<a href="https://www.corrierepl.it/" target="_blank" rel="noopener">Corriere di Puglia e Lucania</a>

Del 6 Settembre 2023 alle ore 21:35Ascensore sociale bloccato: l’istruzione unico rimedio
In questi giorni uno studio elaborato su dati Istat delinea un quadro allarmante per il mezzogiorno e per la Puglia: sei pugliesi su dieci non hanno il diploma.
Il confronto diviene impietoso se paragonato a Regioni come il Veneto, con dati che mostrano come in Puglia via siano almeno il doppio di analfabeti.
La mobilità intergenerazionale risulta quasi immobile rispetto al titolo di studio secondo gli ultimi dati Inapp (Istituto nazionale per
l’analisi delle politiche pubbliche) e l’ascensore sociale appare
bloccato sul pulsante istruzione.
Il figlio di un padre laureato ha oltre il triplo della possibilità di
laurearsi rispetto al figlio di chi ha conseguito la terza media: dato
del Rapporto Plus 2022 sulla mobilità intergenerazionale dei titoli di
studio.
Questa situazione insieme al numero basso di laureati rispetto alle
esigenze pone la questione critica della “ineguale distribuzione dei
laureati rispetto alle caratteristiche di istruzione e di reddito dei
nuclei familiari di provenienza”; a tale elemento occorre aggiungere
anche i fenomeni della disoccupazione intellettuale, della
“sotto-occupazione” e della “fuga dei cervelli” per percepire quanto
grande e complesso sia il problema della formazione e della
utilizzazione del capitale umano nel nostro Paese.
L’analisi del dato segnala un’ incremento della quota di laureati che
passa dal 14% fascia di età dai 50-64enni al 28% fascia di età dai
30-39enni ma in rapporto al dato demografico, si evidenzia una
sostanziale costanza del numero assoluto di laureati che concorrono a formare l’offerta di lavoro qualificata.
Occorre pertanto sostenere le politiche e i servizi che consentono il raggiungimento di livelli “europei” di istruzione terziaria, rilanciando operativamente una formazione orientata al mercato del lavoro; tutto questo è fondamentale per poter avere una componente di forza lavoro strategica nel futuro, in grado di farci competere con gli altri Paesi.
Oggi il titolo di studio non è più percepito dalle famiglie meno
istruite come una chiave per l’affermazione lavorativa e ciò può indurre i genitori a non investire nell’istruzione del proprio figlio, anche perché effettivamente in Italia i rendimenti dell’istruzione sono più bassi di quelli registrati in altri paesi OCSE.
Una società giusta ed equa implica che sia l’impegno, e non le posizioni iniziali o il contesto familiare, a determinare lo status socioeconomico dell’individuo. Il sistema educativo dovrebbe garantire a tutti i ragazzi e le ragazze l’opportunità di partecipare a processi di apprendimento efficaci, in grado di sviluppare le loro potenzialità e il loro talento separando così le loro prospettive da quelle della famiglia d’origine.
E ciò può avvenire sviluppando non soltanto i percorsi universitari ma anche gli altri percorsi di formazione professionale fino al livello
terziario e garantendo processi continui di aggiornamento delle
competenze per soddisfare i bisogni emergenti dalle trasformazioni strutturali in atto.L’articolo Festinante: Sei pugliesi su dieci non hanno il diploma secondo i dati Istat è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.