Del 4 Novembre 2023 alle ore 00:49Di Sandra Fallaci
Vi è mai capitato di non riuscire a rientrare a casa la sera alle 10 perché le strade sono diventate fiumi che stanno trascinando l’auto con voi dentro?
Oppure di affacciarvi alla finestra al mattino appena svegli, e vedere la vostra auto sopra un mucchio di altre auto oltre al vostro giardino pieno di detriti, pancali e fango…? E siete già stati fortunati, perché il vostro vicino ha la casa allagata.
Questo e altro è capitato purtroppo stanotte e stamani a Campi Bisenzio, un sobborgo di Firenze; e non è andata meglio a nord di Prato dove ci sono state anche vittime.
Il Bisenzio è un affluente dell’ Arno, e stanotte ha esondato portandosi via veicoli di ogni genere, tronchi e materiali vari, alberi interi: uno è caduto anche a Firenze sui Viali di circonvallazione al limite della zona Unesco. Adesso in Toscana c’è stato di calamità, e a Firenze siamo col fiato sospeso per la piena dell’Arno…

La mia famiglia è di Firenze, dove sono nata. Avevo 16 anni quando il 4 novembre ’66 l’Arno ha tracimato, tutti noi abitavamo in oltrarno e guardavamo dal Piazzale Michelangelo il disastro sotto di noi, l’acqua passava appena sotto le arcate dei ponti; il Ponte Vecchio, più basso degli altri, fu totalmente inondato, le antiche gioiellerie sventrate e i gioielli perduti per sempre. Ricordo ancora quella tragedia, che causò almeno 300 morti, soprattutto chi abitava a piano terra o nei seminterrati (anche se fu detto: niente vittime…). Noi, più fortunati degli altri, eravamo all’asciutto diladdarno al Poggio Imperiale: ma là sotto successe il finimondo.
Quindi ora mi chiedo: perché?
Perché a distanza di quasi 60 anni ancora devono accadere certi fatti…?
Non sono bastati i drammi del passato? Non hanno insegnato nulla?
Eh,no. A quanto pare no.
Eppure, com’è risaputo, l’Italia è un paese dal territorio fragile e ad altissimo rischio idrogeologico. Quindi?
Quindi la nostra speranza rimane sempre la stessa: che questa repubblica trovi finalmente il verso, come diciamo a Firenze, di organizzarsi in modo sensato per dare agli italiani il rispetto e l’attenzione che meritano, perbacco. Vorrei che i giovani possano vedere un futuro diverso, finalmente. Non l’infinito ripetersi di catastrofi, ma un paese coi piedi per terra, capace di garantire ai cittadini scelte equilibrate e un vero benessere.

Sandra Fallaci©L’articolo Un brutto risveglio è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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