”. Ma è anche un ponte.
Un ponte che unisce e vuole unire due sponde del Mediterraneo, la Tunisia e l’Italia, con il cavallo, le arti e la scienza come mezzi di comunicazione: un ponte “costruito con l’ingegneria del cuore”.

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