di On. Simone Billi (foto)
Gli impatriati che si sono avvalsi del regime agevolato nel 2021 erano 21. 226, nel 2020 erano 15. 080, nel 2019 erano 11. 285.
Il regime speciale per i lavoratori impatriati è stato oggetto di molteplici provvedimenti normativi, tra i principali il Decreto Legge 78 del 2010, il Decreto Internazionalizzazione del 2015 ed il Decreto Crescita del 2019.
Questo Regime è stato varato con lo scopo principale di consentire il trasferimento in Italia di persone altamente qualificate e specializzate favorendo, al contempo, lo sviluppo tecnologico, scientifico e culturale del nostro paese.
Le modifiche a tale Regime sono ancora in fase di discussione. Ad oggi, queste modifiche riguardano una aliquota uguale in tutta Italia, pari al 50%; un tetto massimo di reddito, per adesso stabilito in 600.000€; requisiti più stringenti per l’accesso all’agevolazione, tra cui un periodo di residenza fiscale all’estero più prolungato (3 anni invece che 2 anni); una permanenza in Italia successiva al rientro più estesa (5 anni) e l’obbligo di possedere requisiti di elevata qualificazione o specializzazione.
In particolare, ho discusso ed il Ministero dell’Economia ha già modificato un aspetto importante: la residenza “fiscale” prevista nelle prime bozze della norma è stata modificata in residenza “anagrafica”, per permettere a chi si trasferirà in Italia entro il 31 dicembre 2023 di avvalersi dell’attuale normativa.
Sto spingendo il Ministero affinché possa essere previsto un ulteriore periodo di transizione, per venire incontro alle famiglie numerose che hanno già programmato, ma non sono ancora riuscite, a trasferirsi.
Sto discutendo inoltre ulteriori modifiche migliorative, tra cui una possibile estensione degli sgravi fiscali oltre i primi 5 anni ed i trasferimenti intra-gruppo.