Del 22 Ottobre 2023 alle ore 11:48
Un volontario di guerra che si è reinventato come autore televisivo e teatrale

Dalla nascita alla guerra
Mario Castellacci nasce a Reggio Calabria il 16 luglio 1924. Dopo la prematura scomparsa del padre, si trasferisce con la madre e la sorella a Monsummano Terme, in provincia di Pistoia. Qui, durante l’adolescenza, inizia a coltivare la passione per la scrittura e il teatro.
Nel 1943, all’età di 19 anni, si arruola volontario nella Guardia Nazionale Repubblicana, l’esercito della Repubblica Sociale Italiana. Durante il servizio militare, scrive il testo della canzone “Le donne non ci vogliono più bene”, che diviene presto un inno ufficioso dell’esercito di Salò.
Dopo la guerra
Dopo la fine della guerra, Castellacci viene internato in un campo di prigionia. Al suo rilascio, inizia la carriera di giornalista e scrittore satirico. Collabora a diverse riviste e quotidiani, tra cui “Candid”, “Cronache italiane” e “Lo Specchio”.
Nel 1963 viene assunto dalla Rai, dove lavora come vice caporedattore del Giornale Radio e responsabile dello Speciale GR.
Il successo sul palco
Nel 1965, Castellacci fonda a Roma il Bagaglino, un gruppo di cabaret che raggiunge presto una grande fama. Per il Bagaglino, Castellacci scrive testi per oltre un trentennio, contribuendo a creare alcuni dei più popolari spettacoli di cabaret italiani.
Parallelamente al Bagaglino, Castellacci collabora anche a una serie di popolari varietà televisivi, tra cui “Mazzabubù”, “Dove sta Zazà”, “Viva l’Italia” e “Saluti e baci”.
L’attività teatrale e cinematografica
Castellacci scrive anche diverse commedie teatrali, la più famosa delle quali è il musical “Forza venite gente”, ispirato alla vita di San Francesco d’Assisi. Firma poi varie sceneggiature, ed è regista di teatro leggero e di commedie cinematografiche.
La memoria della guerra
Negli ultimi anni della sua vita, Castellacci lavora anche per la diffusione del teatro fra i giovani. Nel 1987, a Todi, crea il Todeon, circolo e scuola di teatro. Nel 1998 dà alle stampe il libro autobiografico “La memoria bruciata”, in cui rievoca la sua esperienza di volontario di guerra.
La morte
Mario Castellacci muore a Todi il 4 dicembre 2002, all’età di 78 anni.
La sua figura di volontario di guerra
Castellacci si arruola nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana all’età di 19 anni, in un momento in cui il conflitto era ormai in una fase avanzata e la sconfitta dell’Italia era imminente. La sua scelta di arruolarsi volontario è stata motivata da una serie di fattori, tra cui l’ideologia fascista, il senso del dovere e l’attaccamento alla patria. La guerra ha avuto un profondo impatto sulla vita di Castellacci. La sua esperienza di soldato è stata segnata da momenti di grande intensità e drammaticità. Dopo la fine della guerra, Castellacci ha dovuto fare i conti con la sua scelta di arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana, una scelta che ha condizionato la sua vita per molti anni.
Conclusione
Mario Castellacci è stato una figura poliedrica e complessa, un autore televisivo e teatrale di grande successo. I suoi testi, caratterizzati da un umorismo sagace e pungente, hanno fatto ridere e riflettere milioni di italiani.. La sua vita è stata segnata da eventi drammatici e felici, da scelte coraggiose e da grandi successi. La sua opera ha lasciato un segno indelebile nella cultura italiana.
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_CastellacciL’articolo Mario Castellacci, dal fronte della guerra al successo sul palco è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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