Del 18 Novembre 2023 alle ore 19:04Dario Patruno
Barese, classe 1991, laureato in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, si diploma come attore presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano nel 2014. Nel 2018 fonda il collettivo Contenuti Zero. Partecipa a programmi televisivi come Quelli che il Calcio, Stasera tutto è possibile, Bar Stella e Italia’s Got Talent. Nel 2020 scrive il suo primo one man show, 1e95, e nel 2022 il suo secondo spettacolo, Paolo Sorrentino vieni devo dirti una cosa. Debutta al cinema nel film Percoco di Pierluigi Ferrandini. Nel 2023 è nel cast de Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti in concorso al 76° Festival di Cannes e nel film Gli Addestratori per la regia di Andrea Jublin.
Abbiamo posto alcune domande ad un attore emergente che il grande pubblico ha conosciuto in Percoco, film che ricostruisce la complessa personalità del primo stragista familiare, vissuto a Bari nel maggio del 1956.
Come si è calato nel ruolo dell’amico del protagonista da barese, facendo tesoro della sua preparazione e dando espressione ad un inconsapevole e ignaro amico di Percoco?
– Mi sono semplicemente lasciato coinvolgere dalla spensieratezza di questo personaggio divertentissimo, Enzo Bellomo, che il regista ha immaginato per me. Un vitellone, un amante delle macchine e delle feste. Ho recitato come se mi trovassi in una commedia romantica e non in un film noir. E poi ho girato nel quartiere dove sono nato. Un privilegio.
“Il Sol dell’Avvenire” una commedia atipica, un “film sovversivo” come lo definisce uno dei suoi protagonisti, ambientato nell’autunno del 1956, lo considera la consacrazione nel suo cursus honorum e se sì, ci racconta come è avvenuto l’incontro con Nanni Moretti?
-Lo considero come una grande botta di fortuna perché Nanni Moretti è da sempre uno dei miei idoli. Ci siamo incontrati grazie alla mia agente, Donatella Franciosi, che mi ha messo in contatto con la casting director di Moretti, Manuela de Santis. Ci siamo trovati subito e lui era esattamente come me lo immaginavo. Essere un personaggio dei suoi film è stato incredibile e, quando ci penso, ancora stento a crederci. Gli sono molto grato.
Lei alterna il cinema al varietà in TV, vedi Bar Stella e quindi si considera un attore ricco di vis comica secondo i canoni del grande Plauto anche se con mezzi e in tempi diversi?
-Grazie per il riferimento a Plauto. A me piacciono gli attori che sono un pò di tutto. Che spaziano dal varietà al teatro e al cinema, dalla comicità al dramma. Che sono un po’ mattatori, ecco. Non voglio paragonarmi a nessuno ovviamente però mi piace molto sperimentare, come loro. Mi annoio a fare sempre la stessa cosa.
Il Teatro la vedrà tornare in scena a breve e cosa bolle in pentola dopo “Contenuti zero varietà” di cui lei ha un bel ricordo?
-Tornerò in scena con il mio ultimo monologo “Paolo Sorrentino vieni devo dirti una cosa” che sarà in scena a Milano, Roma, Bari, Montecosaro e Monza.
Ha un sogno nel cassetto?
-Si, andare nello spazio.
E con questa simpatica chiosa che lo rende empatico e inevitabilmente simpatico, comprendiamo la grammatica della persona-attore, giovane dentro oltre che per l’anagrafe di trentenne, augurandogli di sperimentare sempre come saprà e potrà essere. Ingrid Bergman nel film Nina di Vincent Minelli del 1976, pronuncia la famosa frase “Sii sempre un’originale, il mondo venera gli originali!”. La strada è tracciata, siamo sicuri che la percorrerà senza fermarsi.
foto di Mario ZanariaL’articolo Giuseppe Scoditti, talento barese dalle potenzialità inesplorate è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.