Khadija Rabouh è una signora marocchina che vive ormai e lavora in Italia da lungo tempo, qui è nata nove anni fa la figlia Aya che ha sempre frequentato le scuole in Sardegna e si sente italiana da sempre.
La loro è una famiglia modello di integrazione, non hanno mai avuto problemi a trovare case in affitto, a trovare lavoro e a far nascere e coltivare amicizie.
Né il fatto di professare una religione, quella musulmana, diversa dalla cristiana ha mai rappresentato un problema, né per loro né per gli altri.
Khadija è specializzata nella cura degli anziani, dei bambini e della casa, la figlia grazie al diritto allo studio che il nostro Stato le ha riconosciuto sta frequentando la scuola e un domani potrà ambire ad un futuro di crescita culturale e professionale.
Anche Khadija studia, sia l’italiano che l’arabo, perché ora ha i mezzi per raggiungere gli obiettivi che con la sua intelligenza ha sempre perseguito.
Nel mese di ottobre finalmente, presso il palazzo municipale di Sassari, in nome del Sindaco è stato ufficializzato il conferimento della cittadinanza italiana a Khadija e Aya che lo aspettavano e desideravano da tempo.
E’ stato il coronamento di un sogno e di un progetto da parte di chi con coraggio ha scelto di sradicarsi dal paese di origine in cerca di una vita con maggiori chances ma anche di una vita nuova, differente. Ma è stata anche la definitiva accoglienza da parte dell’Italia di una nuova famiglia, che non potrà che arricchirne il tessuto sociale.
Perché oggi il nostro Paese è afflitto dal dramma dello spopolamento progressivo, causato sia da un calo drastico delle nascite che dall’emigrazione dei connazionali in cerca di altri lidi.
Dramma che tocca in modo particolare quei territori, come la Sardegna, che non hanno mai brillato per tassi di natalità e che oggi detengono il non invidiabile primato quanto allo spopolamento.
Su 377 comuni della Sardegna, oltre duecento hanno una popolazione sotto i 3mila abitanti, ed entro il 2050 almeno 31 paesi rischiano di essere cancellati dalla cartina geografica.
Assieme a Khadija e Aya vive in Italia anche una sorella di Khadija, e la loro speranza è quella di poter ottenere il ricongiungimento con altri parenti, e almeno con gli anziani nonni di Aya, che la bimba per ora riesce a vedere soltanto una volta all’anno quando durante le vacanze estive assieme alla madre parte per il Marocco.
Ora che è arrivata la cittadinanza italiana è diventato tutto più facile, tanti auguri allora alle due nuove italiane!
 

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