Del 23 Ottobre 2023 alle ore 14:19Di Umberto Palazzo
Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’ictus, una malattia vascolare acuta causata per lo più dall’improvvisa ostruzione di un’arteria cerebrale con un frammento chiamato trombo o embolo. La riduzione del flusso ematico cerebrale a livello di una zona di tessuto nervoso è prodotta dal coagulo che si forma in sede (trombo) o da un frammento di trombo proveniente da un altro vaso (embolo). In questi casi si parla di “ictus ischemico” che rappresenta circa il 75-80% di tutti gli ictus. L’ictus ha un forte impatto sociale a causa delle disabilità residue con effetti devastanti su ammalati e famiglie ma anche di costi elevati per la sanità pubblica. Già dal primo anno un paziente colpito da ictus costa decine di migliaia di euro tra interventi terapeutici e riabilitazione . L’obiettivo della Giornata è quello di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di riconoscere con prontezza i sintomi dell’ictus e sulla necessità di accedere tempestivamente a un trattamento specialistico per ridurre quanto più possibile i danni cerebrali provocati da questa grave patologia “tempo-dipendente”, risparmiando vite e disabilità; infatti più rapidamente si interviene in corso di ischemia e più cellule cerebrali si possono salvare (“il tempo è cervello”), favorendo una migliore ripresa dall’ictus. L’acronimo anglosassone F.A.S.T. riassume la sintomatologia facilmente riscontrabile nel paziente (bocca storta , braccio difficile da alzare e difficoltà nel parlare, con un ridotto tempo a disposizione per un valido intervento terapeutico). Ma “fast” in inglese significa anche veloce e veloci bisogna esserlo nel riconoscere i sintomi dell’ ictus, nel ricovero del paziente in una Stroke Unit e nella riduzione del danno cerebrale. Per un update pugliese facciamo il punto con il dott. Giuseppe Rinaldi, Direttore di un centro di eccellenza della sanità regionale.
Dott.Rinaldi, quali sono i fattori di rischio modificabili per la Prevenzione Cerebrovascolare?
Per la prevenzione primaria dell’ictus, la prima cosa su cui si può intervenire sono le abitudini di vita sbagliate. Le abitudini alimentari possono influenzare diversi meccanismi che portano allo sviluppo di ictus, e, probabilmente, anche il decorso della malattia e il suo esito finale. La comunità scientifica internazionale raccomanda l’aderenza al modello alimentare mediterraneo, basato su un elevato consumo di pane, frutta, verdura, legumi, cereali, olio di oliva ; uno scarso utilizzo di grassi animali; un consumo di pesce più largo rispetto a quello della carne, e, tra la carne, quella bianca -pollo,tacchino, coniglio- piuttosto che quella rossa. La Pressione arteriosa e La Fibrillazione Atriale sono fattori di rischio dell’Ictus da sottoporre a monitoraggio continuo soprattutto nella popolazione anziana. Un passo essenziale per la Prevenzione è quello di controllare a casa la Pressione Arteriosa e compilare un “diario pressorio” da sottoporre al medico di famiglia . I moderni misuratori facilmente reperibili in farmacia sono utili alla automisurazione della pressione arteriosa ma anche in grado di rivelare alterazioni del ritmo cardiaco da sospetta “fibrillazione atriale”. Recenti studi sull’incidenza dell’ictus cerebrale come lo studio EHJ, che ha valutato la mortalità per ictus ischemico, ci suggeriscono che occorre puntare sempre di più sulla prevenzione ed educazione sanitaria.
Dott.Rinaldi cosa si può fare per far giungere al più presto in una stroke unit un amico/parente con sintomatologia di sospetto ictus?
Qualunque persona che presenti un deficit neurologico acuto riconducibile ad un sospetto ictus dovrebbe allertare immediatamente il 118, ove è presente personale addestrato /qualificato a valutare la chiamata e ad attivare in tempi rapidissimi l’invio di un equipaggio sanitario sul posto in cui è presente il paziente. Studi internazionali hanno dimostrato che questa è la modalità migliore per consentire l’accesso tempestivo del paziente alla più vicina Stroke Unit. Tra il 118 e i reparti di Neurologia in cui sia presente una Stroke Unit esistono protocolli di gestione per ridurre al minimo il ritardo. Per ogni minuto perso la possibilità di migliaia di neuroni di sopravvivere viene meno. L’ictus è una patologia tempo-dipendente e la gestione integrata tra il sistema dell’emergenza ed una Stroke Unit consente di identificare il percorso diagnostico-terapeutico più appropriato. Il ricorso diretto del paziente al proprio MMG o ad un Pronto Soccorso comporta un ritardo nell’accesso del paziente ad una Stroke Unit.
Il consiglio è di chiamare il più presto possibile il 118, mantenendo la calma e fornendo telefonicamente i dettagli di quanto sta avvenendo all’operatore della Centrale, attendere l’arrivo dell’equipaggio mobile del 118 e se possibile, seguire il paziente fino all’ospedale sede della Stroke Unit identificata, perché al momento del ricovero potrebbero essere necessari ulteriori informazioni anamnestiche.L’articolo Giornata mondiale dell’ictus (World Stroke Day) 29 Ottobre 2023 Aggiornamento su Prevenzione e Intervento medico con Il Direttore Neurologia & Stroke Unit Ospedale Di Venere- Bari- dott. Giuseppe Rinaldi è già apparso su Il Corriere Nazionale.