Del 1 Novembre 2023 alle ore 10:06

La straordinaria vita di don Angelo Arnoldo, da Goima di Zoldo a Belluno, passando per il suo servizio come cappellano militare volontario durante la Grande Guerra, fino alla sua morte e al suo ricordo duraturo.
Nascita e Giovinezza:
Angelo Arnoldo, noto come don Angelo, nacque a Goima di Zoldo, nelle montagne del Bellunese, una terra di bellezze naturali ma anche di durezza e sacrificio. La sua nascita segnò l’inizio di un percorso straordinario che lo avrebbe portato a diventare una figura di riferimento per la sua comunità e per il mondo intero.
La sua infanzia trascorse a Venezia, dove si trasferì con la famiglia. Fu qui che iniziò a coltivare la sua fede e il suo amore per il prossimo, due elementi che avrebbero guidato ogni sua azione futura.
Il Cammino Religioso:
Dopo anni di formazione e dedizione, don Angelo fu ordinato sacerdote a Belluno. La sua carriera ecclesiastica lo portò ad assumere incarichi in diverse località, ma fu a Costalissoio che il suo spirito altruista e la sua compassione trovarono la massima espressione. Qui, servì come mansionario, con una particolare attenzione per le persone e le comunità montane.
Il Cappellano Militare Volontario:
La Grande Guerra scoppiò nel 1915, e don Angelo sentì l’irrefrenabile chiamata al dovere. Si arruolò come cappellano militare volontario e si immerse nel fango delle trincee, tra i soldati che combattevano con coraggio e paura. La sua presenza era una luce di speranza e conforto per coloro che affrontavano le brutalità della guerra. Visitò i soldati in trincea, li assistette nelle baracche più rudimentali e li accompagnò nei momenti più bui.
Don Angelo incarnava il vero spirito dell’umanitarismo, senza distinzioni di nazionalità. Il suo impegno era rivolto a tutti coloro che avevano bisogno di aiuto, indipendentemente dal loro schieramento. Il suo coraggio e la sua dedizione gli valsero il rispetto e l’ammirazione di tutti i soldati.
La Missione di Pace:
Dopo la fine della guerra, don Angelo non si fermò. Iniziò un’imponente opera di raccolta delle salme dei Caduti sulle aspre montagne del Comelico. Spesso con lo zaino in spalla, attraversò terre impervie per recuperare i resti dei soldati dispersi. La sua missione era quella di dare loro una degna sepoltura.
Creò l’Opera Nazionale della raccolta delle salme e della sistemazione nei Cimiteri di Guerra, un’opera umanitaria che fu successivamente adottata dal governo italiano. La sua dedizione lo portò persino a Milano durante l’epidemia di influenza spagnola, dimostrando ancora una volta la sua generosità e il suo spirito altruista.
La Memoria Duratura:
Don Angelo Arnoldo morì nel 1948, ma la sua memoria e il suo impegno per l’umanità rimangono vivi. È sepolto nel cimitero di Costalissoio, la sua amata comunità, dove continua a vegliare sui Caduti che lui stesso ha contribuito a onorare.
Oggi, le testimonianze della sua straordinaria vita sono ancora vive nei racconti dei vecchi Alpini, nelle parole di coloro che lo hanno conosciuto e nell’ammirazione di chi apprezza l’umanità e il coraggio di un uomo che ha dato tutto per gli altri.
La figura di don Angelo Arnoldo, l’aquila spirituale che ha vigilato sulle tombe dei Caduti, rimarrà per sempre un esempio di altruismo, umanità e dedizione al bene comune. La sua storia è una testimonianza di come un singolo individuo possa fare la differenza nel mondo, illuminando le tenebre della guerra con la luce della compassione e dell’amore per il prossimo.
Fonti:
don Angelo ARNOLDO (costalissoio.it)

L’articolo Angelo Arnoldo: Il Sacerdote Volontario di Guerra e Umanitario è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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