Del 6 Novembre 2023 alle ore 22:45È il titolo di un film con Alberto Sordi dove lui, impersona un mercante di armi che opera soprattutto in Africa, il suo successo economico è strettamente collegato ai conflitti che imperversavano nel suo territorio. Se operasse oggi sarebbe ricchissimo, considerando quante guerre e focolai di guerra ci sono in tutto il mondo.
Secondo ( UCDP ) Uppsalla Conflict Data Program dell’università svedese, sarebbero 170 i conflitti nel mondo, altre organizzazioni valutano fra i 27 e i 59 le guerre attive.
I più noti, che tratteremo a parte, quello Israelo/Palestinese e quello Russo/Ucraino, hanno monopolizzato l’attenzione, facendo passare in second’ordine tutti quei conflitti che sono attivi nel mondo, parliamo di:Armenia, Azerbaigian, Iran, Yemen, Etiopia, Repubblica democratica del Congo e grandi Laghi, Sahel, Haiti, Pakistan, Taiwan,Libia, Siria, questi sono, secondo gli analisti internazionali, i paesi che hanno in corso guerre o gravi crisi da monitorare costantemente. Quasi sempre all’origine di questi conflitti ci sono motivazioni che vanno, da quelle religiose a quelle territoriali, socia li ed etniche con l’unico sbocco finale di una guerra. In tutto questo i mercanti delle armi fanno affari d’oro, spesso rifornendo entrambe le fazioni con i loro armamenti.
L’ultimo conflitto, quello Arabo –Israeliano ha origini antiche, risale al 1947 quando L’ONU divise la Palestina in due stati, quello ebraico,quasi a voler ricompensare le atrocità subite durante il periodo della guerra e dell’Olocausto, la Shoah, e quello arabo, ma il fuoco della discordia sulle rivendicazioni, che covava, non si è mai spento negli anni. Quanto successo durante la II° guerra mondiale, con l’ondata di antisemitismo, originata dal regime nazista, spinse il presidente Ben Gurion, nel1948 a fondare lo Stato di Israele che è uno Stato sovrano riconosciuto fin dal 1948.
Il territorio di Israele è riconosciuto, ufficialmente a livello internazionale con le suefrontiere dal 1967. La Palestina è una regione situata nella parte più orientale delMediterraneo, di grande importanza economica. Il territorio della Palestina comprende la striscia di Gaza e la Cisgiordania, occupata dai coloni israeliani dal 1967.
La striscia di Gaza è governata da Hamas che è un gruppo politico palestinese moltopresente nella striscia di Gaza, l’origine del nome viene da” Movimento di resistenzaIslamica” nasce nel 1987 con la prima intifada, movimento di protesta palestinesecontro Israele. Le questioni territoriali sono all’origine di questi scontri, la città diGerusalemme, sacra per le tre religioni monoteistiche, ebraismo, cristianesimo, eislamismo è rivendicata da israeliani e da palestinesi come loro capitale. L’altraorganizzazione politica paramilitare, Hezbollah, il partito di Dio, di origine libanesegode dell’appoggio dell’Iran, è considerata una organizzazione terroristica. Hamasattribuisce l’origine dell’azione contro Israele per quanto accaduto nella Moschea alAqsa e alle violenze nei campi profughi. Israele, dopo l’attacco terroristico effettuato.
Il 7 ottobre, durante un rave party, per la festa del Sukkot ,nel deserto del Negev daiterroristi di Hamas, che hanno massacrato senza pietà più di 260 ragazzi, e rapite altre 200 o forse più persone, ha immediatamente avviato un’azione di guerra, con bombardamenti su Gaza. In questo scenario, gli Hezbollah, filo iraniani si sono dissociati dichiarando di non aver partecipato all’azione nel deserto del Negev. Dal 2008 si calcola che circa 15.000 siano le vittime del conflitto, solo nel 2023 oltre 5.000 e 17mila feriti, secondo ( OCHA ) Office for the coordination of Humanitarian Affairs che è un ufficio dell’ONU. Sono 1400 i morti da parte israeliana e 9500 i palestinesi.
471 morti del Al  Ahly  Hospital la cui responsabilità viene rimpallata fra Israele e Hamas anche se la gravità nell’aver bombardato un ospedale non sminuisce la colpa di chiunque sia stato. Gli eventi si susseguono velocemente creando grossi problemi a livello mondiale. Il conflitto israelo-palestinese, introduce un secondo fronte di instabilità geopolitica dopo quello Russo-Ucraino. L’altro conflitto che si è sviluppato questa volta più vicino, in Europa è quello fra Russia e Ucraina, le origini sono datate 2014 e riguardano lo status della Crimea e del Donbass, entrambe rivendicate dai contendenti.
Le motivazioni addotte dalla Russia, sono quelle di una adesione della Ucraina alla Nato, cosa fortemente osteggiata dalla Russia. Le vere motivazioni sono più antiche, riguardano il riconoscimento delle Repubbliche secessioniste del Donbass. L’Ucraina è diventata indipendente dal controllo sovietico, nel 1991 con la Crimea. L’accordo è durato  pochissimo, la Russia con il suo controllo nel Donbass e della Repubblica popolare del Doneck e quello della Repubblica popolare di Lugansk, i due stati separatisti dove la lingua utilizzata è quella russa, che sono ricche di metal li e terre rare come il berillio, litio, tantalio, niobio, neon, zirconio, carbone.
Sono grandi ricchezze, la Russia le vuole per la propria economia, in aggiunta al gas ed al petrolio. Il conflitto, che è acceso da quasi due anni, va avanti fra alti e bassi,con Zelesky, leader Ucraino, che forte dell’appoggio dell’Europa e degli Stati Uniti, fa continue richieste di armi e denaro, ora messo in ombra dallo scontro israelo- palestinese, e Putin leader di una Russia non più grande potenza mondiale come una volta, che paga con la crisi economica, le sanzioni che gli sono state inflitte.
Gerusalemme
Antonello GiustiL’articolo Finché c’è guerra c’è speranza è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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