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Del 8 Settembre 2023 alle ore 13:43 Il Partito Democratico italiano sembra aver abbracciato un oscuro rituale: collezionare leader stranieri come figurine per sognare di spodestare la destra nazionale. Ma l’eterna tentazione del “Papa straniero” rischia di portare solo sventure.
Oggi, mentre il sole del 2023 sorgeva all’orizzonte politico italiano, sembrava che il Partito Democratico (PD) avesse abbracciato un’oscura e inquietante ispirazione. Guardando alla storia recente, ciò che emerge è una tendenza inquietante che ci fa pensare all’ombra di Nosferatu che si allunga sul partito.
L’ultimo capitolo di questa saga è stato scritto da Yolanda Díaz, la ministra spagnola del Lavoro uscente (o rientrante, a seconda delle consultazioni). Il PD l’ha accolta con entusiasmo alla festa dell’Unità di Ravenna, esibendo uno slogan che sembra provenire da un manuale politico del passato: “Abbiamo battuto la destra grazie al salario minimo”. E così, Yolanda Díaz completa la collezione delle figurine di leader e amministratori stranieri che il PD ha “raccolto” in giro per l’Europa e il mondo per cercare di guadagnare forza politica.
Il gioco sembra sempre lo stesso: ospitare o recarsi in casa di un “grande” esponente internazionale di sinistra e poi sostenere che, se questo leader ha trionfato elettoralmente nel proprio paese, allora anche i dem italiani possono sognare di scalzare la destra dal governo italiano. Ma questo gioco ha le sue ombre oscure.
I dirigenti del PD sembrano essere affetti dalla sindrome dell’eterno “Papa straniero”. Da Veltroni a Letta, passando per Bersani e Zingaretti, tutti sembrano magnificare l’idea di un “Papa straniero” per autoconvincersi che possono eguagliare l’abilità di governare un paese. L’aggettivo “straniero” calza perfettamente in questa situazione, poiché sembra che il PD sia in cerca di un salvatore da oltreconfine.
Tuttavia, nel loro entusiasmo per questi leader stranieri, sembrano dimenticare due aspetti fondamentali. Primo, che non è possibile applicare la stessa strategia politica e governativa in diversi paesi con condizioni così diverse. Secondo, se si guarda la lista dei leader che il PD ha sostenuto, emerge un elenco di delusioni e fallimenti. Zapatero e Hollande hanno lasciato il loro paese dopo governi deludenti, Obama ha aperto la strada a Donald Trump, Corbyn è stato un fiasco in Gran Bretagna, Sanna Marin ha avuto un mandato presidenziale breve e Ricarda Lang è scomparsa dai radar. Ora è il turno di Yolanda Díaz di essere “bruciata”.
La vera sfida, ora, sembra essere se il popolare Alberto Núñez Feijóo avrà una possibilità di vincere contro il socialista Pedro Sánchez, e molto dipenderà dalla pessima influenza che la ministra di sinistra potrebbe avere portato a casa dall’incontro con la Schlein.
In conclusione, il PD sembra essere caduto sotto l’incantesimo dell’eterna tentazione del “Papa straniero”, ma è ora di riflettere se questa strategia abbia mai portato successo o se, invece, abbia contribuito a consolidare la destra. Sembra che Nosferatu stia gettando la sua ombra su di loro, e solo il tempo dirà se il PD riesce a sconfiggerne l’inquietante influenza.
 L’articolo Il PD e l’Inquietante Ombra di Nosferatu è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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