Del 30 Novembre 2023 alle ore 15:28L’assedio totale su Gaza ha conseguenze disastrose: migliaia di civili sotto le bombe, allo stremo senza cibo, acqua, elettricità e carburante.
L’attuale escalation delle ostilità, fortemente condannata dalla comunità internazionale, ha gravissime implicazioni per il popolo palestinese e israeliano.
L’assedio su Gaza, in risposta agli spaventosi attacchi di Hamas, significa che non possono entrare elettricità, forniture mediche, acqua o cibo.
Migliaia di famiglie sono senza cibo, acqua e servizi igienici, e molte persone sono intrappolate nelle proprie case, senza poter fuggire dai bombardamenti.
L’unica centrale elettrica nella Striscia si è spenta, gli ospedali hanno esaurito i posti letto.
Dobbiamo rispondere con urgenza, per salvare le persone che rischiano di morire di fame e di sete.
La situazione è drammatica.
Oltre il 96% delle scorte di acqua a Gaza è «inadeguato per il consumo umano», secondo quanto riportato dall’Onu.
I bombardamenti israeliani hanno causato oltre 14.000 morti (oltre 5.500 sono bambini) e oltre 35.000 feriti (fonte Ministero della Sanità palestinese), che si vanno a sommare alle oltre 1.400 vittime israeliane.
L’Onu conta 1,7 milione di sfollati a Gaza (1 milione solo nella prima settimana dall’inizio dei bombardamenti).
La Striscia di Gaza si estende per 365 km quadrati. Lì vivono poco più di due milioni di persone. Con 5.749 abitanti per km quadrato, la Striscia di Gaza è un’area molto densamente popolata.
Con Oxfam salviamo vite nelle emergenze
In questo momento di grave emergenza, possiamo fare la differenza tra la vita e la morte per le migliaia di persone, intrappolate dietro un blocco senza un posto dove fuggire per mettersi in salvo. Questi civili innocenti stanno pagando il prezzo dei fallimenti dei leader globali.
È urgente portare tutti i beni di prima necessità: acqua, cibo, kit igienici e riparo come prima cosa.
«A Gaza – fa sapere Paolo Pezzati, Portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – è in corso un orrore, un abominio.
Sento le storie delle persone che questo orrore lo stanno vivendo ed è un pugno nello stomaco.
Come con Rana che, quando ha capito che la situazione stava peggiorando, ha preso i vestiti delle sue bambine, una borsa per suo marito ed è uscita di casa.»
«Tenevo mia figlia che ha cinque anni tra le braccia, – racconta Rana – mentre i missili sfrecciavano sopra di noi.
La piccola gridava, pregando per la paura e per il terrore.
Mentre percorrevamo la strada, sono cadute delle bombe vicino a noi e delle persone sono rimaste uccise.
Doveva essere un corridoio sicuro: hanno bombardato case, strade e civili in fuga.»
Rana ha 29 anni e, insieme al marito Mohamed e ai loro tre figli, ha trovato rifugio in una scuola a Sud della Striscia di Gaza, per salvarsi e sfuggire ai bombardamenti.
«Non c’è abbastanza acqua, né ci sono risorse sufficienti. Abbiamo bisogno di acqua, per permettere ai bambini malati di fare il bagno, e di acqua potabile da dare ai nostri figli. Abbiamo iniziato a mescolare acqua dolce con acqua salata per ridurne la salinità e permettere ai nostri figli di bere.»
La storia di Rana è simile a quella di centinaia di migliaia di famiglie palestinesi, costrette a lottare ogni giorno per trovare acqua, cibo e riparo.»
«Rana e la sua famiglia – continua Pezzati – si sono rifugiati in una scuola. Non c’è acqua, né elettricità e non viene fornito alcun tipo di supporto. Ogni giorno cerca di tranquillizzare le bambine e alleviare le loro paure.
Faresti lo stesso anche tu, no?
Perché, anche sotto le bombe – soprattutto se sei una mamma o un papà che cerca disperatamente di salvare i propri figli dalla fame, dalla sete, dalla morte -, sai che c’è qualcosa che va oltre ed è altrettanto urgente fare: dare speranza, dare forza, dare coraggio.
Sono giorni, ormai da inizio Ottobre, sempre più bui, ma, nonostante la tregua, oggi più che mai Rana e le famiglie palestinesi hanno bisogno di tutto il nostro sostegno, devono sapere che non sono sole, che non sono abbandonate e dimenticate.
La situazione si aggrava di ora in ora: risorse vitali come cibo, acqua e carburante si stanno esaurendo e le condizioni igienico-sanitarie sono sempre più gravi.
Dobbiamo agire subito.
Questa pausa tra i bombardamenti e la distruzione incessante è d’aiuto per far arrivare aiuti umanitari, il sollievo è limitato ma vitale. Per questo è fondamentale donare ora.»
Oxfam è nei territori palestinesi occupati e in Istraele dagli Anni ’50.
«Lavoriamo nelle comunità più vulnerabili di Gaza, Gerusalemme Est e Cisgiordania, con più di 60 organizzazioni partner palestinesi e israeliane.
Lavoriamo sulla negoziazione di una pace duratura, sulla fornitura di aiuti umanitari, sul miglioramento delle infrastrutture e sul sostegno alla popolazione locale, gravemente limitato dal blocco imposto negli ultimi 17 anni.
I bombardamenti su Gaza distruggono case e infrastrutture.
Chiediamo un cessate il fuoco immediato e la fine di ogni violenza.»
Cosa sta facendo Oxfam a Gaza?
I team di Oxfam stanno monitorando da vicino la situazione umanitaria, insieme ai partner locali e alle organizzazioni internazionali.
Al momento non sono in grado di effettuare valutazioni direttamente in loco, a causa dello scenario di violenza diffusa nei Territori Palestinesi Occupati.
Tra le azioni che Oxfam intende concretizzare, ci sono:
– la fornitura di acqua pulita, servizi igienico-sanitari e articoli per l’igiene;
– il ripristino delle reti idriche e delle acque reflue (che sono state distrutte dai bombardamenti);
– distrubuzione di cibo e altri beni di prima necessità, per le persone che hanno perso le proprie case o le proprie fonti di reddito.
«Se verranno creati rifugi di emergenza, forniremo anche supporto alle persone che saranno ospitate in essi.»
Banchetto Oxfam alla Mondadori
Sabato 2 e Domenica 3 Dicembre volontariɜ di Oxfam sono al book shop Mondadori del Centro Commerciale Le Porte dello Jonio, in Via per San Giorgio Jonico, a Taranto, dalle 10 alle 19, per far conoscere le attività dell’organizzazione e presidiare il banchetto per la raccolta fondi.
È possibile richiedere l’impacchettamento degli articoli acquistati in libreria e ritirare il calendario Oxfam 2024, in cambio di una offerta.
L’organizzazione
Formata da 21 confederate, Oxfam lavora a fianco delle comunità in Italia e in 85 paesi nel mondo con quasi 4.000 partner.
Con oltre 70 anni di esperienza alle spalle, Oxfam è leader mondiale nei progetti di sviluppo in ambito rurale e nel portare acqua e servizi igienico sanitari nelle emergenze.
Oxfam ha sede in Australia, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Hong Kong, India, Irlanda, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Quebec, Spagna, Stati Uniti d’America, Sudafrica e Turchia.
Le affiliate Oxfam, forti della diversità che le caratterizza, lavorano in 85 Paesi del mondo, per dare alle persone più povere e vulnerabili il potere necessario a migliorare le proprie condizioni di vita e a influenzare le decisioni che le riguardano.L’articolo A Gaza è catastrofe umanitaria è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.