di Monica Montedoro
Oratorio di San Michele Arcangelo a Pozzoveggiani di Salboro (Padova)
Di Monica Montedoro / 4 Ottobre 2023
Se le pietre potessero parlare…
Pozzoveggiani dista poco più di 6 km chilometri dal centro di Padova, città di cui fa parte. La chiesetta è piccola, ma molto carina. Appartiene, mi hanno spiegato quando sono andata a visitarla, alla parrocchia di Salboro. Ogni sabato pomeriggio alle 18 il parroco di Salboro serve messa lì.
Cominciamo con un po’ di storia
Ci troviamo sul tracciato romano della via Annia, importante arteria di collegamento tra Adria e Aquileia.
L’antico nome “Publicianum” (da cui, più tardi, Pozzoveggiani) deriva probabilmente, da “Puteus Vitaliani: più precisamente da “Puteus”, il pozzo che si trovava sul lato sud della chiesa, e da “Vitaliani” il nome del prefetto di Patavium Vitaliano, sicuramente uno dei primi convertiti eccellenti al cristianesimo, il quale avrebbe posseduto delle terre in questa zona. Pur non avendo notizie certe, si presuppone che Vitaliano forse anche padre di Santa Giustina, martire cristiana che, a causa del suo rifiuto verso la religione pagana, il 7 ottobre del 304 fu fermata dai soldati dell’imperatore Diocleziano e condannata a morte.
Certamente i primi cristiani si incontravano, specie nei periodi di persecuzioni, appena fuori dalle mura cittadine.
I segni del tempo – Da luogo di culto pagano a congregazione segreta cristiana, poi Chiesa e, infine, Oratorio
Questi oratori erano anticamente luogo di culto popolare. Si trattava, spesso, di siti pagani in cui, in segreto, si professava la religione cristiana.
Erano legati alle prime comunità agricole, spesso ai margini di boschi come questa vicina a Salboro, il cui nome sembra derivare dal latino silvarium che indica una “località boscosa”.
La prima chiesa, innalzata nel XII secolo traeva la sua origine da un precedente edificio del VI-VII secolo, identificato con una cella memoriale per le sue dimensioni ridotte, la sua forma cubica e per l’anomalo orientamento con la facciata rivolta ad est e l’abside ad ovest, le cui dimensioni dettarono quelle della successiva navata di centro. L’edificazione della chiesa avvenne ribaltando completamente l’orientamento: si presentava, infatti, come una piccola basilica a tre navate con absidi semicilindriche e preceduta da un atrio quadrato, orientata e decorata con affreschi. Indicata come la chiesa più antica di Padova, è un interessante esempio dell’influenza della cultura carolingia-ottoniana sulla cultura locale, fortemente connotata dalla presenza bizantina. Fu, questo, il periodo di massimo splendore ed ampiezza
L’attuale forma dell’oratorio risale, invece, ad un periodo che si estende tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, quando, fortemente diminuita l’importanza religiosa e in degrado nelle sue strutture materiali, subisce grossi cambiamenti: la navata settentrionale viene trasformata in canonica, quella centrale rimane utilizzata come oratorio e la navata a sud viene in parte abbattuta, lasciando visibili le arcate e le colonne, murate nella parete esterna.
Nel XVIII secolo, probabilmente a seguito della soppressione di molte chiese e monasteri ad opera del governo francese instaurato da Napoleone, venne definitivamente abbandonata.
Sia all’esterno che all’interno dell’attuale oratorio rimangono tracce dei diversi periodi storici. In particolare, sul lato sud della chiesa ci sono i segni delle colonne e degli archi dell’antica navata. Lì molto probabilmente vi furono seppellite le spoglie di Santa Giustina (in seguito traslate nella Basilica dedicata alla santa che si trova in Prato della Valle a Padova).
Si notano, all’interno, anche due botole che anticamente portavano, tramite sotterranei, proprio all’Abbazia di Santa Giustina. Non sono più in utilizzo.
La struttura architettonica interna e gli affreschi
Lo stile bizantino con una notevole influenza carolingia è evidente nella costruzione dei muri con una distribuzione dei mattoni a spina di pesce, particolarmente nella parete ad est. Si tratta di una tecnica costruttiva avanzata per l’epoca.
Lungo il fianco sud, angolo ovest, è ben evidente una decorazione formata da undici formelle in terracotta con figure geometriche e zoomorfe, mentre la fascia terminale dell’abside è caratterizzata da un motivo in cotto a cellette.
Due, dunque, i cicli pittorici che si sviluppano sulle pareti superstiti della cella memoriale e nell’abside della basilica e che costituiscono la decorazione della chiesa.
Il primo gruppo di dipinti, datato tra il X e l’XI secolo, rappresenta figure di Apostoli inquadrate entro le arcate di un colonnato. Il secondo, datato tra il XII e il XIII secolo, ricopre interamente il catino absidale secondo una ripartizione in tre registri: in quello superiore il Cristo Pancreator in mardorla è circondato dai simboli degli Evangelisti; in quello mediano la teoria degli Apostoli è interrotta al centro dalla raffigurazione di un pellicano che porta il nutrimento ai suoi piccoli; la fascia inferiore, infine, è decorata da una serie di cavalieri armati. Certo, non ci si aspetterebbe di trovare simili figure in una chiesa, anche perché non c’è alcun riferimento, per esempio, ai Templari o alle Guerre Sante. Oltre ai cavalieri, poi, compaiono anche figure zoomorfe ed antropomorfe. Ci sono animali come un leone, una figura mezzo uomo, mezzo uccello con un arco teso nell’atto di scoccare una freccia verso un pavone, una civetta e vari uccelli. L’ipotesi più accreditata è che rappresentino un simbolo pagano vicino alla Dea Atena, dea che richiama la saggezza e le antiche conoscenze.
Un’altra ipotesi è che si sia voluto rendere omaggio alla figura di un cavaliere che si sarebbe distinto per la sua vocazione nell’aiutare la gente. Contro le incursioni di conquistatori nemici o di bande di banditi. Nella Chiesa di San Michele, dunque, questo cavaliere potrebbe essere celebrato come eroe sacro, una sorta di “salvatore”
La chiesetta di Pozzoveggiani è generalmente sempre aperta ai visitatori con entrata libera nei periodi estivi, in quelli invernali è meglio contattare i custodi.
La visita non è consentita durante le cerimonie religiose.
Vi segnalo inoltre il sito internet della Parrocchia e in particolare la pagina con l’approfondimento dedicato all’Oratorio di San Michele: http://salboro.net/pozzoveggiani
Qui troverete tutti i recapiti telefonici per contattarli e chiedere di visitare l’oratorio. Con un piccolo contributo, oltre alla visita, riceverete anche una piccola guida.
Venite a visitare Padova…ve ne innamorerete!!!
Monica Montedoro