Del 19 Ottobre 2023 alle ore 14:57
Dal Montenegro alla Resistenza, una vita per la libertà

Nascita e formazione
Luciano Della Mea nacque a Torre Alta (Lucca) il 29 maggio 1924, da una famiglia di contadini. Trascorse l’infanzia in un orfanotrofio, dove si formò il suo carattere indipendente e anticonformista. Nel 1940, all’età di 16 anni, interruppe gli studi per arruolarsi volontario nell’esercito italiano.
La guerra
Della Mea fu inviato a combattere in Montenegro, dove partecipò a diverse azioni di guerra. Nel 1943, dopo l’armistizio, fu internato in un campo di concentramento in Germania. Rientrato in Italia, si arruolò nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, ma presto disertò e si unì ai partigiani della VI Divisione “Giustizia e libertà”.
La Resistenza
Della Mea combatté per due anni nella Resistenza, partecipando a numerose azioni di sabotaggio e guerriglia. Fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare. Dopo la Liberazione, si iscrisse al Partito Socialista Italiano.
L’impegno politico
Della Mea fu un militante politico attivo e impegnato. Nel 1964, si iscrisse al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Partecipò alla stagione dei movimenti di contestazione degli anni ’60 e ’70, e fu tra i fondatori del periodico “Il Potere operaio”. Nel 1972, fu tra i primi a denunciare l’assassinio di Franco Serantini, un anarchico ucciso dalla polizia a Pisa.
L’impegno culturale
Della Mea fu anche un importante intellettuale. Scrisse numerosi libri di saggistica e narrativa, in cui espresse le sue idee politiche e sociali. Tra le sue opere più significative si ricordano “Eppur si muove” (1970), “Proletari senza comunismo” (1972), “La politica torna in fabbrica” (1973), “I senzastoria” (1974), “Il fossile ignoto” (1974).
Morte
Della Mea morì a Torre Alta il 25 marzo 2003, all’età di 79 anni.
Enfasi sulla figura di volontario di guerra
Già dal titolo, “Luciano Della Mea, un volontario di guerra e un intellettuale combattivo”, si evidenzia la sua doppia natura di soldato e di intellettuale.
La scelta di Della Mea di arruolarsi volontario in guerra dimostra il suo coraggio e il suo senso del dovere. Le sue esperienze di guerra lo resero un uomo forte e determinato.
Della Mea combatté per due anni nella Resistenza, partecipando a numerose azioni di sabotaggio e guerriglia. La sua esperienza di partigiano lo segnò profondamente, e lo rese un uomo ancora più combattivo e impegnato.
Conclusione
Luciano Della Mea fu una figura importante della storia italiana del XX secolo. Fu un soldato coraggioso, un intellettuale combattivo e un uomo di profonda umanità. La sua vita è un esempio di impegno civile e di lotta per la libertà:

La decisione di Della Mea di arruolarsi volontario in guerra, nonostante la sua giovane età e la sua formazione antimilitarista, può essere interpretata come un gesto di sfida al regime fascista.
Le sue esperienze di guerra in Montenegro, dove fu esposto a una dura realtà di morte e distruzione, lo resero un uomo più consapevole delle ingiustizie del mondo.
La sua scelta di disertare dall’esercito della Repubblica Sociale Italiana e di unirsi ai partigiani è un segno del suo forte senso di giustizia e del suo impegno per la libertà.
La sua partecipazione alla Resistenza, in cui si distinse per il suo coraggio e la sua determinazione, lo rese un eroe nazionale.

FONTI:
SIUSA – Della Mea Luciano (beniculturali.it)L’articolo Luciano Della Mea, un volontario di guerra e un intellettuale combattivo è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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