Del 8 Novembre 2023 alle ore 22:00di Antonio Simondi
Ciò che sta avvenendo in Israele e a Gaza dal 7 ottobre, quando i terroristi di Hamas, un organizzazione politica palestinese, entrarono in Israele uccidendo ragazzi innocenti che si stavano solo divertendo e sterminando intere famiglie soltanto perché ebrei, sta cambiando e cambierà il mondo in cui viviamo. Per molti esperti, il 7 ottobre ha significato il punto di non ritorno. Dare un analisi della situazione è molto complicato, sono coinvolti molti stati, Russia, Cina, Stati Uniti, l’
Iran e gli stati d’ Europa. Si può riassumere il tutto nelle parole caos e violenza è un quadro molto complesso e come ha detto Papa Francesco in un intervista della giornata di ieri, si rischia l’ escalation. Anche se si vedono ancora timidi segnali da parte del Qatar, della presidenza Biden, io personalmente come molti ho poca fiducia in un presente e futuro di pace. Dalle parole del primo ministro d’ Israele, Beniamin Netanyahu, sembra che la guerra sarà molto lunga. Israele dopo le azioni di violenza compiute da Hamas ha cominciato a bombardare la città di Gaza controllata dagli uomini di Hamas alla caccia dei terroristi e degli oltre 200 ostaggi israeliani e di diverse nazionalità nelle mani di Hamas e bombardando il gruppo libanese Hezbollah, vicino al regime iraniano. La reazione dell’ esercito israeliano è stato pesante con bombardamenti su Gaza e la morte non solo dei terroristi ma anche di persone innocenti, donne e bambini, tragedie umanitarie per via delle fughe dalla città e dei bombardamenti contro i campi profughi dove sono morti tanti bambini innocenti, con l’ Onu che ha dichiarato gli attacchi un crimine contro l’ umanità. In questo contesto è tornata la paura degli attentati terroristici in Europa, a Bruxelles fuori dallo stadio durante Belgio- Svezia, un uomo ha ucciso due svedesi, gli allarmi bomba in Francia e il ritorno
dell’ antisemitismo. Insomma la situazione è delicata e instabile, anche l’ opinione pubblica dei vari stati è divisa. Dunque ciò che si può fare non lo so, ma penso che dovremo fermarci tutti e ragionare un attimo, tutti i presidenti da Biden, Putin, Xi Jinping dovrebbero fermarsi e pensare e tornare al dialogo prima che sia troppo tardi.L’articolo Guerra in Medioriente: cosa succede? è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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