Del 29 Novembre 2023 alle ore 13:47
Camillo Sbarbaro nasce a Santa Margherita Ligure il 12 gennaio 1888, in una famiglia borghese di modeste condizioni. Il padre, Carlo, è ingegnere e architetto, mentre la madre, Angiolina Bacigalupo, muore di tubercolosi quando il poeta ha solo cinque anni. Camillo e la sorella Clelia vengono quindi allevati dalla zia Maria, che avrà un ruolo importante nella sua formazione.
Dopo aver frequentato il liceo a Savona, Sbarbaro si trasferisce a Genova, dove lavora come impiegato presso un’industria siderurgica. Nel 1911 pubblica la sua prima raccolta di poesie, Resine, che viene accolta con favore dalla critica.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, Sbarbaro si arruola come volontario nella Croce Rossa Italiana. Parte per il fronte nel luglio del 1917 e vi rimane per un anno. Durante questo periodo scrive una serie di prose, che raccoglierà nel volume Trucioli (1920).
Al termine della guerra, Sbarbaro torna a Genova, dove si dedica alla poesia, alla prosa e alla botanica. Nel 1919 pubblica la sua seconda raccolta di poesie, Pianissimo, che lo consacra come uno dei poeti più importanti della sua generazione.
Nel 1927 Sbarbaro accetta l’incarico di insegnamento di greco e latino presso l’Istituto Arecco di Genova, ma è costretto a dimettersi a causa del suo rifiuto di aderire al fascismo.
Negli anni successivi, Sbarbaro continua a scrivere e a pubblicare poesie, prose e traduzioni. Nel 1955 pubblica la sua ultima raccolta di poesie, Rimanenze.
Camillo Sbarbaro muore a Savona il 31 ottobre 1967.
Ruolo di volontario di guerra
Camillo Sbarbaro si arruola come volontario nella Croce Rossa Italiana nel luglio del 1917, all’età di 29 anni. Parte per il fronte e vi rimane per un anno.
Il suo ruolo di volontario è quello di assistere i feriti e i malati. Si occupa di loro con grande dedizione e compassione, e le sue esperienze al fronte lasciano un segno profondo nella sua poesia e nella sua prosa.
In particolare, Sbarbaro descrive il fronte come un luogo di sofferenza e di morte, ma anche di solidarietà e di amicizia. Nelle sue poesie, i soldati sono spesso rappresentati come uomini semplici e coraggiosi, che affrontano la guerra con dignità e resilienza.
L’esperienza della guerra ha un impatto significativo anche sulla vita privata di Sbarbaro. Il poeta perde molti amici e conoscenti, e la sua fede nel progresso e nella civiltà viene messa in crisi.
Le sue poesie e le sue prose di questo periodo sono caratterizzate da un tono più cupo e pessimista, che riflette la sua disillusione nei confronti della guerra e della società.
Conclusioni
Camillo Sbarbaro è un poeta importante della letteratura italiana del Novecento. La sua poesia, caratterizzata da un linguaggio essenziale e da una visione del mondo pessimistica, è influenzata dalla sua esperienza di volontario di guerra.
Le sue poesie sulla guerra sono un documento prezioso della Grande Guerra, e offrono una testimonianza diretta della sofferenza e della tragedia di quel conflitto.L’articolo Camillo Sbarbaro: volontario e poeta è già apparso su Il Corriere Nazionale.