Del 14 Settembre 2023 alle ore 17:14di Franco Faggiano *
Il Cammino può essere fatto in più modi, sia per la durata di km e giorni, sia per la tipologia di percorrenza (a piedi, a cavallo o in bici), sia per l’itinerario scelto (Francese, Portoghese, Primitivo ecc.). Quello intrapreso, è stato una parte del cosiddetto “Cammino Portoghese”, che da Valença do Minho (Portogallo) ha portato a Santiago di Compostela (Spagna) per un tragitto di circa 140 km a piedi, in sei tappe, lungo strade, boschi, borghi, campagne, passando da Tui, O Porriňo, Redondela, Pontevedra, Caldais des Reis e Padrón.
Tante sarebbero le cose da raccontare su questa esperienza, ma per ovvi motivi di spazio, cercherò di evidenziare solo alcune delle cose più utili sia a chi vuole approfondire la conoscenza sull’argomento sia a chi, un giorno, decida di fare il Cammino. È bene, a questo punto, fare una doverosa precisazione: il Cammino è sì fattibile quasi per tutti da un punto di vista fisico, con un minimo di adeguata preparazione, ma non è sicuramente per tutti se non si è predisposti mentalmente ad affrontare tutte le difficoltà del percorso date, ad esempio, dalla percorrenza chilometrica, dai vari dislivelli con numerose salite e discese impegnative, dal portare uno zaino, dal doversi adattare nel dormire e nel cibarsi, e tanto altro. Infatti, si fa presto a dire “parto per il Cammino”, ma – a meno che non si faccia affidamento esclusivamente (ed incautamente, aggiungo) sulla buona sorte – tutto quanto va ponderato con molta attenzione e programmato anzitempo.
In primis, la scelta di che tipologia di Cammino intraprendere, valutando quanto tempo abbiamo a disposizione, dove vogliamo fare tappa, il periodo se caldo o freddo ecc. Una volta valutati i molteplici aspetti, vanno prenotati i voli (quanto meno quelli di andata) e, se necessario visti gli scali aerei, anche dei pernottamenti. Alcuni mesi prima della partenza, è fondamentale poi richiedere la credenziale dove far apporre i timbri (sello) lungo il Cammino. In Italia, bisogna rivolgersi alla Confraternita di San Jacopo di Compostela in quel di Perugia (sito: confraternitadisanjacopo.it). Utile anche stipulare una polizza assicurativa per il viaggio. Fatto tutto questo, va scelto e preparato cosa portarci nello zaino (max 40 litri), che possibilmente nel suo insieme non superi il 10% del peso corporeo. Sembra banale e scontato, ma il peso dello zaino è uno degli aspetti più importanti per rendere più o meno faticoso il Cammino. Evitate, dunque, di portare cose inutili! Comunque, per meglio capire cosa è necessario avere insieme, ci sono delle ottime guide che danno i dovuti consigli, anche se è preferibile sempre valutare personalmente il tutto in base alle proprie esigenze.
Per quanto riguarda le innumerevoli cose da vedere, come chiese, musei e monumenti lungo il Cammino, bisogna sempre considerare dove si sceglie di pernottare, il tempo residuo disponibile, il meteo previsto, gli orari di accesso, perché non sempre quello che varrebbe la pena può essere visitato o visto. Anche per mangiare e bere, l’offerta è abbondante e variegata, ma il consiglio è quello di fare una buona colazione, un pasto completo a pranzo e la sera, anche per riposarsi meglio, mangiare poco e non bere alcolici. Per il pernottamento, la scelta è fondamentalmente di tre tipi: tenda, ostello o pensione/b&b. Infine, l’aspetto più importante, è la scelta delle scarpe: siano esse scarponcini o scarpe basse, da walking o da trekking, non devono mai essere nuove, ovvero devono essere state abbondantemente usate nei mesi precedenti alla partenza. Questo, per evitare nel limite del possibile di avere poi problemi come, ad esempio, vesciche o infiammazioni tipo talloniti e tendiniti. A tal fine, unitamente ad altri medicinali utili e personali, è bene portarsi cerotti per le vesciche e creme antinfiammatorie e/o lenitive.
Ovviamente, quanto scritto non ha la pretesa di essere esaustivo, ma può dare l’idea di come affrontare il Cammino che, una volta ultimato, davanti alla maestosa Cattedrale di Santiago e una volta ritirata l’agognata “Compostela”, vi farà sentire appagati e felici. Molti sostengono che una volta fatto il Cammino si torni a casa diversi. Io, personalmente, trovo che si torni con un qualcosa di più, con la consapevolezza di aver raggiunto un significativo obiettivo per se stessi. Poi, se questo è stato realizzato per fede religiosa o per altro io credo non sia importante, perché sicuramente è qualcosa di meraviglioso a prescindere dalla motivazione che ci ha spinti a farlo, soprattutto per gli attimi, anche introspettivi, vissuti oserei dire in modo mistico e onirico nei vari luoghi nei quali il Cammino si è dipanato. Chiunque, nella propria esistenza, dovrebbe provare a fare questa unica e singolare esperienza di vita perché, come ha scritto Paulo Coelho, Santiago non è la fine della strada, è l’inizio. Buen Camino!
* Franco Faggiano, esperto trekker, pratica anche il Pilgrim walking in seno a “Wolf pack”. Ha collaborato giornalisticamente dal 1988 con varie case editrici, con la pubblicazione di articoli, saggi e foto. | Blog:
https://www.ilcamminopersantiago.blogspot.com
https://wolfpack-adventureproject.blogspot.com/p/pilgrim-walking.html
Foto: Marco LeoneL’articolo Il cammino portoghese per Santiago di Compostela è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.