Del 18 Novembre 2023 alle ore 23:32dalle pagine social della Rete Donne Transfemminista di Arcigay
È stato ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato.
Non per amore, non per un raptus ma per possesso.
E mentre i social vengono inondati da commenti di circostanza, si tagliano i fondi per i CAV, l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole resta solo un miraggio, l’investimento di risorse per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere non è nemmeno tra le priorità dell’agenda del Governo.
E la cosa che ci fa più rabbia – quella rabbia che porteremo in piazza il 25 Novembre – è che già lo sapevamo.
di Marianna Annichiarico, Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Grottaglie (TA)
Abbiamo seguito con ansia le notizie di cronaca, ma già sapevamo.
Ancora una donna ammazzata.
Ancora una donna strappata ai suoi sogni, alla sua famiglia.
Ancora “un bravo ragazzo, forse solo un po’ possessivo.”
Ora basta, basta davvero!
Ragazze, apriamo gli occhi! L’amore non è possesso.
Mamme, papà, apriamo gli occhi! Un figlio va educato a non voler possedere una donna. Una figlia va educata a non essere oggetto, a correre via di fronte al sospetto di
essere in pericolo e a chiedere aiuto.
Gli sportelli antiviolenza sono attivi sui nostri territori, sono gestiti da operatrici che ascolteranno ciò che dici e che ti guideranno per uscire dalla violenza.
Chiama il 1522, sarai supportata e tutelata!
Che pena, oggi.
Quanto dolore!
RIP, dolce Giulia
dalle pagine social di Sud Est Donne
Lo sapevamo già tutte.
Di nuovo, ancora una volta, questa frase torna a riempire le nostre bacheche.
Di nuovo, ancora una volta, una donna è stata uccisa.
Di nuovo, ancora una volta, avete raccontato che era un bravo ragazzo, che non avrebbe fatto male neanche a una mosca.
Ancora una volta si è fatto troppo poco per la vita di una donna, e la storia di Giulia ne è un esempio lampante (un solo testimone, perquisizioni arrivate dopo 6 giorni dalla scomparsa, narrazioni tossiche…).
A noi rimane la rabbia e il dolore, che ci spingono ancora di più ad andare avanti, a stare al fianco delle donne, a dire che non sono sole, che le operatrici dei Centri Antiviolenza saranno sempre dalla loro parte.
A voi ci auguriamo resti la stessa rabbia e lo stesso dolore per un’altra vita spezzata, per un’altra donna cancellata; che spinga – uomini – ad accettare i No, ad educarvi all’amore, al rispetto, al desiderio.
L’articolo Giulia Cecchettin: sapevamo come sarebbe finita, anche questa volta è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.