Del 29 Ottobre 2023 alle ore 20:08Foto SSC Bari
C’era tanta curiosità nel vedere la seconda uscita del Bari di Marino, in quanto la prima non poteva essere quella vera, troppe le scorie precedenti che hanno avuto la meglio sul risultato del pareggio col Modena, e poi perché questa di Brescia si trattava della prima assoluta fuori le mura nicolaiane e la curiosità nel vedere che tipo di Bari da trasferta avrebbe mandato in campo era tanta. E tenuto conto del peso specifico delle assenze (Maiello e Maita su tutte), Marino ha dovuto ingegnarsi qualcosa eludendo il suo consueto 4-3-3 per sposare un 4-4-2 evitando a monte il problema del sostituto di Maiello giocando con una linea centrale a quattro, con Dorval e Sibilli nell’inedito ruolo di esterni di centrocampo, il rientrate Pucino e Frabotta terzini con Di Cesare e Vicari coppia indissolubile di difesa, mentre Acampora, Koutsoupias a gestire il centrocampo, e Nasti e Diaw insieme in attacco a provare a far qualcosa di importante perché tra i tanti imperativi c’era quello di muovere la classifica, possibilmente con una scossa e non con l’ennesimo brodino stemperato, allontanarsi dalle sabbie mobili della stessa ma soprattutto dare un cenno evidente all’elettroencefalogramma ma anche elettrocardiogramma condi mezzo il brivido provocato nel sapere chi sarebbe stati l’arbitro di oggi, quel Marco Guida dell’11 giugno scorso contro il Cagliari.
Un primo tempo tra i più inguardabili come, ormai, tanti ne abbiamo visti fin qui, segno che si cambiano gli uomini, si cambiano i moduli, si cambiano gli schemi ma il risultato è lo stesso e quel che è peggio, il Bari conclude il tempo in svantaggio a causa di un rigore causato da Di Cesare che ha tirato la maglia di Bianchi in area, rigore realizzato da Moncini che quando vede Bari vede rosso dal momento che ha fatto gol anche con la Spal lo scorso anno, un giocatore più volte corteggiato da Polito inutilmente, evidentemente costava troppo per le risorse a disposizione.
Il Bari ha cercato una mezza reazione ma ha ottenuto solo due calci di punizioni fuori area entrambi non ottimizzati, poi ha cercato di guadagnare metri e campo ma in modo sterile.
Dorval non ha punto, sembrava un fantasma in campo, Frabotta ha cercato dall’altra parte di pungere ma l’ombra di Sibilli glielo ha impedito e anche con lo spostamento di Sibilli più verso il centro, non ha influito sulla resa di Frabotta che, sebbene con la corsia a disposizione, non ha fatto praticamente nulla.
Brenno, tanto per non farci mancare nulla, stavolta in complicità con Pucino, stava per combinare una frittata ma per fortuna la palla è stata allontanata dal difensore. Solo un colpo di testa sul finire di tempo di Nasti ha regalato l’unico tiro vero la porta per il Bari, un colpo di testa deviato dal portiere bresciano che stava rotolando verso l’angolino dove il pallone sarebbe entrato. Ma sostanzialmente il nulla assoluto. Una squadra che ha incusso tristezza profonda mentre ci si preparava all’ennesima sofferenza. E infatti Marino nel secondo tempo ha fatto entrare Ricci per uno spento Frabotta. Subito Moncini è andato vicino al raddoppio incrociando e mettendo sul fondo.
Bari più determinato nel secondo tempo ma è Brenno che è stato protagonista, stavolta in positivo, di un grande intervento di su un colpo di testa di Paghera che ha evitato il raddoppio, molto bravo Brenno in questa occasione, una parata che darà il “la” alla vittoria.
E su un contropiede Davide Diaw ha segnato un gran gol, quello del pareggio. Un premio per l’approccio diverso con cui il Bari è entrato in campo. Un gol che era nell’aria perché il Bari era entrato in campo con più grinta rispetto al primo tempo. Il Bari si è reso pericoloso con Nasti che da centro area ha sparato alto.
Marino ha capito che la musica stava cambiando e ha sentito l’odore di colpaccio, e allora ha provato a vincere la gara facendo entrare Morachioli visto l’andamento della gara.
Ed è qui che il Bari ha cominciato a crederci, guadagnando metri su metri, costringendo i lombardi nella propria metà campo, finché Ricci ha pennellato un cross per Vicari che ha staccato di testa facendo gol portando in vantaggio i biancorossi.
Il Bari si è difeso con grinta, mentre Marino ha deciso un’altra sostituzione facendo entrare Bellomo al posto di Sibilli infortunato. Così, dopo cinque minuti di recupero, è arrivato il fischio finale che ha sancito la vittoria del Bari.
Bari che esce da un tunnel durato otto turni quando vinse a Cremona sempre il Lombardia, una vittoria che potrebbe essere una svolta al campionato, ma è bene rimanere sempre coi piedi per terra anche perché le condizioni fisiche di alcuni giocatori sono sempre troppo precarie. Sicuramente nn è questa una vittoria fortunata, però è una vittoria grezza che mette in evidenza vaghi luccichii che appaiono qua e là e che, forse, vanno levigati per prendere luce e colore.
Una vittoria che mancava dal 26 agosto che finalmente torniamo a raccontare e ad analizzare con uno spirito diverso.
Finalmente, era ora, ci verrebbe da dire e, se vogliamo spingerci più in avanti, sebbene timidamente, potremmo usare il classico motto barese del “da mo’ vale”. Ma forse è prematuro scriverlo però lasciate che ci piaccia quanto meno pensarlo.
Ci voleva questa vittoria, è arrivata nel momento giusto e prima che fosse troppo tardi perché nel primo tempo sembravano messi molto male, e gli insegnamenti di Marino sembravano non servire a nulla, ma nel secondo tempo poi il Bari è cambiato, ha dominato gli avversari che hanno subito il gioco mettendosi alle corde con due bei gol, il primo con Diaw in stile Cheddira ed il secondo di Vicari di testa come i veri stopper di una volta prestati al gol.
Speriamo sia una nuova fase del campionato nonostante un primo tempo da brividi nel quale si vedevano nitidi vecchi fantasmi. Speriamo sia il punto si svolta o quello di ripartenza, come sempre accade una vittoria non fa primavera, è vero, soprattutto di questi tempi difficili per il Bari ma dà valore a tanti pareggi conseguiti e soprattutto lascia ben sperare.
A guardare la classifica il Bari è decimo, ma la squadra giocava troppo male per essere vero, e dopo aver subito rimonte, forse quello schiaffo subito nel primo tempo gli ha fatto bene perché il Bari ha cominciato a risalire. Non una vittoria casuale ma una frutto di una prestazione collettiva nella quale i biancorossi hanno costruito anche altre occasioni. Insomma, certi ceffoni da sempre sono terapeutici. E quello di oggi ne è una dimostrazione.
C’era qualche problema di ritardo preparazione, lo aveva detto anche Marino, oggi Aramu non ha giocato nemmeno un minuto, Frabotta è uscito a fine primo tempo, però il dato importante è che la gara è stata ribaltata nel secondo tempo. Ha funzionato la testa stavolta e se funziona la testa, le gambe vanno per conto loro nella direzione giusta.
Ci sono dei miglioramenti ma non ci siamo ancora per alcuni. Una squadra che ha dei limiti sicuramente ma che fino adesso non ha mai fatto mancare l’orgoglio perché, in fondo, ha perso solo una partita a Parma e come lo stesso Parma, ed una squadra che perde una volta solo in 11 partite qualcosa vorrà dire, ripetiamo, nonostante i limiti.
Oggi il Bari ha tirato in porta finalmente, il Brescia ha subito solo tre gol fino adesso, col Bari ne ha subiti due in un colpo solo, insomma prendiamo anche quanto di buono ci ha offerto questa vittoria.
Brenno bene, parata importante decisiva, una indecisione del primo tempo, in complicità con Pucino, che poteva costare caro ma ormai abbiamo capito di che pasta è fatto il portiere brasiliano che ha bisogno di tempo per integrarsi, Pucino bella gara, un giocatore che sa tenere bene il campo e di cui si è sentita la mancanza e Dorval non ha gli stessi numeri, Vicari ottimo anche per il gol, Di Cesare così così per il fallo sul rigore, Frabotta poco o nulla, Dorval appena sufficiente senza infamia e senza lode, Koutsoupias vivace, Acampora perde troppi palloni e da uno come lui ci si aspetta una gestione tranquilla del pallone, Sibilli prende iniziativa del gioco oggi benino, benino anche Nasti soprattutto per quel colpo di testa, bene Ricci che ha avuto il merito di proporsi per il cross vincente, e molto bene Diaw anche se gol a parte non ha fatto granché se non il solito sacrificio pro squadra. Morachioli e Bellomo han fatto il compitino giusto.
Criticare ci sta, domandarsi perché il mercato è stato condotto male, sebbene sia diventato un refrain moderatamente monotono e noioso, pure, però prima di infierire occorre andarci cauti, una squadra senza dignità perde ogni gara, o quasi, ed invece il Bari non perde e adesso vince e convince almeno per un tempo, occorre essere cauti nelle valutazioni.
Certo quegli otto pareggi sono tanti, troppi, alcuni nessuno di noi li ha digeriti, ma è cosa buona e giusta non infierire perché l’orgoglio c’è sempre, magari le prestazioni sono discutibili, però orgoglio e impegno non sono mai mancati, e per questo riteniamo sia inopportuno fare la guerra al Bari e alla società che pure tante critiche se le meritano e noi le abbiamo sempre fatte ma forse, chissà, la musica sta cambiando e allora mostrare perplessità ci sta, se si riuscisse e limitare le critiche all’indispensabile che pure ci devono essere sarebbe ottimo, ma se si abbassassero le asce da guerra sarebbe sublime. Per aspera ad astra.
Massimo LongoL’articolo Il Bari si riaccende a Brescia, seconda vittoria dopo 56 giorni. Per aspera ad astra è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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