Del 28 Ottobre 2023 alle ore 16:45I latini la chiamavano Genus irritabile vatum (la genia irritabile dei sapienti) notoriamente facili a essere soggetti a veri e propri scoppi d’ira. E lui è proprio così,como loro, quando si trova di fronte il provocatore di turno o semplicemente un cretino che cerca di avere ragione. Un’analogia che ci è venuta subito in mente in occasione di un episodio che ha interessato addirittura la cronaca: lo scoppio di una gomma per evidente sovraccarico (al solito di libri e riviste) della sua auto durante una delle sue trasferte spesso a velocità da “Cannon Run”, per cercare di inventarsi una ubiquità che evidentemente è solo appannaggio dei Santi.

Era il 27 agosto del 2021 e Vittorio Sgarbi, dopo una presentazione-conferenza della sera precedente a Bari, si è fermato a Giovinazzo per visionare, nella sua antica Cattedrale, la straordinaria tavola di un Cristo Redentore del XV di cui gli avevamo parlato, anche perché di contesa paternità tra Michele Giambono e il misterioso Maestro di Roncajette e dunque perfetta a fare da pendant di ulteriore richiamo, per una Città d’Arte come “la perla nord barese”, con l’ormai famosissimo “S. Felice in Cattedra” di Lorenzo Lotto  che, sempre lui, insieme pure a una cassetta eburnea dell’ XII sec., appartenuta alla principessa Costanza di Francia e moglie di Boemondo I d’Antiochia, aveva portato in mostra all’Esposizione Universale di Milano del 2015.

E dunque colazione privata, ma sempre al telefono e scrivendo un articolo, e poi partenza verso Ceglie Messapica dove, guarda caso, era l’ospite forse più atteso all’importante appuntamento “LA PIAZZA – la politica dopo le ferie” che richiamava, nella bellissima cittadina brindisina, oltre ai parlamentari più noti, anche giornalisti e le personalità più in vista del momento. Un episodio emblematico di una giornata tipo dell’inesauribile Sgarbi, ora però al centro di un vero e proprio battage, e non solo mediatico, contro di lui,

Praticamente né più né meno, secondo noi, come sta avvenendo in tutte le forme e pure per piccole gaffe o cose private (vedasi ad esempio il caso Meloni – Giambruno) relative a un po’ tutte le persone al Governo o nella sua orbita. Un Esecutivo adesso in imbarazzo per le vicende puntigliosamente denunciate da “Il Fatto Quotidiano”, e poi cavalcate soprattutto da certa stampa e televisioni, che stanno facendo di tutto per mettere in forse la carica di Sottosegretario di uno Sgarbi praticamente dominatore su tutti i media, magari sperando in un ripetersi di quanto avvenne nel 2001 sotto il Governo Berlusconi.

Una carica durata all’epoca solo un anno, ma – solo parlando da pugliesi e fermandoci giusto a un paio di esempi – sufficiente a sciogliere l’irrisolvibile e annoso problema di un Teatro Petruzzelli da ricostruire, ma ora restituito «com’era, dov’era» all’orgoglio di Bari e della Puglia.  O, sempre grazie a Sgarbi, vedere dappertutto, accanto ai più significativi monumenti, uno di quegli oltre 140 mila pannelli che, nomen omen, spiegano le “Mirabilia” difronte alle quali ci si trovi. E, tanto, non solo nella nostra regione, ma in tutt’Italia.

Certo noi non siamo nessuno né per tentare di influenzare le scelte del Governo, né per poter interferire nelle eventuali misure che la Magistratura vorrà intraprendere o altro, ma, nell’alea di quella che già sembra presentarsi come un fumus persecutionis dagli esiti incerti però dai possibili effetti concreti sul piano istituzionale, consentiteci almeno un personale ritratto, volutamente lieve nei toni ma oggettivo, come si conviene ad un «fotoreporter al seguito».

Sgarbi non viaggia quasi mai con una “lira” – come ancora la chiama e l’ha come unità di misura – in tasca, e non presta granché peso, secondo noi, a quanto sia in diretto rapporto con il tempo e il danaro poiché, preso com’è dalla sua inesauribile passione di conoscere e scoprire per poi poter trasformare le “capre” in persone che sanno, sia la sua agenda che ogni altro aspetto venale della sua vita sembrerebbero piuttosto affidati alla gestione, a nostro parere, del suo staff o di chi gli è più vicino. Almeno per quello che abbiamo potuto avere la possibilità di vedere e comprendere.

Adesso le sinistre in particolar modo vogliono la sua testa, quasi verosimilmente in combutta ideale con chi non certo gradisce le sue battaglie “controcorrente” o contro il “pensiero unico” oppure non manda proprio giù la sua denuncia continua contro la «mafia delle pale eoliche» che distruggono il nostro paesaggio, vera ricchezza della «bellissima Puglia» e del Paese. E adesso persino il Ministro della Cultura Sangiuliano sembra voler prendere le distanze da lui, forse non comprendendo che, plausibilmente e sempre secondo noi, se è lui a capo di quel Dicastero e non Sgarbi, è perché chi ha fatto la squadra di Governo, pur sapendo delle sue inarrivabili capacità – ma pure con quale spirito libero aveva che fare – ha preferito dargli la delega da Sottosegretario. E pure in compagnia di altri due con la stessa carica, ma ben diversi per taglio e competenze.

E dunque adesso per opportunità – il non venir meno al famoso dettato della “moglie di Cesare”? – ci sarebbe pure un possibile rischio di una revoca del suo mandato quando a mala pena si vorrebbe intravedere una vera ipotesi di reato e poi tutto ancora da dimostrare in futuro. Ma stiamo scherzando? Con solo 2 miliardi nel capitolo della Cultura, dove ce ne vorrebbero dieci volte tanto solo per coprire le richieste più urgenti, e nessuno che neanche lontanamente somigli a Sgarbi che, non solo ne fa una battaglia continua, ma si è trasformato lui stesso in una specie di missionario sempre in forsennato movimento per diffonderla e renderla popolare?!

Eccolo infatti saltare persino i pasti, prendere al volo qualcosa e un bicchiere d’acqua (frizzante) per ingurgitare una manciata di pillole «non so più nemmeno quante e cosa siano, ma così mi ha detto di fare il mio medico» per poi salire sull’auto, sempre piena di libri e giornali fino al tetto, e partire di corsa per dovunque sia richiesta o sia stata programmata una sua presenza. E a volte anche facendo oltre mille chilometri in un dì e praticamente riposando solo qualche ora in macchina durante il viaggio.

Né si tratta di un’eccezione; non diciamo tutti i giorni ma quasi, è quello che fa, spesso festività comprese, incurante della sua età, dei suoi acciacchi, di tutto. Con un’energia che farebbe invidia e un ventenne, eccolo infatti accorrere in qualsiasi posto dove ci sia qualcosa da scoprire o salvare o spiegare in nome della Bellezza e della Cultura. Davvero che, parafrasando Voltaire per il suo Dio e sempre parlando di Cultura, lasciatecelo correre: se non ci fosse uno Sgarbi, bisognerebbe inventarlo. Pregi e difetti compresi, e comunque insostituibile per tutto quello che dà sotto ogni profilo. Domani di nuovo a Bari, in appendice ad uno spettacolo al Teatro Team, con la sua imperdibile lectio magistralis sul Caravaggio, cosa aggiungere di più?

Enrico Tedeschi L’articolo Sgarbi nel mirino dell’antitrust, un attacco a lui o soprattutto al Governo? è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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