Del 1 Ottobre 2023 alle ore 17:24Durante un thè con gli amici inglesi nel Chianti dove abitiamo, si discute dell’ importanza della religione nonché dell’opportunità o meno di aderire a una fede religiosa piuttosto che a un’altra.
Si parla e ci si confronta sulla fondamentale importanza della religione, la quale consente di credere in qualcosa che vada oltre la dimensione unicamente fisica. Si tratta di un bisogno profondo, imprescindibile per l’essere umano: prova ne sia il fatto che chi si orienta verso la scelta laica semplicemente sposta l’atto di fede su altro (ad esempio la dimensione affettiva e sentimentale, la politica, i partiti o i sindacati, le associazioni, oppure sport e club di ogni tipo, congregazioni laiche varie ecc…ecc…). C’è l’imbarazzo della scelta, ma una cosa è certa: l’esigenza dell’umano di credere in qualcosa in grado di coagulare le proprie energie per dirigerle creativamente verso qualcosa di motivante. In tal modo, si cercherà di realizzare ciò che si ritiene importante, costruttivo, desiderabile.
Fin qui, tutti d’accordo.
Molto meno ci si trova d’accordo sulle varie tradizioni religiose, e su quali possano essere di maggiore interesse: per esempio c’è chi opta per le tradizioni orientali ritenendole più valide e chi invece ritiene che il monoteismo dell’Occidente sia una forma più evoluta di pensiero religioso. I fautori dell’Oriente affermano che quel messaggio sia molto più antico, e consenta in certi casi di oltrepassare il desiderio: quest’ultimo viene infatti considerato la fonte di ogni infelicità.
Gli altri obiettano che sì, eliminare i desideri sarà anche utile a placare l’animo: ma non si rischierà di ridurre troppo la spinta all’azione in una società oltremodo dinamica come quella occidentale ? Sarebbe come gettare via il neonato con l’acqua sporca del bagnetto…
A questo punto faccio notare che ogni religione nasce e si sviluppa in un humus, un retroterra che non è casuale e anzi ha un suo preciso perché, e quindi una sua raison d’etre adatta a quella realtà e a quell’ambiente umano.
Inoltre, l’antichissima scelta fondamentale dell’Oriente è stata l’ideogramma: la scrittura ideografica infatti testimonia la tendenza a considerare le realtà in modo complessivo, come facenti parte di un “tutto” che occorre sempre tener presente.
Al contrario, l’Occidente ha creato l’alfabeto ossia ha scelto la divisione, la parcellizzazione della parola ma anche conseguentemente del pensiero, dei concetti e, ahinoi, anche delle realtà nei loro vari aspetti (perdendo spesso di vista l’insieme…).
Beh, non importa che sia riuscita o meno a convincere gli amici…
L’importante è trascorrere un paio d’ore interessanti e poi dopo, a casa, riflettere su quanto detto traendo le proprie conclusioni per riproporle in modo stimolante al prossimo thè: altrimenti, a che servono gli amici…?
Sandra Fallaci ©L’articolo Questioni di scelte è già apparso su Il Corriere Nazionale.