Scritti di Teresa Tomaselli
Una raccolta di scritti per conoscere la testimonianza storiografica di uno spaccato culturale del nostro paese attraverso il lavoro scientifico di Teresa Tomaselli
*Libro edito da Mimesis Edizioni/Collana Memoria e Futuro, 2023
di Francesca Girardi
Una raccolta di saggi e articoli scritti per mano di Teresa Tomaselli, intellettuale del Meridione che ha tracciato una via nel campo della ricerca storica. Dalle origini legate all’entroterra campano, Teresa compie gli studi universitari nella città partenopea degli anni ’70 e si trova ad essere impegnata in una società attraversata da movimenti studenteschi, movimenti operai e cambiamenti politici significativi. In questi stessi anni matura la scelta di dedicarsi alla storia demografica e dell’emigrazione italiana, temi che diventano dapprima oggetto della sua tesi di laurea e poi continueranno a porsi al centro della sua attività di studiosa.
Ci avviciniamo alla personalità di Teresa e al suo lavoro attraverso le parole di Maria Antonietta Selvaggio, curatrice della raccolta assieme a Lucia Valenzi.
Maria Antonietta, nelle pagine di “Restituzioni” si incontrano principalmente due temi: l’emigrazione e l’emancipazione delle donne. Argomenti che possiamo definire ancora contemporanei.
Lo sono, e nel lavoro di ricerca di Teresa, che è stata una storica contemporaneista, è interessante come i due temi vengano affrontati insieme, in particolare approfondendo l’esperienza migratoria nei suoi riflessi sulla condizione femminile, sia quella delle donne che rimangono nei luoghi di origine sia quella delle donne migranti. In tutti e due i casi, fa notare Teresa Tomaselli, si possono riscontrare elementi di emancipazione come, ad esempio, l’assunzione di maggiori o nuove responsabilità, tuttavia nello stesso tempo si verifica un più rigido controllo patriarcale che ha l’intento di frenare un eventuale effetto destabilizzante rispetto all’ordine e alle gerarchie tradizionali. Nonostante ciò, l’emigrazione costituirà per le donne una opportunità per la propria autonomia, consapevolezza e indipendenza.
Come si presentava la ricerca storica negli anni in cui Teresa avvia il suo lavoro storiografico?
Teresa si muove nel campo della ricerca subito dopo aver conseguito la laurea, negli anni in cui stava avvenendo una svolta importante nel campo storiografico come l’utilizzo di fonti non tradizionali, quali le testimonianze orali, le lettere, i diari… Proprio le lettere degli emigranti saranno una fonte privilegiata per Teresa come per altri studiosi di quel periodo. Attraverso queste fonti entravano nella narrazione storica le classi subalterne con i loro vissuti, donne e uomini fino ad allora soggetti marginali o assenti dal discorso storico.
Negli stessi anni si andava costruendo un nuovo rapporto tra ricerca e didattica, soprattutto ad opera delle sezioni didattiche degli Istituti di Storia della Resistenza, come quello campano di cui Teresa fu una brillante borsista agli inizi della sua carriera. Nasceva così la didattica del laboratorio di storia che, superando la mera trasmissione delle informazioni sul passato, offriva agli alunni e alle alunne delle vere e proprie esperienze di ricerca, motivate anche dall’interesse verso la storia sociale e locale. Teresa è stata tra le protagoniste di questa innovazione, ed è per questo che viene ancora oggi ricordata da colleghi e allievi che ne hanno conosciuto l’impegno professionale come docente.
Nella prefazione al volume, Gloria Chianese definisce Teresa Tomaselli una “…fine analista e ricercatrice…”. Quali sono gli aspetti della sua metodologia di indagine che la portano a distinguersi?
In parte lo abbiamo già detto. A contraddistinguerla c’è l’approccio metodologico, che lei ha praticato sempre con grande rigore e attenzione per le fonti sia di tipo quantitativo che qualitativo. Ma nei suoi scritti risalta anche una capacità di scrittura non comune per chiarezza ed efficacia narrativa. Da questo punto di vista, va ricordata la sua profonda conoscenza e la costante frequentazione della letteratura, dai classici alle autrici e agli autori contemporanei. Non a caso era anche socia fondatrice dell’Associazione Amici di Proust.
La finezza nell’analisi delle lettere scritte dai migranti, attraverso la quale Teresa mette in luce sentimenti, stati d’animo, timori espliciti ed impliciti, deriva certamente anche dalla sua sensibilità letteraria. Né va dimenticata la sua spiccata attitudine per la filosofia, che la rendeva una raffinata interprete della “parola”. Nei suoi studi sull’emigrazione, infatti, rivolgendo attenzione anche al linguaggio di coloro che, dinanzi ai nuovi arrivati, mostravano difficoltà ad accettarne la presenza, ne analizza in profondità gli stereotipi che alimentavano il timore e il rifiuto rendendo difficile un’integrazione che si rivelava comunque problematica.
Il suo sguardo era sempre capace di cogliere le ambiguità e le ambivalenze interne ai fatti e ai comportamenti, e lo dimostra nei suoi vari scritti presenti nella raccolta, come “Donne del Sannio tra modernizzazione e tradizione”, o “La storia tra globale e locale”.
E non va tralasciata un’altra peculiarità di Teresa Tomaselli: l’attenzione a cogliere ogni particolare, segno tangibile di un’attitudine naturale alla ricerca.
“Restituzioni” è un invito a conoscere Teresa Tomaselli attraverso le sue parole che riflettono un approccio meticoloso nel voler guardare più da vicino le problematiche sociali, approcciandosi ad esse con una sensibile umanità che, a sua volta, diviene strumento imprescindibile nell’intraprendere una ricerca storica.