Del 22 Ottobre 2023 alle ore 10:59Attilio Runello
Il summit per la pace del Cairo promosso dall’Egitto dopo i violenti scontri tra Hamas e Israele, che si protraggono dal 7 ottobre, si è concluso senza una  dichiarazione finale condivisa da tutti i partecipanti, ma solo con un comunicato della presidenza egiziana che ha promosso il vertice.
Il motivo è costituito dalle divergenze fra le diplomazie del gruppo dei Paesi arabi con quelle dei paesi  occidentali.
I rappresentanti dei paesi occidentali volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna di Hamas, mentre si rifiutavano di condannare Israele per l’uccisione di migliaia di civili a Gaza o di chiedere un cessate il fuoco urgente e l’ingresso di aiuti nella Striscia.
“I palestinesi non lasceranno mai la loro terra, i palestinesi non lasceranno mai la loro terra”, ha ripetuto due volte il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen in conclusione del suo intervento al summit nel quale è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Abu Mazen si è espresso duramente contro lo Stato ebraico: «I palestinesi affrontano l’aggressione e l’ostilità dell’esercito di Israele, che viola i principi della legge internazionale, mirando a ospedali, scuole, centri di rifugio per i civili, case».
Ha denunciato inoltre «il pericolo di fare evacuare civili dalle case, dalla West Bank e da Gerusalemme, non l’accetteremo mai. Dal primo giorno abbiamo chiesto che sia fermata questa barbara aggressione e che ci sia l’apertura di corridori umanitari per consentire agli aiuti di entrare nella Striscia di Gaza, ma il governo di Israele non lo ha consentito». Il presidente palestinese non ha mancato di condannare «l’uccisione di civili da entrambe le parti» e invocare «il rilascio degli ostaggi da entrambe le parti». Dopo l’intervento, Abu Mazen si è riunito con Giorgia Meloni per un incontro bilaterale
L’incontro bilaterale fra Abu Mazen e la nostra premier è dovuto ai buoni rapporti fra Italia e Cisgiordania. Ci sono stati finanziamenti a ONG per la realizzazione di progetti in ambito civile sul territorio. Inoltre esisteva anche un progetto di formazione della polizia locale da parte di un contingente di ventidue carabinieri purtroppo sospeso.
Per quanto riguarda l’intervento di Abu Mazen in realtà non risulta che Israele abbia chiesto.alcunche’ ai palestinesi della Cisgiordania, ma anche queste affermazioni fanno capire il tono degli interventi al summit.
Se un risultato si è raggiunto è la volontà di non estendere il conflitto. I paesi confinanti hanno ribadito che non vogliono essere coinvolti nel conflitto e non vogliono favorire l’ingresso di palestinesi nel loro stato. Sono invece favorevoli all’aiuto dei palestinesi nella striscia.
Tutti inoltre ritengono che la soluzione sia rappresentata dalla costituzione della Palestina come stato.
Purtroppo data la situazione nella striscia di Gaza bisognerebbe parlare di tre stati: Israele Cisgiordania, Gaza.
Infatti Gaza è governata da Hamas e la Cisgiordania dall’ Autorità nazionale per la Palestina. Unite contro Israele ma divise tra di loro.
In realtà da anni i palestinesi chiedono Gerusalemme Est, il rientro dei profughi e di porre fine agli insediamenti ebraici. E sembrano essere una conditio sine qua non per un rapporto di pace.
Venti anni fa in un gesto di collaborazione Israele chiese a circa seimila israeliani che si erano stanziati nella striscia di Gaza di lasciare le loro case e le loro attività economiche per rientrare in Israele; gesto caduto nel dimenticatoio.
Nel summit non si è tenuto conto del problema principale: nella striscia di Gaxa esistono milizie che si nascondono in mezzo alla popolazione e che da anni lanciano razzi contro Israele e il sette ottobre hanno effettuato un attacco terroristico su territorio israeliano. Hanno preso degli ostaggi per ottenere una contropartita. Due sono stati liberati. Funzionari del Qatar assicurano che verranno liberati. Hamas chiede la fine dei bombardamenti. Ma nel frattempo continua lo stillicidio dei razzi.L’articolo Il summit per la pace del Cairo promosso dall’Egitto è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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