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Del 1 Novembre 2023 alle ore 18:08Il Primo ministro norvegese Jonas Gahra margine del vertice annuale dei leader e parlamentari nordici che si è tenuto presso il parlamento norvegese, ha dichiarato che Israele ha oltrepassato il limite di quella che può essere considerata una risposta proporzionata agli atti terroristici di Hamas. Store afferma che “Israele ha il diritto di difendersi” ma chiede una “pausa umanitaria” nei combattimenti, che sono continuati per più di tre settimane in risposta all’attacco e hanno provocato più di 8.306, tra cui 3.457 bambini e 2.136 donne, oltre a oltre 21.000 feriti. Tuttavia, queste cifre aumentano di ora in ora, secondo il ministero della Sanità di Hamas a Gaza.
Primo Ministro norvergese: “L’attacco israeliano a Gaza è oltre ogni proporzionalità”
La reazione di Israele all’operazione della resistenza palestinese “supera le regole del diritto internazionale sulla proporzionalità”, ha dichiarato Jonas Gahr Støre. “I civili devono essere presi in considerazione e il diritto umanitario ne è pienamente consapevole. Credo che la linea sia stata ora ampiamente superata da Israele”. Il funzionario ha aggiunto che la sua preoccupazione principale è il mancato arrivo degli aiuti di emergenza nella Striscia di Gaza, dove la situazione è “catastrofica”, aggiungendo che la mancata ricezione degli aiuti “viola chiaramente le regole della guerra o del diritto umanitario”.  La Norvegia, ha votato a favore di una risoluzione giordana non vincolante alle Nazioni Unite a New York il 27 ottobre che chiede una “tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata” tra le forze israeliane e Hamas. Ma è stata l’unica nazione nordica a farlo, evidenziando quanto la guerra abbia diviso l’UE in tre gruppi. Belgio, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna si sono uniti alla grande maggioranza (120 su 183) dei membri delle Nazioni Unite che hanno votato a favore. Austria, Croazia, Repubblica Ceca e Ungheria hanno respinto la risoluzione insieme a Stati Uniti e Israele. Mentre gli altri 15 stati dell’UE (Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Finlandia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia) si sono astenuti.
 
 

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