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Il governo mercoledì vara un altro decreto legge per espellere gli immigrati “pericolosi”. Norme che ricordano le espulsioni adottate per estremisti e potenziali terroristi
In vista dei prossimi vertici internazionali, e con l’Italia intenta a trovare alleati di peso per convincere la Ue della necessità di un cambio di approccio nelle politiche migratorie, la premier Giorgia Meloni prova a ricucire la tela dei rapporti diplomatici con la Francia. Lo fa a Roma nel corso di un vis-à-vis pomeridiano col presidente francese Emmanuel Macron. Un incontro che fa seguito alle fibrillazioni innescate dai respingimenti di migranti, da parte della gendarmerie, sul confine di Ventimiglia e che una nota di palazzo Chigi definisce «lungo e cordiale». I due leader, prosegue la nota, «hanno discusso delle principali tematiche internazionali, con particolare attenzione alla gestione del fenomeno migratorio e alle priorità economiche europee in vista del Vertice “Med 9” di venerdì a Malta e del Consiglio Europeo informale della settimana prossima a Granada», il 5 e 6 ottobre. Poco dopo, dall’Eliseo arriva un comunicato di tenore analogo, che menziona i prossimi summit e riferisce della prosecuzione di uno scambio di vedute fra Macron e Meloni «sulla necessità di trovare una soluzione europea alla questione migratoria». Par di capire dunque che, almeno fra Roma e Parigi, qualche tensione si sia appianata.
Lo stesso non si può dire per i rapporti con Berlino, agitati dalla notizie dei finanziamenti tedeschi (2 milioni di euro l’anno fino al 2026) per enti che operano nell’aiuto ai migranti, comprese le ong che effettuano salvataggi in mare. Sabato (ma si è appreso lunedì) la premier ha scritto una lettera al cancelliere tedesco Olaf Scholz, manifestando «stupore» per l’iniziativa tedesca (che in realtà è iniziata nel 2022) e chiedendo chiarimenti, ma al tempo stesso tendendo una mano perla ricerca congiunta di «soluzioni strutturali». Da Berlino, per ora, è pervenuta solo l’asciutta rassicurazione sul fatto che la missiva italiana avrà una risposta. Dal canto suo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è partito per un tour diplomatico chiarificatore, che lunedì ha toccato Parigi (con un incontro con l’omologa francese Catherine Colonna) e domani raggiungerà Berlino, per un faccia a faccia con la ministra Annalena Baerbock. Nel frattempo, però, dalla maggioranza di governo continuano a piovere dardi. A scagliarli sono i vertici della Lega, il vicepremier e leader Matteo Salvini : «Da Berlino mi aspetto rispetto e collaborazione, se le ong tedesche portassero i migranti in Germania nulla quaestio». Punzecchiature che non facilitano un eventuale appeasement.
 Alle azioni sul piano internazionale e a quelle per fronteggiare gli arrivi di migranti (133.139 da gennaio 2023), l’esecutivo continua a insistere sulla decretazione d’urgenza. Dopo le norme anti Ong, il dl Cutro e il provvedimento sul raddoppio dei Cpr (da 10 a 20, almeno uno per Regione, ma diversi governatori e sindaci sono contrari), oggi in Consiglio dei ministri è attesa una ulteriore bozza di decreto legge. Dovrebbe contenere – come annunciato da Avvenire – un pacchetto di misure per accelerare i rimpatri di immigrati che delinquono e per accertare l’età dei minorenni stranieri. In base alla bozza circolata oggi, i titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo (ossia gli immigrati da anni in Italia, per i quali finora questa eventualità era limitata) potranno essere espulsi «per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato» dal ministro dell’Interno, attraverso una disposizione del prefetto (a patto che ne si dia «preventiva notizia al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri»). Una norma che ricorda le espulsioni adottate per estremisti e potenziali terroristi. Inoltre, potrà essere espulso lo straniero condannato per falsa attestazione dell’età.
Ancora, se dovessero mancare i posti nelle strutture a loro dedicate, i migranti di età fra 16 e 18 anni potranno essere collocati dai prefetti nei centri d’accoglienza ordinari, in sezioni a loro dedicate, al massimo per 90 giorni.
Marcario Giacomo
Editorialista de Il Corriere Nazionale
www.corrierenazionale.net

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