Recensione a Sergio Troiano. Intelligenze Inquietanti: Come gli algoritmi ci stanno cambiando.
“Si chiama ChatGPT. Sa parlare di tutto, chiaro e preciso più di un libro stampato. Sa risponderti a tono sugli argomenti più diversi.”
Con queste parole Sergio Troiano ci presenta questa strabiliante meraviglia della scienza contemporanea. Una macchina che sembra proprio un essere umano, una persona. Sembra (sottolineiamo sembra) capace di pensare, e di esporre i suoi pensieri come qualsiasi essere umano. Non solo, a differenza dei comuni mortali ChatGPT è capace di parlare e di discutere su qualsiasi argomento con un linguaggio appropriato per l’esposizione di qualsiasi argomento.
Dopo aver letto una trentina di pagine mi sono messo subito a chattare con ChatGPT. Le ho chiesto cosa pensa della causa delle guerre. La risposta mi è sembrata quella di una persona non solo colta, ma di una saggezza veramente profonda.
Mi sono domandato: “È stata scoperta la macchina della verità, della giustizia e della concordia?”
Troppo bello per essere vero. Ma l’impressione è proprio questa: provare per credere. Conviene però non entusiasmarsi troppo. Siamo pur sempre davanti ad una macchina priva di consapevolezza che produce solo algoritmi che “imitano” alcuni processi dell’intelligenza naturale.
Sergio Troiano ci presenta poi questo inquietante interrogativo: “I potenti gruppi economici che possiedono queste “macchine intelligenti” le impiegheranno per il bene comune o per accrescere i loro profitti, instaurando un dominio illimitato sulle menti umane?” Questo dice appunto il titolo INTELLIGENZE INQUIETANTI.
L’interrogativo resta ovviamente aperto alla discussione.
Il sottoscritto intanto lo ha già posto a ChatGPT. Questa in sintesi la risposta della macchina: “Normative ben strutturate possono promuovere un uso etico e responsabile dell’IA, garantendo che vengano considerati gli impatti sociali e il benessere delle persone.”
Le “normative ben strutturate” dovranno essere dettate ovviamente dall’intelligenza naturale ossia dagli esseri umani. A questo punto il sottoscritto recensore si ferma e rinvia alla lettura attenta del libro.