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Del 20 Settembre 2023 alle ore 15:27 La straordinaria biografia di Alberto Manzi, noto per il suo ruolo di maestro televisivo nel programma “Non è mai troppo tardi,” inizia con il suo coraggio come volontario di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale e si sviluppa in una carriera dedicata all’istruzione e all’educazione.
Alberto Manzi: Una Vita al Servizio dell’Educazione
Alberto Manzi, noto in tutta Italia come il “maestro degli italiani,” ha condotto una vita straordinaria dedicata all’educazione e all’istruzione. La sua biografia è un affascinante racconto di coraggio, determinazione e impegno sociale, che inizia con il suo ruolo come volontario di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nato il 3 novembre 1924 a Roma, nel rione Borgo, Alberto Manzi proveniva da una famiglia modesta. Suo padre, Ettore Manzi, era un tranviere, mentre sua madre, Rina Mazzei, lavorava negli uffici annonari del Vaticano. Tuttavia, la loro vita cambiò drasticamente quando, nel 1927, furono costretti a lasciare la loro casa a causa dello smantellamento della Spina di Borgo e furono assegnati a un appartamento nelle case popolari di Piazza Bologna, allora periferia romana. Con la nascita della sua sorella Elena nel 1928, sua madre lasciò il lavoro per dedicarsi completamente alla famiglia.
L’8 settembre 1943, dopo l’Armistizio, Manzi e la sua famiglia si trovarono di fronte a una scelta difficile. La Repubblica Sociale Italiana li chiamò, minacciando la fucilazione, se non si fossero presentati entro 30 giorni. Tuttavia, essendo antifascista e determinato a non sottomettersi al regime di Salò, Manzi riuscì a nascondersi, grazie all’aiuto di suo padre, un ex bersagliere della Prima Guerra Mondiale e volontario della Croce Rossa nella Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1944, con l’arrivo delle forze alleate, Manzi decise di arruolarsi come volontario presso il Battaglione San Marco, alleato dell’Ottava Armata Inglese. Il suo spirito indomito si fece subito notare durante il colloquio di reclutamento, quando rispose in modo scherzoso alle domande del comandante. Nonostante la sua mancanza di istruzione formale, dimostrò intelligenza e determinazione. Durante il servizio militare, partecipò attivamente alla campagna della Linea Gotica fino a Bolzano, che si concluse con il 25 aprile del 1945. Dopo il congedo, rimase con il suo battaglione a Brindisi per aiutare con le pratiche di fureria.
L’esperienza di Manzi durante la guerra in marina lo cambierà profondamente e avrà un impatto duraturo sulle sue scelte future. Dopo il conflitto, Manzi continuò a studiare, laureandosi prima in Biologia presso l’Università di Roma e poi in Filosofia e Pedagogia con il professor Luigi Volpicelli. Quest’ultimo lo scelse come assistente per dirigere la Scuola Sperimentale del Magistero di Roma nel 1953. Manzi lavorò in questa posizione per un anno, ma alla fine scelse di dedicarsi alla scuola elementare.
Il suo desiderio di aiutare i giovani e di rinnovare il sistema scolastico era profondo. In una famosa intervista del 13 giugno 1997, Manzi disse: “Soprattutto dopo l’esperienza della guerra, l’idea fissa che avevo era di aiutare i ragazzi, rinnovare un po’ la scuola, per cambiare certe cose che non mi piacevano.”
Dopo la guerra e la laurea in Biologia, nel 1946 Manzi iniziò a insegnare nel carcere minorile “Aristide Gabelli” di Roma. Questa fu la sua prima esperienza come educatore, e fu una sfida straordinaria. Doveva insegnare a circa 90 ragazzi dai 9 ai 17 anni, ciascuno con le proprie storie di disagio e criminalità. Tuttavia, Manzi accettò questa sfida con dedizione e passione. Durante questi anni, riuscì a stabilire un rapporto di fiducia con i ragazzi e a cambiarne molte vite.
La svolta nella carriera di Alberto Manzi avvenne nel 1963, quando divenne il maestro di matematica e scienze della famosa trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi.” Questo programma, ideato da Renzo Villa e prodotto dalla RAI, aveva l’obiettivo di fornire istruzione a chiunque, giovani e adulti, che non aveva avuto la possibilità di completare la scuola. Manzi divenne il volto e la voce di questa iniziativa di grande successo. La sua capacità di comunicazione e la sua dedizione all’insegnamento furono evidenti fin dall’inizio.
Alberto Manzi non era solo un insegnante televisivo di successo, ma anche un promotore dell’importanza dell’educazione nella società. Con il suo stile umile e coinvolgente, ha ispirato generazioni di studenti e insegnanti. La sua filosofia era basata sulla convinzione che l’istruzione potesse trasformare la vita delle persone, indipendentemente dall’età o dallo sfondo sociale.
Manzi continuò a lavorare in televisione fino al 1997, ma il suo impegno nell’educazione non si limitava alle telecamere. Era attivo in numerose iniziative educative e sociali, lavorando come autore e consulente pedagogico. Nel 1997, il Presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, lo nominò Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo straordinario contributo all’educazione.
Alberto Manzi morì il 7 dicembre 1997, ma il suo lascito nell’ambito dell’educazione continua a vivere attraverso le generazioni di studenti e insegnanti che ha ispirato. La sua vita, caratterizzata da coraggio, determinazione e dedizione all’istruzione, è un esempio straordinario di come un individuo possa fare la differenza nella società attraverso l’educazione.
In conclusione, Alberto Manzi è stato molto più di un semplice maestro televisivo. È stato un uomo che ha dedicato la sua vita a migliorare l’istruzione e l’educazione in Italia, ispirando milioni di persone a cercare la conoscenza e a perseguire i propri sogni. La sua eredità vive ancora oggi e continuerà a ispirare futuri educatori e studenti a cercare l’illuminazione attraverso l’apprendimento.
Fonti:
Biografia – Centro Alberto Manzi
Alberto Manzi – WikipediaL’articolo Alberto Manzi: Una Vita al Servizio dell’Educazione è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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