Del 7 Novembre 2023 alle ore 19:01“Sono fiera di essere tarantina, orgogliosa di essere accanto ai Genitori tarantini in questa sacrosanta battaglia di giustizia e civiltà a tutela della popolazione e dei lavoratori.
Stamattina a Lussemburgo, davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, il governo, Ilva in amministrazione straordinaria e Acciaierie d’Italia non hanno sorpreso.
Anzi, hanno ribadito le loro tesi inaccettabili sostenendo di essere in linea con piano ambientale, prescrizioni e tutte le azioni che in generale stanno garantendo la produzione di acciaio a Taranto (scudo penale compreso).
La Commissione europea è scettica. Anzi, diciamola tutta, mette i paletti lungo il tappeto steso dal governo per facilitare il cammino tortuoso e controverso delle acciaierie di Taranto.
‘I rischi per la salute devono essere debitamente presi in considerazione al momento di concedere o riesaminare l’autorizzazione’, ha scritto la Commissione europea. Dopo la Corte costituzionale, la Corte d’Assise di Taranto, dopo il Tar di Lecce e il Consiglio di Stato, è adesso la Corte europea a occuparsi della vicenda (vorrei dire farsa o tragedia…) targata ex Ilva.
I giudici europei sono chiamati a pronunciarsi sull’istanza del Tribunale di Milano, come detto, ovvero a stabilire se le norme italiane varate sulla fabbrica (i famosi decreti salva Ilva) siano o meno compatibili col diritto comunitario.
Prossima tappa il 14 dicembre, quando si pronuncerà l’avvocatura generale. La sentenza arriverà nel 2024.
Ringrazio i Genitori tarantini e lo staff legale per questa grande battaglia che stanno conducendo.
Sono e resto accanto a loro, come stamattina in aula in Lussemburgo”.
Lo dice l’eurodeputata dei Verdi europei, Rosa D’Amato, in merito all’udienza che si è svolta oggi presso la Corte di giustizia europea sul caso dell’ex Ilva.
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Rosa D’Amato
deputata del Parlamento europeo
L’articolo Ilva, D’Amato (Verdi europei): “Udienza alla Corte Ue, abbiamo smontato le bugie di azienda e governo” è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.