Del 20 Ottobre 2023 alle ore 16:46Nino Sangerardi
A settant’anni dalla creazione(17 maggio 1953) l’importante Borgo La Martella non è dotato di un presidio farmaceutico.
Mancanza rilevata, nel corso del Consiglio municipale della Città dei Sassi, da sei consiglieri comunali : “Addio a farmacia comunale, visto l’accantonamento del tanto agognato progetto di realizzare una farmacia nel quartiere La Martella previsto dal progetto ITI Matera… Spiace vedere la città in balìa di un’Amministrazione priva di una attenzione ai bisogni reali di una periferia, e che decide di cestinare anche una serie di atti e azioni che sono stati messi in atto nel recente passato, propedeutici alla realizzazione di un progetto indispensabile come è un servizio di prima necessità”.
Il sindaco risponde , tra l’altro, così: “ Con il mio ufficio di Gabinetto abbiamo studiato tutta la giurisprudenza in materia, tentando di far passare il presidio nella accezione più vasta di “Centro
Socio-sanitario polifunzionale al servizio della Comunità”. Il Ministero è stato categorico: ci dovevamo attenere ai vincoli del progetto di rigenerazione per quell’area urbana. Noi restiamo convinti che la farmacia sia un presidio necessario per Borgo La Martella, ma si deve rivedere completamente l’iter amministrativo, nato su presupposti non appropriati, immaginando una sinergia con il privato e tenendo presente che finora nessuno ha manifestato interesse a investire in tal senso. Quindi chi dice che un’altra Amministrazione comunale di centrodestra aprirebbe agevolmente la farmacia a La Martella utilizzando quel canale di finanziamento, afferma il falso illudendo i cittadini”.
Aspettando l’inaugurazione della struttura sanitaria forse è utile rammentare che il Borgo La Martella fu inaugurato da Alcide De Gasperi.Ostentato come un successo del Governo nazionale a pochi giorni dalla data delle elezioni politiche, con migliaia di zappaterra e mezzadri locali pagati 1000 lire ciascuno per mostrarsi sorridenti nei cinegiornali.
Un modello di architettura partecipata(quando si poneva un dilemma progettuale i contadini trasferiti dai Rioni Sassi venivano consultati con referendun) ideato e messo in pratica dal sociologo tedesco-americano Friedrich Franz Friedman,Adriano Olivetti, Ludovico Quaroni e Michele Valori e Federico Gorio e Piero Maria Lugli e Luigi Agati.
Obiettivo principale di Olivetti era fare di Matera, compreso Borgo La Martella, un laboratorio comunitario “… costruendo luoghi per restituire dignità e cittadinanza alle persone”.
Pertanto attorno a questo significativo italiano del Novecento(un mito dell’industria, della creatività e della cultura italiana nel mondo) si aggregò una comunità scientifica e di pensiero nazionale e internazionale di notevole livello : Paolo Sylos Labini e Bruno Zevi, Henry Cartier Bresson e David Seymour,Manlio Rossi Doria,Albino e Leonardo Sacco,Francesco Saverio Nitti e Tullio Tentori,Rocco Mazzarone e Eleonora Bracco,Lidia De Rita e Giuseppe Orlando,Giuseppe Isnardi e Rigo Innocenti.
A fronte dell’ostracismo in capo al potere politico—democristiani che preferivano alloggi isolati perché temevano che i borghi a misura di contadino diventassero cellule comuniste ; il Ministero dei Lavori pubblici che per poter dare il via libera al Piano regolatore materano redatto dall’urbanista Quaroni impose l’affiancamento del più “organico” Luigi Piccinato;il ministro lucano Emilio Colombo che decretò lo svuotamento dei Sassi dando vita così a un enorme serbatoio elettorale: “Case nuove gratis per tutti!”—fu necessario,per La Martella, occupare la Prefettura e di conseguenza mettere in opera servizi fondamentali come posta e asilo nido e strade e scuola e albergo e centro sociale e ambulatorio e il forno : due agenzie del Governo di Roma per novanta giorni litigarono in merito al panificio da costruire(elettrico o a legna)costringendo le donne a percorrere otto chilometri al giorno per portare l’impasto del pane in città. E quindi le abitazioni di due piani,disposte a gruppi,ognuna provvista di stalla,un piccolo giardino e l’orto.
Fulcro del progetto urbanistico di Quaroni per Borgo rurale era il vicinato. Vale a dire la comunità incentrata sul soccorso reciproco,aiuto morale e materiale che rendeva meno tragica l’esistenza già vissuta dentro e fuori le case grotte dentro i Rioni Caveoso e Barisano : “Quando si parla dei Sassi bisogna pensare alle bolgie infernali e poi moltiplicarne l’orrore per dieci, nella certezza tuttavia di rimanere sempre al di sotto della realtà”(on.Michele Bianco,1951).
Un nucleo,come indicato da Adriano Olivetti, su cui si sarebbe dovuta reggere l’intera organizzazione sociale politica e culturale. Duecento e più famiglie che si raccoglievano nella Chiesa, edificata in fattezze neorealiste al culmine dell’altura con la parete di fondo in vetro perché i riti religiosi fossero aperti a chiunque.
Con l’avvento degli anni Settanta si sviluppano emigrazione contadina,impoverimento dell’agricoltura,fuga dalle terre che colpiscono anche quel sogno denominato Borgo La Martella,frazione del Comune di Matera.
“L’architettura nasce dalla civiltà di un popolo,non dalla fantasia di un professore di disegno.
Da un’industria attrezzata,da scuole serie e selezionatrici,dalla Legge del buon rendimento,dalla ricerca e dall’esperienza, dall’educazione della gente,della società degli uomini d’affari, dall’onestà delle imprese,dal desiderio della pulizia,dell’ordine,della vita semplice, da buone e semplici e sensate legislazioni,e da un minino di fede nell’avvenire”( Michele Valori,professore urbanista e architetto,anno 1949).
Già,la civiltà di un popolo.L’articolo Matera, quel Borgo la Martella senza farmacia è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.