Del 13 Settembre 2023 alle ore 16:56È salito a 2.901 il numero dei morti e a 5.530 feriti il bilancio del terremoto in Marocco del 9 Settembre 2023, e persino difronte un’immane disgrazia come questa, taluni ne approfittano per fare demagogismo politico.
Rabat “in questa prima fase specifica” ha accettato l’aiuto di quattro Paesi (Regno Unito, Spagna, Emirati arabi e Qatar) giustificando la sua decisione con la necessità di dover attuare innanzitutto una “valutazione precisa” dei bisogni.
Il Marocco ha voluto evitare così di impegnare strumenti e personale specializzato più del necessario, privando altri Paesi che avrebbero potuto averne bisogno, così come appunto poi si è verificato per evento naturale differente in Libia, a distanza di poche ore.
Tuttavia il governo marocchino non ha escluso di chiedere aiuto ad altri Paesi, se e quando necessario, “secondo le esigenze specifiche di ogni fase”.
Molti Stati europei offertisi di aiutare non hanno accettato di buon grado la risposta negativa, almeno momentaneamente, da parte della capitale del magreb. Numerosi giornalisti hanno iniziato a scrivere contro il Governo marocchino, offesi non si sa bene da cosa.
Vorrei ricordare ai numerosi italiani e colleghi giornalisti che il 6 aprile 2009 il sisma con epicentro in Abruzzo di 5,8 gradi Richter registrò tante vittime e il governo italiano dichiarò lo stato d’emergenza nazionale.
Numerosi Paesi, fra cui la Svizzera e l’Unione Europea, fecero rapidamente sapere alle autorità italiane di essere disposti ad aiutare, ma Roma rispose di non avere bisogno, almeno per quel momento, di assistenza internazionale e l’allora premier Berlusconi precisò che il governo italiano aveva attivato il Fondo catastrofi europeo per farcela da sola.
Nulla di nuovo quindi, dunque perché tanto finto stupore o sentimento di offesa per il No dal Marocco?
Anche la Francia probabilmente non l’ha presa bene, tanto che il primo canale francese si è chiesto durante una diretta tv: “Il Marocco può farcela senza la Francia?”
Rammentiamo che il Marocco ha gestito egregiamente l’epidemia covid ed ha spedito numerose mascherine alla Francia durante quel tragico periodo offrendo aiuto anziché chiederlo; perché dunque non dovrebbe riuscirci oggi con il soccorso e il supporto di quattro stati amici e soprattutto grazie al suo stesso popolo che si sta prodigando più di chiunque ad aiutare con uno spirito di umanità senza eguali?
Dopo il rifiuto della mano tesa francese per i soccorsi del terremoto, i giornali e le tv europee si sono scatenate in modo poco deontologico contro lo stato nordafricano e il suo Re Mohammed VI facendo illazioni sulla sua assenza mediatica nelle prime ore della tragedia.
In realtà sua maestà dopo circa due giorni ha visitato i feriti, ha donato il suo sangue, ha abbracciato alcuni orfani e vedovi superstiti camminando tra macerie e scosse sismiche di assestamento che proseguono ancora oggi.
Sicuramente il governo marocchino avrà avuto le sue ragioni per non accettare l’aiuto di altri Paesi ed è improduttivo fare congetture in tal senso, perché se ha fatto bene o no, non è dato ai più saperlo.
Se dietro questo diniego ci fosse dell’altro? Si sa che l’aiuto è il più delle volte politicizzato anziché solo di natura umanitaria, fondato pressoché su interessi, accordi e risarcimenti, ovviamente a discapito della popolazione.
E se il Re in questa sua scelta avesse fatto semplicemente il Re mettendo dinanzi a tutto il bene dei suoi cittadini? Nessuno ci crederebbe, perché viviamo in un mondo di opportunismo, potere e interesse, ma magari nel mondo qualcuno ha ancora dei valori forti che non vende.
Dopo tutto ‘quel che si semina si raccoglie’, recita un noto proverbio.
Malgrado l’indipendenza del Marocco la Francia gli è sempre stata col fiato sul collo continuando a considerarla una sorta di colonia, ma da decenni questo sentimento e rapporto di remissività si è andato sempre più scemando fino ad annullarsi quasi con le nuove generazioni.
La severa matrigna Francia da anni combatte contro i diritti di libertà ed espressione religiosa dei musulmani che vivono su suolo francese, cittadini che studiano, lavorano e pagano tasse, ma oltre a non essere mai considerati veramente francesi dalla società e nei salari, negli istituti scolastici di ogni grado le ragazze non possono vestire con hijab e abaya. La Francia finge di non sapere l’enorme quantità di cittadini francesi doc “purosangue”, per dirla alla J. K. Rowling, convertiti alla religione islamica oppure, pur sapendolo, condanna unicamente questa religione e tutte le altre le rispetta, o perlomeno così politicamente pare.
Dunque dopo i continui attacchi alla libertà di espressione religiosa al popolo nordafricano francese, chi avrebbe mai accettato subito e di buon grado il suo aiuto? Intelligenti pauca.
Di fatto ora il Marocco è in ginocchio, ma ben presto si rialzerà grazie al suo esemplare valore di coraggio, di fede e di profondo altruismo.
L’articolo Re Mohammed VI dona il suo sangue blu al popolo è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.