Del 18 Novembre 2023 alle ore 05:44Lo stop è di otto ore o intero turno di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle Regioni del Centro
ROMA – Piazza del Popolo gremita oggi a Roma per lo sciopero contro la manovra promosso dalla Cgil e dalla Uil .“Siamo almeno 60 mila”, dicono la Cgil e la Uil di Roma e Lazio. “Lo sciopero sta avendo una adesione che da anni non avevamo e le piazze sono piene”, dichiara il leader della Cgil Landini dal palco di piazza del Popolo.
Lo slogan scelto è ‘Adesso basta’, guardando dal palco si vedono arrivare le delegazioni sindacali che stanno riempiendo la piazza, a destra si concentrano le categorie della Uil, a sinistra si notano le bandiere rosse della Cgil.

VENERDI 17, CHI SCIOPERA E QUANDO
Lo stop è di otto ore o intero turno di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle Regioni del Centro. A scioperare, sempre per otto ore o intero turno, ma su tutto il territorio nazionale, anche le categorie del pubblico impiego, della conoscenza e gli addetti di Poste Italiane. I settori dei trasporti, escluso quello aereo, e il personale del Corpo dei Vigili del Fuoco, sciopereranno dalle ore 9 alle ore 13. Questa è la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale, che coinvolgeranno le Regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il 1° dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre.
LANDINI: “IL GOVERNO PORTA IL PAESE A SBATTERE”
“Rappresentiamo la maggioranza del Paese che paga le tasse e tiene in piedi il Paese e non viene ascoltata dal governo che così porterà il paese a sbattere. Noi non lo permetteremo“, dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini durante la manifestazione a piazza del Popolo.

Presente anche una delegazione dell’Alleanza Verdi Sinistra: Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Marco Grimaldi, Elisabetta Piccolotti e Franco Mari.
LANDINI: “PIAZZE STRAPIENE, RISPOSTA A PRECETTAZIONE”
“Questa è bellissima, non è solo una piazza strapiena ma è la piazza del popolo lavoratore che tiene in piedi il paese”, prosegue Landini.  “È la risposta più ferma a chi ha voluto precettare e mettere in discussione il diritto di sciopero, che è un attacco alla democrazia”, aggiunge.
LANDINI: PIAZZA RISPOSTA A CHI HA ATTACCATO LA DEMOCRAZIA
“Chi vuole cambiare la costituzione sono quelli che non hanno partecipato a farla e ad ottenerla, ma noi non permetteremo a nessuno di ridurre gli spazi della democrazia“, prosegue il leader della Cgil.

SALARIO MINIMO, LANDINI: CHI PRENDE TEMPO HA LA PANCIA PIENA
“Si prendono sei mesi per valutare come combattere la povertà salariale, questo lo fanno perché non vivono prendendo 5-7 euro all’ora, il tempo se lo può prendere chi ha la pancia piena”.
 LANDINI: NON CI FERMIAMO, NOI DIFENDIAMO LA NAZIONE
“Noi difendiamo la Nazione e l’interesse nazionale”, dichiara il segretario generale della Cgil dal palco di piazza del Popolo. “Noi non ci fermiamo fino a che non otterremo risultati, noi stiamo scioperando per evitare che il Paese venga portato alla sbando“.

BONELLI (AVS): GOVERNO FA GUERRA A POVERI, NON A POVERTÀ
“Il Ministro Salvini ha cercato di distogliere l’attenzione dalle gravi mancanze della manovra economica con un’azione che mira a imporre il silenzio ai lavoratori e alle lavoratrici, profondamente preoccupati per il loro futuro, quello dei loro figli e del nostro Paese. Questo tentativo di mettere un bavaglio alla nostra società è un attacco diretto alla carne viva della nostra democrazia”, dichiara da Piazza del Popolo a Roma, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, che prosegue: “Questa è la piazza dei sindacati ma Salvini, con il suo protagonismo politico, tenta di mascherare le gravi ripercussioni di una Manovra che riduce le pensioni e i servizi essenziali, taglia i fondi per il trasporto pubblico locale, mentre continua a proteggere i privilegi dei grandi poteri bancari ed energetici, tutelando gli extraprofitti di banche e compagnie Oil&Gas: questo è il motivo reale per cui lavoratori e lavoratrici si trovano oggi con il bavaglio.
Il governo, invece di combattere la povertà, continua la sua guerra contro i poveri, come dimostra la proposta sul salario minimo, che è un vero e proprio schiaffo a milioni di lavoratori e lavoratrici che vivono in condizioni di povertà sociale”, conclude Bonelli.

BOMBARDIERI: DALLA PIAZZA GRANDE RIPOSTA DEMOCRATICA
“La risposta della piazza è chiara, in manovra ci sono tagli alle pensioni, parliamo di lavoro, fisco, sicurezza“, dichiara il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri arrivando alla manifestazione della Cgil e Uil contro la manovra. Rispetto allo scontro con Salvini Il sindacalista taglia corto: “Sero che la polemica sia chiusa, quella di oggi è una grande risposta democratica”. E conferma che è allo studio il ricorso contro la precettazione.
BOMBARDIERI: QUESTA PIAZZA LA RISPOSTA A CHI FA IL BULLO ISTITUZIONALE
Piazza del Popolo “è risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale”, dice il leader Uil Bombardieri. “Il ministro Giorgetti ha spiegato al suo segretario e al suo partito cosa ha deciso sulle pensioni? A lui che è andato davanti alla casa della Fornero Giorgetti faccia vedere qualche tabelle, gli spieghi la differenza tra sistema misto e sistema contribuito e se necessario gli faccia qualche disegno”, aggiunge.

‘BELLA CIAO’ E ABBRACCIO LANDINI-BOMBARDIERI, SI CHIUDE MANIFESTAZIONE
Con un abbraccio tra Pierpaolo Bombardieri e Maurizio Landini e sulle note di ‘Bella Ciao’ si chiudono i comizi dal palco di piazza del Popolo.
A ROMA CORTEO DEGLI STUDENTI E DEI PROFESSORI: INVESTIRE NELL’ISTRUZIONE 
Nel giorno dello sciopero generale anche gli studenti scendono in piazza a Roma. E con loro i professori, tanti, presenti nella coda del corteo. Dopo un presidio al Ministero dell’Istruzione, la manifestazione è partita da piazza Barberini e si è conclusa a piazza del Popolo, dove è confluita, come altre, sotto il grande palco allestito da Cgil e Uil, tra palloncini e bandiere rosse e blu.
“Abbiamo deciso di scendere in piazza in oltre 40 città, da Palermo a Padova, Verona, Taranto e Roma- spiega Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della rete degli studenti medi- per chiedere investimenti nell’istruzione perché nella legge di bilancio l’istruzione e i giovani sono completamente assenti, anzi si operano piccoli tagli. Ma siamo in piazza anche per chiedere pace e giustizia per il popolo palestinese, un immediato cessate il fuoco e un intervento nazionale per chiedere una tregua umanitaria. E infine siamo ovviamente in piazza anche per il clima e contro un modello di società precaria che parte fin dalle scuole superiori e contro il quale il Governo non sta facendo nulla”. Il corteo era aperto da uno striscione con la scritta “Non restermo a guardare“. Presenti anche alcune bandiere palestinesi, mischiate tra le tante bandiere rosse con il logo della Cgil.
LA MANIFESTAZIONE NELLE ALTRE CITTÀ
CGIL: A FIRENZE SIAMO 30.000 IN CORTEO, DA SALVINI UN REGALO
Stamattina a Firenze per la manifestazione regionale che accompagna lo sciopero indetto da Cgil e Uil contro la manovra “siamo davvero tanti. Abbiamo fatto il botto: in corteo saremo almeno 30.000″ e “ci sono pullman che ancora stanno arrivando. Poi in piazza Santissima Annunziata, ovviamente, saremo 5.000, perché quella è la capienza e quella resta“. La stima la fa il segretario toscano della Cgil, Rossano Rossi, poco dopo che il corteo si è mosso da piazza Indipendenza.
Oltre a questo “raggiungendo Firenze da Empoli ho visto che c’è tanta calma in giro, con fabbriche completamente chiuse. Non è andata bene solo la manifestazione, ma anche lo sciopero. È un bel risultato”.

Giudicando numeri e partecipazione, così, Rossi sentenzia: “Salvini ci ha fatto un regalo” con la precettazione e le polemiche che ne sono seguite. In Toscana “ci siamo ritrovati, per l’ennesima volta, con il problema di non avere mezzi per portare la gente a Firenze” quando ci sono “già centinaia di autobus arrivati. E ci sono dei casi, aneddoti, come i compagni dell’isola d’Elba che sono rimasti fermi perché c’è il mare mosso”. Insomma, “c’è una partecipazione sentita, con passione.
Le persone sono arrabbiate” e “questo è solo l’inizio, dovremo andare avanti”.
NARDELLA: GOVERNO TENTA BAVAGLIO, MA IN PIAZZA TEMI VERI
“In un Paese dove il governo tenta di mettere il bavaglio ai lavoratori, ad azzerare il diritto allo sciopero costituzionalmente sancito, bisogna stare accanto a questi lavoratori perché portano argomenti seri. Scioperano per tutti, anche per quei cittadini che non possono e non vogliono farlo”, spiega alla Dire il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a margine della sua partecipazione alla manifestazione in piazza Santissima Annunziata, in occasione dello sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil contro la manovra.
“Qui si parla di questioni molto concrete- aggiunge- di diritto alla casa, del problema degli affitti esplosivi, dei mutui, ovviamente del lavoro. Non esiste il salario minimo, ci sono molti lavori sottopagati, si muore ancora troppo sui luoghi di lavoro. Si parla di pensioni che sono state tagliate, dei servizi fondamentali come la sanità”.
Nardella rivendica: “Guardo ai contenuti, non mi interessa la polemica politica, e quando questi riguardano i cittadini della mia città sono accanto a chi manifesta per metterli al centro dell’attenzione e per chiedere al governo un impegno vero”.
CGIL TOSCANA: IN MIGLIAIA IN PIAZZA, QUESTA È DEMOCRAZIA
“Se qualcuno pensava di intimorirci, questa è la risposta. Oggi ci sono migliaia e migliaia di persone che hanno sacrificato giornata di lavoro per dire quello che pensano, perché questa è la democrazia”, ha dichiarato il segretario generale di Cgil Toscana, Rossano Rossi, intervenendo in piazza Santissima Annunziata alla manifestazione organizzata a Firenze dal sindacato confederale insieme a Uil per lo sciopero nazionale.
OLTRE 3.000 IN PIAZZA A BOLOGNA, “QUI CHI LAVORA E PAGA TASSE”
Tra le 3.000 e le 4.000 persone hanno manifestato oggi in piazza del Nettuno a Bologna per il primo round dello sciopero generale articolato in cinque giornate indetto da Cgil e Uil contro la manovra del governo Meloni. Oltre ai temi legati a pensioni, salari, scuola e fisco, a tenere banco in questa prima giornata di mobilitazione dedicata al comparto pubblico e ai servizi in appalto (venerdì i sindacati tornano in corteo con i lavoratori del settore privato), lo scontro con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, dopo la minaccia di precettazione dei dipendenti del trasporto pubblico e le accuse ai lavoratori di fare lo sciopero di venerdì per fare il “weekend lungo”. A Salvini, così, sono dedicati striscioni e cartelli, dove il ministro è ritratto come “Precetto Laqualunque”, riprendendo il titolo ad effetto utilizzato nei giorni scorsi da Il Manifesto.
Durante il corteo studentesco in occasione della manifestazione sono state dati alle fiamme cartelli con le fotografie con i volti della premier Giorgia Meloni, della segretaria del Partito democratico Elly Schlein, del sindaco Matteo Lepore e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

“La nostra è la via maestra della Costituzione, che consegna a lavoratori strumento del conflitto democratico, della partecipazione. Questa è la piazza di chi lavora e paga le tasse. Queste piazze meritano di essere ascoltate. Da qui inviamo un messaggio al governo, che pensa di comandare e non di governare. Più attaccherete la Costituzione, più la difenderemo. Non abbiamo paura”, scandisce il segretario della Camera del lavoro di Bologna, Michele Bulgarelli, che ha aperto la manifestazione introducendo gli interventi dei vari delegati di scuola, sanità, trasporti, Poste, Inps, enti pubblici. “Non conoscono il nostro lavoro, perché noi non facciamo il weekend lungo, perché molti di noi domani saranno in ufficio a garantire i servizi”, rivendica Loredana Costa, esponente Uil per i dipendenti pubblici. Argomento caldissimo nella giornata di protesta, quello della sanità.

“La risposta non è il finanziamento alla sanità privata, come da anni succede anche in Emilia-Romagna, anche se si va in televisione a difendere la sanità pubblica. La risposta non è questa manovra”, sostiene Fabio Betti delegato dell’Ausl di Bologna. In piazza si affaccia anche la politica. Si vedono gli assessori alla Scuola e alla Sanità del Comune di Bologna, Daniele Ara e Luca Rizzo Nervo (“I temi della cultura e salute sono oggetto di preoccupazione condivisa”, spiega quest’ultimo), la vicesindaca Emily Clancy, gli assessori regionali al Welfare e ai Trasporti, Igor Taruffi e Andrea Corsini, il segretario del Pd di Bologna città, Enrico Di Stasi e la segretaria provinciale, Federica Mazzoni.
“Essere qui significa stare dalla parte dei lavoratori contro questa manovra del governo, che si rivela un vero governo di destra, che non si preoccupa di diminuire le disuguaglianza sociali e non fa nulla per migliorare le condizioni dei lavoratori. Le misure della finanziaria sono un bluff, non ha in agenda l’evasione fiscale e, nascondendo dietro la retorica della famiglia tradizionale, non guarda alle nuove povertà che riguardano bambini, adolescenti e donne”, contesta Mazzoni.
“Scioperiamo su una piattaforma ampia che chiede di aumentare i salari, di combattere l’evasione di tassare le rendite finanziarie, e perché vogliamo una riforma delle pensioni di fronte a governo che è riuscito nel capolavoro di peggiorare la Fornero, facendo cassa sulle pensioni. Oggi scioperiamo anche perché, dopo gli attacchi del ministro Salvini, con la complicità della presidente del consiglio, abbiamo bisogno di difendere il diritto di sciopero scioperando”, conclude Bulgarelli
A BOLOGNA PURE GLI INFERMIERI IN PIAZZA: “IGNORATI E PENALIZZATI”
Senza nuove risorse per la sanità e penalizzati dalla riforma delle pensioni. Anche gli infermieri del sindacato Nursind scendono in piazza, oggi a Bologna, in occasione dello sciopero generale indetto contro la manovra del Governo Meloni. Ma non solo. Perché anche con la Regione Emilia-Romagna i problemi non mancano.

Con la manifestazione di questa mattina in piazza Maggiore “vogliamo dare un segnale forte– conferma la numero uno del Nursind, Antonella Rodigliano, parlando alla Dire- al Governo, con cui vogliamo interloquire ma da cui finora non abbiamo avuto risposte, e anche a livello locale”. Anche in Emilia-Romagna, infatti, “abbiamo forti criticità- afferma il Nursind- l’interlocuzione a livello regionale manca. Purtroppo la Regione molto spesso non coinvolge gli infermieri e la situazione in Emilia-Romagna non è migliore di altre Regioni. I nostri professionisti stanno male e il Nursind lo denuncia da tempo”. Passando al piano nazionale, nella nuova legge di bilancio del Governo “ancora una volta abbiamo visto che non ci sono le risorse per la sanità- afferma Rodigliano- anzi ci hanno penalizzato con la riforma delle pensioni”.
Ormai quella degli infermieri “è una categoria che sta diventando invisibile– lamenta il sindacato- pensavamo che dopo il Covid i politici avessero capito che la sanità è un bene prezioso e che abbiamo bisogno di essere sostenuti. Invece vediamo che tutti i Governi, anche questo purtroppo, non ci sta sostenendo nel modo giusto”.
Cosa chiede dunque il Nursind? “Più risorse- elenca Rodigliano- e gratificazioni per la nostra professione. Chiediamo che la nostra professione venga riconosciuta e valorizzata a livello professionale ed economico. “Le dotazioni organiche all’interno delle aziende sanitarie “devono essere eque- afferma la numero uno del Nursind- perché siamo carichi di lavoro e doppi turni. Abbiamo una situazione di stress correlato al lavoro che dilaga in tutte le nostre aziende” e la correlazione dei tempi vita-lavoro “è insostenibile”. In altre parole, insiste Rodigliano, “oggi fare l’infermiere non è più attraente: ai corsi di laurea non si iscrive ormai nessuno. Ma noi dobbiamo lottare per questo. La sanità va tutelata, è un bene prezioso che coinvolge tutti. E noi oggi siamo in piazza anche per i cittadini”.

“STOP MASSACRO GAZA”, DA COBAS SCUOLA BOLOGNA SOS AI MINISTERI
“Come espresso dalle parole della poetessa palestinese Rafeef Ziadah, vogliamo insegnare la vita, dobbiamo insegnare la pace”. È uno degli slogan che animano il presidio dei Cobas Scuola in piazza della Mercanzia a Bologna, nel giorno dello sciopero generale promosso da Cgil e Uil.
Animano la mobilitazione alcune decine di persone, con bandiere e megafoni, ed è stato esposto pure uno striscione giallo che recita “pericolo di crollo” per “scuola e sanità”, a fianco del cantiere di restauro della Torre Alberici. Il presidio “delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola” chiede con un appello al ministero degli Esteri e a quello dell’Istruzione “il cessate il fuoco immediato e lo stop al massacro in Palestinese”, mentre si puntualizza in un volantino: “Da più di un mese, a seguito delle brutali azioni perpetrate da Hamas il 7 ottobre, che hanno causato la morte di oltre 1.400 persone (la maggior parte delle quali civili) e portato al rapimento di 200 ostaggi civili, assistiamo a massicci e indiscriminati bombardamenti condotti dall’esercito sotto la guida del governo Netanyahu”.
IN TANTI IN CORTEO IN ROMAGNA E VENERDÌ SI REPLICA A CESENA 
Banchine silenziose al porto di Ravenna; portoni delle scuole chiuse; braccia incrociate nella sanità pubblica e privata. Alta adesione in Romagna alla prima giornata di sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Con cortei a Rimini, Ravenna e Forlì. E appuntamento per la nuova protesta, questa volta unitaria, venerdì prossimo, 24 novembre, a Cesena.
A Rimini, in base ai dati forniti dalle parti sociali, si registra l’80% di adesione, 185 dipendenti, alle Officine grandi riparazioni Trenitalia; il 40%, 120 dipendenti, a Start Romagna; il 50%, 200 dipendenti, nella Filiera Amazon; tra il 75% e l’85% nei Comuni; di oltre l’85% nelle scuole dell’infanzia di Rimini e dell’80% dei nidi a Riccione. Per le scuole secondarie di primo e secondo grado ci sono adesioni in tutti gli istituti, con chiusura di alcuni plessi e picchi vicini al 30%. Mentre delle sei Cucine Camst strumentali al sistema scolastico solo una è rimasta aperta. Ancora: nella sanità le adesioni sono “molto elevate”, al 50% nelle pulizie negli ospedali e oltre il 50% nel settore Igiene ambientale. Il corteo a Rimini si è concluso sotto il palazzo della Prefettura, dove i rappresentati delle parti sociali sono stati accolti per illustrare le loro ragioni. La segretaria generale della Cgil provinciale Isabella Pavolucci, con a fianco la collega della Uil Giuseppina Morolli, definisce “bellissima” la mattinata di protesta contro una finanziaria che “non assegna risorse alle persone più deboli”. Mentre “il governo legittima i contratti pirata facendo sedere al tavolo di confronto sindacati che non rappresentano nessuno”.
La “falsa narrazione” dell’esecutivo, aggiunge la sindacalista, è “un atto politico”, ma “il governo i conti con noi li deve fare ed è inutile che il ministro Matteo Salvini ci precetti. Saremo sempre qua. Chi sciopera oggi non è un irresponsabile, applica il più grande senso di responsabilità”, conclude dando l’appuntamento a Cesena con concentramento in piazza Sanguinetti dalle 9.30 e poi corteo verso piazza del Popolo dove interverranno anche Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, ed Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo nazionale della Uil.
Pure da Ravenna Cgil e Uil esprimono “soddisfazione per la piena riuscita della prima giornata di sciopero”, con una piazza XX Settembre “affollatissima” dove hanno preso parola i segretari generali provinciali Marinella Melandri e Carlo Sama. “Il porto si è fermato”, sottolineano, molte scuole secondarie di secondo grado sono rimaste chiuse così come “numerosi” istituti comprensivi in tutta la provincia. Nel comparto pubblico sono fermi quasi tutti i servizi all’infanzia ed è “alta” l’astensione dal lavoro nelle autonomie locali, nelle funzioni centrali e nella sanità pubblica e privata.
È il segnale che “i lavoratori sono stanchi della propaganda e che vogliono risposte concrete- sottolineano i due sindacalisti- la piazza di oggi è la risposta più efficace al governo Meloni e al ministro Salvini che attaccano il diritto di sciopero”. Anche a Ravenna i segretari generali di Cgil e Uil sono stati ricevuti in Prefettura. Tanta partecipazione, infine, anche a Forlì dove in oltre 500, tra lavoratori e studenti, hanno sfilato fino a piazza Ordelaffi per lanciare “un forte No alla Legge di bilancio”, la “richiesta ferma” al governo di dare risposte su salario, fisco, pensioni e tutela dei servizi pubblici universalistici, e per denunciare i costi troppo alti di accesso allo studio e affitti. “A sei mesi dalla catastrofe alluvionale la piazza si è commossa e ha chiesto con forza che il governo mantenga la promessa del ristoro al 100% dei danni”, sottolineano i segretari generali di Cgil Forlì-Cesena, Uil Forlì e Uil Cesena, Maria Giorgini, Enrico Imolesi e Paolo Manzelli.
1.500 IN PIAZZA A CAGLIARI: “NON-CI FACCIAMO INTIMIDIRE”
“Adesso basta”. E ancora: “Non ci facciamo intimorire dal governo”. Lo hanno urlato più volte gli oltre 1.500 manifestanti, giunti da tutta la Sardegna, che oggi hanno risposto alla chiamata di Cgil e Uil, affollando metà della piazza Carmine, a Cagliari, per protestare contro la manovra finanziaria dell’esecutivo Meloni. Sul palco si sono susseguiti per tutta la mattina gli interventi dei segretari delle due sigle, alternati da stacchi musicali con pezzi rock, da Ligabue a Rino Gaetano. Impossibile dalla piazza vedere i volti di chi parlava dal palco, coperti da una marea di bandiere con i colori dei due sindacati.

“È una manovra che non risponde ai bisogni della nostra gente- spiega la segretaria generale della Uil Sardegna, Francesca Ticca-. Noi rappresentiamo quel mondo che ha problemi di salario, di rinnovo di contratti, ha problemi di pensione, non ha il lavoro. E la politica in tutto questo non sta dando risposte. Bisogna iniziare con un primo ‘cappello’: basta con l’evasione fiscale, deve essere la prima grande battaglia di questo Paese”. La legge di bilancio “del governo Meloni-Salvini non da risposte al mondo del lavoro- spiega Fausto Durante, segretario generale della Cgil isolana-. Abbiamo una drammatica crisi di salari, abbiamo l’inflazione che sta mordendo il potere d’acquisto di salari e pensioni, abbiamo l’industria e il sistema economico-produttivo del Paese che aspettano risposte. Il governo non sta facendo nulla su questi fronti, e anzi continua a fare politiche sociali e fiscali sfavorevoli al mondo del lavoro”.

A MODENA IN 4.000 IN PIAZZA, “SCUOLE SOSTITUISCONO ASSENTI” 
“Soddisfazione” per lo sciopero contro la finanziaria dei sindacati a Modena, che segnalano “oltre 4.000 lavoratori, pensionati e studenti” nei due momenti di mobilitazione in piazza Grande, prima della Cgil (mattina) e poi della Uil (pomeriggio). Tuttavia, emerge già una nuova polemica. La Flc-Cgil, dopo averne parlato con provveditorato e prefettura, denuncia in queste ore “il comportamento inaccettabile di diversi dirigenti scolastici che nei giorni scorsi hanno riorganizzato il servizio effettuando cambi turno e spostamenti del personale in servizio sui plessi, che di fatto si configurano come sostituzione di personale in sciopero”.
Stando più in generale ai numeri diffusi dalle due sigle, che danno appuntamento a venerdì prossimo sempre in piazza Grande per la mobilitazione nel settore privato, nidi e scuole d’infanzia comunali e convenzionati (gestiti dalle cooperative sociali) in tutto il territorio provinciale sono chiusi oltre l’80%, i centri diurni per anziani e disabili oltre il 70%.
“Altissima l’adesione” anche fra i lavoratori dei centri di raccolta rifiuti di Modena e provincia, con “larga partecipazione” anche nei servizi di molti Comuni, a partire da quelli anagrafici, sociali, dagli uffici tecnici e del personale.

“Larga adesione (oltre il 70%)” anche fra gli operatori dei servizi di assistenza domiciliare agli anziani, con la garanzia dei soli servizi minimi essenziali. Anche nella sanità, pur garantendo il personale per i servizi di urgenza, l’adesione degli operatori sanitari e amministrativi è stata “alta: chiusi i centri di salute mentale di Modena, Carpi e Castelfranco, gli uffici amministrativi (San Giovanni del Cantone), le sale operatorie chiuse di molti ospedali di Modena e provincia (salvaguardando solo le urgenze), molti poliambulatori chiusi”.
In casa Cgil e Uil si parla inoltre di “ampia partecipazione anche fra gli operatori dei servizi in appalto della cooperazione sociale (appoggio scolastico, pronto intervento sociale, educativa territoriale)”, mentre anche sul versante scuola, dai primi dati raccolti, risultano chiusi quasi tutti i nidi e le scuole d’infanzia della Fondazione Cresciamo (80%), oltre a numerose chiusure di sedi e plessi scolastici tra cui il Meucci di Carpi (completamente chiuso), il Luosi di Mirandola (chiusa la sede centrale), i due plessi dell’Istituto comprensivo di Castelnuovo. “Significativa l’astensione” alle scuole medie Ferraris di Modena e alle Cavour sia tra docenti che personale Ata. Si segnalano inoltre due plessi chiusi all’istituto comprensivo Ferrari, numerose adesioni anche nelle scuole di Modena città, come l’Iti Fermi e l’Iti Corni. Fra il personale tecnico amministrativo di Unimore le adesioni non sono andate oltre il 10%. Nel trasporto pubblico locale Cgil e Uil rendicontano un’adesione al 70% nel magazzino logistica di Amazon (al 50% fra diretti e somministrati) e adesioni dal 10% al 70% in vari cantieri in appalto delle cooperative di facchinaggio (Cfp, Progetto Lavoro e altre).
Adesso, Cgil e Uil sono impegnate nel proseguo della mobilitazione con lo sciopero del prossimo venerdì 24 novembre che riguarda i settori privati e danno appuntamento a tutti in piazza Grande. Ha partecipato alla manifestazione in piazza Grande anche il deputato modenese Pd Stefano Vaccari, che commenta: “Oggi sono qui, insieme alla Cgil di Modena, per sostenere le lavoratrici e i lavoratori, e appoggiare la richiesta di investimenti nei servizi pubblici, per la sanità e il lavoro, per i diritti e i salari. Siamo al fianco di chi oggi sciopera- continua Vaccari- per chiedere di cambiare una manovra finanziaria ingiusta, che contribuisce ad aumentare il precariato e rendere chi lavora ricattabile”.
A REGGIO EMILIA SCIOPERANO IN 5.000
Piena riuscita a Reggio Emilia per lo sciopero indetto oggi da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del Governo. Un corteo di circa 5.000 persone, dopo il concentramento nella zona della stazione ferroviaria, ha raggiunto le ex Officine Reggiane, luogo simbolo del conflitto sociale in città. “Abbiamo superato dei record- dice il segretario della Cgil reggiana Cristian Sesena- dimostrando che democrazia e partecipazione esistono ancora”. Questo, prosegue Sesena, “è uno sciopero giusto, contro una manovra che impoverisce i lavoratori, usa i pensionati come bancomat e affama la sanità pubblica che è un diritto garantito dalla Costituzione”. L’intervento conclusivo è quello di Rocco Palombella, segretario nazionale dei metalmeccanici della Uil, che ricorda tra l’altro come “lo sciopero non è una giornata di festa, ma di lotta e di sacrificio”. Palombella è stato più volte applaudito e, quando ha parlato della manovra economica, si è levato un coro di “vergogna” da parte dei lavoratori.
PD: A JESI RISPOSTA STRAORDINARIA, FLOP MELONI-SALVINI 
“Nonostante il tentativo di Meloni e Salvini di far fallire lo sciopero, la mobilitazione indetta da Cgil e Uil ha visto una straordinaria risposta da parte delle lavoratrici e dei lavoratori della nostra provincia“. Lo ha detto è il capogruppo regionale del Pd marchigiano, Maurizio Mangialardi, presente stamattina a Jesi allo sciopero proclamato da Cgil e Uil.

Per il dem “è chiaro che, al di là delle narrazioni della destra, cresce in tutto il Paese l’insofferenza nei confronti di un governo che, a poco più di un anno dal suo insediamento, non è stato in grado di dare neanche una risposta né sul fronte della lotta all’inflazione, né sulla necessaria crescita di salari e stipendi, riuscendo perfino a peggiorare la legge Fornero. Per non parlare, poi, del personale sanitario, letteralmente abbandonato a sé stesso dopo il dramma del Covid”.
Purtroppo, l’amara considerazione di Mangialardi, “gli effetti di questa crociata contro il lavoro sono visibili anche qui a Jesi. Basti vedere le difficoltà che stanno attraversando due realtà importanti come la Cnh e l’ex Caterpillar, nella totale indifferenza del governo Meloni e della giunta Acquaroli”.
CGIL-UIL: A PADOVA 10.000 IN PIAZZA SMONTANO PROPAGANDA GOVERNO
Erano 10.000 le persone oggi in piazza a Padova per lo sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil (chiamava a incrociare le braccia e lavoratori del comparto pubblico, istruzione e ricerca, trasporti, Igiene ambientale, poste, consorzi di bonifica) e al quale hanno aderito anche gli studenti dell’Udu e della Rete degli Studenti.
“Le persone che vivono di lavoro o di pensione- dichiara Tiziana Basso, segretaria Cgil Veneto- subiscono una crisi sociale sempre più grave, su cui il Governo fa finta di nulla, pensando di cavarsela con la propaganda. Ma la propaganda non aumenta i salari dei dipendenti pubblici, non finanzia scuola e sanità, non abolisce la Legge Fornero. Servono risorse e occorre andare a prenderle dove ci sono: evasione fiscale, extra profitti, rendite finanziarie e immobiliari. Non ci firmeremo finché non avremo risposte”.
È stata una “partecipazione altissima- commenta il segretario Uil Roberto Toigo- che dimostra innanzitutto la bontà delle nostre motivazioni: questa manovra è iniqua e non dà risposte a nessuno, dai giovani agli anziani, dai lavoratori ai pensionati. E poi abbiamo voluto difendere il diritto costituzionale di manifestare e scioperare, che in questi giorni qualcuno ha tentato di mettere in discussione”. L’appuntamento ora è per venerdì prossimo, 24 novembre, quando sciopereranno lavoratori di tutti i settori privati del Nord.
IN VALLE D’AOSTA ADESIONE SUPERIORE AL 50%
Due presidi – il primo sotto il Palazzo regionale, a cui hanno partecipato un centinaio di lavoratori e sindacalisti, il secondo davanti alla sede dell’Inps in corso Battaglione Aosta- e un’adesione che in Valle d’Aosta ha “superato il 50%”. Lo dicono Cgil e Uil dopo lo sciopero proclamato oggi in alcuni settori; in Valle all’astensione dal lavoro ha aderito anche il sindacato autonomo Savt. In piazza Albert Deffeyes, Cgil e Uil hanno manifestato contro “una legge di bilancio che fa acqua da tutte le parti“. I lavoratori dell’Inps e dell’Inail hanno manifestato per la carenza di personale cronica, con i due istituti sotto organico in Valle ormai da anni. Per Cgil e Uil, l’adesione allo sciopero ha superato il 50%: nei trasporti l’adesione dichiarata è stata del 60%, del 30% alle Poste italiane con una ventina di uffici postali rimasti chiusi.
CGIL E UIL IN PIAZZA A NAPOLI: CAMPANIA PAGA PREZZO PIÙ ALTO 
“Il Paese sta attraversando una fase importante e delicata e questo governo dovrebbe imparare ad ascoltare le richieste del sindacato, perché, a una certo punto, la risposta non può che essere la mobilitazione e lo sciopero: buttarla sull’ideologica e la politica come vuole fare qualche ministro, penso a Salvini, non significa dare le risposte giuste ai lavoratori, ai pensionati, ai cittadini per i problemi di questo Paese”. È quanto afferma, interpellato dall’agenzia Dire, il segretario generale della Cgil Napoli e Campania Nicola Ricci durante la mobilitazione di Cgil e Uil in piazza del Plebiscito, dove questa mattina, un migliaio di lavoratrici, lavoratori e pensionati si sono riuniti contro la manovra del governo.

“È una manovra che non ci convince – osserva Ricci -, che non dà risposte, e siamo preoccupati perché la Campania pagherà il prezzo peggiore in termini di lavoro, pensioni, sanità. Poi ci si mette anche il presidente De Luca, che non comprende le ragioni del sindacato: gli scriveremo su questo, perché le nostre sono ragioni profonde”.
“Il diritto allo sciopero non va intaccato – rimarca il segretario della Cgil – e, soprattutto, la nostra Costituzione va difesa e rispettata. Noi scegliamo il conflitto e lo sciopero quando non ci sono risposte, non conosciamo altri metodi democratici per protestare. Qualcuno pensava che non lo dovessimo fare, invece noi continueremo a farlo per altre quattro giornate e l’1 dicembre lo faremo nuovamente anche da Napoli con Maurizio Landini”.
Pubblico impiego, trasporti, sanità, scuola, appalti di vigilanza, pulizia e ristorazione collettiva, lavoratori e lavoratrici dei Consorzi di Bonifica: questi i settori che oggi hanno incrociato le braccia in Campania, rispondendo alla mobilitazione lanciata dalle due confederazioni. “Oggi siamo a Napoli e in tutte le prefetture della Campania e poi siamo concentrati sull’appuntamento del 1 dicembre: sarà un’ulteriore grande mobilitazione e non fermeremo la nostra lotta finché non avremo ottenuto risposte concrete per lavoratrici, lavoratori e pensionati”, spiega alla Dire il segretario generale Uil Napoli e Campania, Giovanni Sgambati. Al Sud “non solo l’autonomia differenziata, ma i tagli che riguardano sanità, trasporto pubblico locale, provocheranno – dice Sgambati – un ulteriore indebolimento della mobilità, dell’assistenza sanitaria e la non tutela dei lavoratori”.
CGIL SICILIA: NO ALLE SCELTE ANTIMERIDIONALISTE DEL GOVERNO
“Oggi scioperano e sono in piazza le lavoratrici e i lavoratori di settori importanti perché riguardano diritti fondamentali di tutti i cittadini, come quelli alla salute, all’istruzione, alla mobilità, ai servizi che solo una pubblica amministrazione efficiente può garantire. Sono lavoratori bistrattati da questo governo nazionale, che si spinge pure a volere fare cassa sulle loro pensioni, che non mette risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti e il contrasto al caro-vita. Ma bistrattati sono in realtà tutti i siciliani e tutta la Sicilia che, il governo come se non bastasse ciò che toglie a tutti, vuole pure penalizzare con l’autonomia differenziata che darebbe un colpo fatale alla sanità pubblica e all’istruzione pubblica”, ha detto Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, nel corso del comizio che si è tenuto davanti all’Ars, a Palermo, per il sit-in nel giorno dello sciopero generale delle categorie Cgil e Uil del pubblico impiego, dell’istruzione, dei trasporti, dei consorzi di bonifica.
“Tutto questo- ha aggiunto Mannino – accade nel silenzio e con l’assenso del governo regionale, le cui politiche sanitarie hanno mostrato il vero volto di un Esecutivo inefficiente. Noi chiediamo un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione e nella sanità – ha sottolineato il segretario della Cgil Sicilia – perché questi settori funzionino, perché ci sia una risposta concreta ai precari, ai giovani, alle donne”.
Mannino ha quindi rimarcato: “chiediamo le stabilizzazioni e la riqualificazione in settori collegati alla pubblica amministrazione come i consorzi di bonifica. Chiediamo che si punti sull’istruzione pubblica come vera leva per il futuro delle giovani generazioni. Chiediamo questo e sviluppo e lavoro e lo ribadiremo il 20 con lo sciopero generale e con la grande manifestazione regionale che si terrà a Siracusa e con successivi appuntamenti di mobilitazione perché il governo nazionale inverta la rotta delle sue politiche antimeridionaliste e contro i lavoratori, i pensionati, i giovani e le donne e il governo regionale esca da questa imbarazzante e deleteria fase di inerzia che va avanti da troppo tempo”.  Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.itL’articolo FOTO | VIDEO | Piazze affollate per lo sciopero generale, in migliaia a Roma: le voci dalle città è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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