Del 22 Novembre 2023 alle ore 11:01
Santa Cecilia con i lavoratori dell’Ex-Ilva
Mercoledì 22 Novembre, sulle note della pastorale, una delegazione dell’Associazione Giustizia per Taranto ha distribuito, davanti alla portineria D dello stabilimento industriale Acciaierie d’Italia, le pettole della tradizione tarantina di Santa Cecilia, a partire dalle 6.15, a ridosso dell’inizio del primo turno di lavoro e a conclusione del terzo.
«Stamattina – fanno sapere dal direttivo dell’associazione – abbiamo aperto le porte del Natale tarantino, il più lungo d’Italia, ai lavoratori della fabbrica.
Sulle note della pastorale, abbiamo offerto pettole all’ingresso del primo turno e all’uscita dell’ultimo.
Il clima che abbiamo trovato è di spaesamento e scoramento riguardo a una situazione che ha nella precarietà nell’incertezza del futuro le sue note preponderanti.
La fabbrica continua a essere un luogo a rischio di incidente rilevante e senza prospettive, con il Governo preoccupato unicamente dall’idea di un aumento della produzione in assoluto conflitto con l’ambiente e la salute della popolazione.
L’occasione è stata utile per continuare l’interlocuzione che portiamo avanti da tempo con i lavoratori, ai quali abbiamo consegnato un volantino che prospetta la riconversione economica del territorio sull’esempio della Ruhr, in Germania. Lì la crisi della siderurgia e i problemi ambientali che causava, hanno indotto a un radicale cambio dei destini della regione attraverso un percorso partecipato da tutte le componenti della comunità, che ha portato a realizzare risanamento e nuova e sana occupazione.
Abbiamo ascoltato le loro preoccupazioni e condiviso speranze e visioni nuove, da pretendere insieme.
Unire le forze con chi subisce per primo le conseguenze di scelte politiche scellerate continua a essere per noi fondamentale per disegnare un futuro diverso e migliore.»
«D’altro canto – spiega GxT in una nota stampa – gli anni trascorsi dall’apertura della vertenza dimostrano che quanto dicevamo anni fa sul futuro dello stabilimento era vero. Lo confermano oggi gli esuberi, il continuo ricorso alla cassa integrazione e la fatiscenza di una fabbrica che cade letteralmente a pezzi e che non sembra avere alcuna prospettiva di ripresa.
Non è più possibile farsi trascinare dagli eventi rischiando che vengano lasciate migliaia di famiglie senza lavoro e senza reddito: l’esempio della riconversione operata negli anni ’90 nella Ruhr, in Germania, dimostra che un altro futuro è possibile e lo vogliamo anche per Taranto. Un futuro da scrivere tutte e tutti insieme, accanto a chi lavora su quegli impianti.»L’articolo Pettole all’ingresso della fabbrica offerte da GxT è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.