Sto percorrendo V.Senese da Porta Romana fino alle Due Strade, per incontrare Patrizio Falorni che ha conosciuto da giovane Margherita Hack e può dirmi qualcosa su ciò che è accaduto in passato in questi luoghi. Penso che sarà interessante perché niente è più efficace del racconto di chi ha vissuto direttamente le cose, specialmente se riguardano un personaggio come Margherita.
Patrizio, iniziamo proprio dai luoghi: la casa di V.del Gelsomino ha una lunga storia per la tua famiglia…
…esatto. La casa in V.del Gelsomino venne ceduta a mia nonna materna verso il ’40, all’inizio della guerra più o meno: era di proprietà di una famiglia di nobili inglesi, gli Every-Clayton che riposano al Cimitero degli Allori. I genitori di Margherita si recavano dai miei nel pomeriggio per il thè. Lei già da adolescente mostrava un carattere ben deciso e sicuro di sé, per esempio aveva messo una bandierina italiana sul monopattino per sottolineare la sua appartenenza nonostante il cognome straniero (sgradito in un periodo che esaltava l’italianità).
E tu, quando l’hai conosciuta direttamente?
Avevo circa trent’anni, più o meno verso la metà degli anni ’80. Accadde in Agosto a Fiesole, a una conferenza in cui spiegava un argomento d’astronomia: una materia complessa che lei era in grado di far arrivare a tutti con la sua consueta straordinaria abilità di divulgatrice. Era col marito, e mi presentò come “il figliolo d’Andrea”, mio padre e lei si erano infatti frequentati spesso in passato. I miei la consideravano quasi come una di famiglia.
Quali altri episodi trovi nei tuoi ricordi…?
Per esempio, una volta lei e mio padre andarono a Viareggio in bici partendo di notte, fecero il bagno e poi ripartirono subito alla volta di casa. In un libro lei ne parla, sottolineando il rapporto amicale con mio padre appunto: uomo estroverso, simpatico e molto di compagnia.
C’è qualche aneddoto significativo, per capire meglio la personalità di Margherita?
Beh, talvolta era un po’ birichina: ad esempio, aveva circa 10 anni quando dal tetto della casa accanto andava a cogliere i fichi acerbi nel giardino dei miei e li tirava in testa a mia madre che rispondeva facendo altrettanto…, e lì iniziava una battaglia divertente senza esclusione di colpi.
Certo, un po’ discola…ma sempre simpaticissima.
Margherita praticava vari sport, vero?
Certamente, per esempio Pallacanestro al Circolo Due Strade. Ma soprattutto il Salto in lungo agli Assi Giglio Rosso sul Viale dei Colli, dove mio padre faceva il Mezzo fondo. Lei era bravissima, proprio da livello nazionale: ma poi sopraggiunse la guerra, quindi tutto finì lì. Niente Olimpiadi, anche se ne avrebbe avuta la possibilità…
Quando e dove l’hai incontrata per l’ultima volta…?
A Castiglioncello, nella seconda metà degli anni ’90 durante una conferenza sugli sviluppi dell’astronomia. Ci siamo salutati, e le ho parlato anche di mio padre che nel frattempo era deceduto: rimase colpita e molto dispiaciuta, e certamente avrà ripensato ai suoi ricordi e a quell’Andrea con cui aveva trascorso momenti di “vera amicizia cameratesca”, come diceva lei.
Sandra Massai Fallaci
foto marinas.com