Del 17 Ottobre 2023 alle ore 16:12Di Mario Franzin
Il fronte scolastico è sempre stato oggetto di ribellioni sindacali, proteste, malcontenti e mire di lottizzazioni politiche; da che mondo è mondo, ogni Governo cerca, attraverso l’istruzione, di esplicare al meglio la propria linea d’indirizzo che possa rispecchiare al meglio l’adattamento dei propri programmi della campagna elettorale (ma anche che si tratti di Governo tecnico, le similitudini sono molte: come per esempio, la linea Bianchi focalizzata su un sapere “antico” rispetto al moderno). Non fa eccezione l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni che, avendo posto alla guida del Ministero dell’Istruzione un ex Dirigente come Giuseppe Valditara, intende rimodulare la geografia degli istituti scolastici che, specialmente al Sud (e quando mai e chissà perché) risultano essere fuori controllo.
Tale aspetto non deriva, solo, da un’eccessiva nascita di presìdi “specchio” che vanno ad annullarsi fra di loro, ma questo meccanismo di attiva anche per via del fatto che il numero di strutture non è commisurato alla reale portata della domanda studentesca. In economia, si sa, il rapporto domanda-offerta, deve quantomeno pareggiare ed è per questo motivo che, onde evitare ulteriori creazioni artefatte di istituti tanto per, si è pensato di avviare il processo di dimensionamento scolastico, ossia unione di più autonomie, in un’unica autonomia territoriale che prevedeva l’accorpamento di gestioni multiple, in unico grande polo scolastico.
Il capitolato “dimensionamento scolastico” è previsto in legge di bilancio 2023 e dovrebbe avere i suoi effetti di accorpamento nell’anno scolastico 2024/2025. La legge di bilancio, approvata in via definitiva dal Senato il 29 dicembre 2022, prevede che, attraverso una modifica dell’articolo 19 del decreto legge 98/11, si possa realizzare la riorganizzazione del sistema scolastico prevista nel PNRR con uno specifico decreto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il MEF, previo accordo in sede di Conferenza unificata, con il quale entro il 30 giugno di ciascun anno viene definito l’organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA. Sulla base dei parametri individuati dal decreto, le Regioni provvedono autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro e non oltre il 30 novembre di ciascun anno. Per cui il dimensionamento sarà predisposto a fine anno 2023 e farà sentire i suoi effetti negativi per l’anno scolastico 2024-2025.
Qualora la concertazione tra MIM, MEF e Conferenza unificata non dovesse arrivare a trovare un punto di intesa entro il 30 giugno, il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA viene calcolato sulla base di un coefficiente tra 900 e 1.000 alunni per scuola. Per il dimensionamento si dovrà tenere conto anche delle situazioni derogabili perché sedi montane o di piccola isola.
Questo tipo di dimensionamento potrebbe portare, a partire dal 2024/2025 un qualcosa come 700 dirigenti scolastici e DSGA in meno su tutto il territorio nazionale. Questi tagli potrebbero essere concentrati principalmente nelle regioni del sud Italia.
Il capitolo di spesa previsto per il triennio 2023-2025 presentato nella Tabella n.7 degli “Stati di previsione” della legge di bilancio 2023 prevede un taglio di spesa nel triennio per l’Istruzione scolastica di 4 miliardi e 116 milioni di euro. In buona sostanza si passerà da una spesa complessiva per l’Istruzione scolastica di 52 miliardi e 114 milioni del 2023 ad una spesa di 47 miliardi e 997 milioni di euro del 2025. Bisogna specificare che nonostante un calo di risorse così imponente, per le Istituzioni scolastiche non statali c’è un incremento di risorse di oltre 20 milioni di euro in tre anni. Si prevede che dal 2023 al 2025 ci sia un taglio del 50% delle risorse sul reclutamento e aggiornamento dei dirigenti scolastici e del personale scolastico.
Come sempre avviene in Italia, le polemiche vengono fuori dopo, quando molti danni sono stati fatti o “stanno per”, infatti, se già si parla di Nadef (Nota di Aggiornamento Documento Economia e Finanza, ndr) 2023 e Manovra di Bilancio 2024, si è risaliti alle norme della Legge economica 2023, proprio perché ci si è accorti adesso di molte lacune, anche normative, in merito a tale provvedimento che non tiene considerazione alcuna della storicità degli Istituti. E così, per quanto attiene al caso di specie, nella Città di Crotone e nel suo comprensorio sono sorte varie azioni dimostrative a sostegno dell’autonomia normativa come, per esempio, scioperi con manifestazioni lungo le vie oppure occupazioni degli androni dei palazzi istituzionali al fine di avere un confronto con gli amministratori provinciali e tecnici. I casi che hanno suscitato maggiore clamore sono stati quelli del Liceo Classico “Pitagora”, istituzione scolastica che insiste dal 1934 in città nato sui ruderi di un vecchio convento di clausura e che, negli anni, è divenuto un’eccellenza di innovazione formativa con l’istituzione dei corsi per l’approccio metodologico interamente in inglese in cooperazione con Cambridge School; l’indirizzo scientifico e il liceo quadriennale; senza contare gli innumerevoli progetti per i Programmi Competenze Trasversali e Orientamento (ex alternanza scuola-lavoro) e che, con l’accorpamento, sarebbe stato unito al Liceo Borrelli di Santa Severina. Tale operazione avrebbe disposto una perdita notevole di molti indirizzi e personale.
Un altro esempio è quello del “Pertini-Santoni” che, già dal nome, s’intuisce sia stato già protagonista di accorpamenti passati con la fusione di indirizzi dal grafico pubblicitario al geometra; oppure il caso del “Ciliberto-Lucifero” che comprende Nautico e Ragioneria. Ma se per i primi due il casus belli si è risolto con la vittoria degli organi collegiali, sorte meno fortunata è toccata al terzo istituto a cui, di fatto, viene tolta autonomia e “trasferito” nel nascente Polo di Cutro.
Fattispecie simili si sono verificate in tutta la Regione, ma tutto ciò non è da ricondurre alla malagestione del Governo come volontà sottesa di affossare la Calabria e i piccoli centri, ma piuttosto a una serie di irresponsabilità diffuse che, accumulatesi nel tempo, hanno dato il via a un domino pericoloso andando a scoperchiare inefficienze di un sistema che doveva tutelare non solo la storicità delle istituzioni scolastiche territoriali, ma proprio gli alunni e i fattori logistici che affrontano quotidianamente nonostante enormi difficoltà.L’articolo Dimensionamento scolastico: l’autunno caldo che non ti aspetti è già apparso su Il Corriere Nazionale.