Del 2 Settembre 2023 alle ore 18:07
di Franco Faggiano *
Molte persone vanno a pescare tutta la loro vita senza sapere che non è il pesce quello che stanno cercando. (Henry David Thoreau)
Pescare, per molti, è una grande passione. C’è chi predilige le acque cosiddette dolci e chi, invece, quelle salate. In base poi ai luoghi, se in montagna, in pianura o a mare, si sceglie una tipologia di pesca. In questo breve articolo, tratteremo quella nelle acque interne con la tecnica della “mosca”. Per meglio comprendere, vediamo però in cosa consiste la pesca con la mosca (detta in lingua inglese fly fishing). È un tipo di pesca sportiva, definita così perché vengono utilizzate particolari esche artificiali costruite (con pelo, piume e filo, come si evince da una delle foto) ad imitazione, in tutte le loro fasi di sviluppo e vita, di insetti che nascono, si sviluppano, si riproducono e muoiono nell’ambiente acquatico, ma anche insetti detti terrestrial, come formiche, cavallette, grilli, vespe ecc. In ogni caso, l’esca viene chiamata mosca pur imitando anche altre creature di cui il pesce si nutre, come altri pesci (nella fattispecie gli avanotti), gamberetti ecc.
In sintesi, come viene effettuata? Serve un’attrezzatura composta da una canna di diverse lunghezze e materiali (fibra di vetro o grafite), un mulinello specifico per questa pesca, una lenza di diametro decrescente (detta coda di topo) e vari accessori a supporto del pescatore. Tale attrezzatura è necessaria per poter lanciare gli artificiali, a volte avente pesi molto leggeri, a diversi metri di distanza, tramite delle tecniche di lancio di vario tipo e non sempre semplici, finalizzate alla migliore posa possibile dell’artificiale in acque spesso mosse come nei torrenti. Alla coda di topo viene legato un finale conico di nylon di lunghezza variabile in rapporto al tipo di esca e alla lunghezza della canna, oltre che in virtù dell’ambiente circostante.
Vista l’attrezzatura, vediamo ora come fare a pescare. Il lancio, come la costruzione degli artificiali, può essere appreso studiando manuali, vedendo video e/o frequentando un corso ad hoc. Le tecniche di pesca in mare sono essenzialmente tre: mosca secca, mosca sommersa e streamer, in funzione della specie di pesce che si vuole cercare di catturare. La mosca secca si utilizza quando i pesci (prevalentemente trote, ma non solo) si stanno alimentando in superficie mangiando gli insetti che si sono posati sull’acqua. Pertanto, si usano in questo caso esche di medio-piccola grandezza estremamente galleggianti. L’esca riproduce un insetto nello stadio vitale detto imago, corrispondente allo stato adulto dell’insetto. La mosca sommersa, invece, si utilizza quando i pesci si alimentano subito sotto la superficie. In questo caso l’esca imita lo stadio vitale dell’insetto detto sub-imago. Infine, lo streamer è una tecnica che si avvicina molto a quella dello spinning in quanto vengono utilizzate esche di dimensioni medio-grandi da recupero per pesci di pezzatura più grande. Si tenta, in questo caso, di imitare piccoli pesci e altro (spesso con forme anche di fantasia). Le esche vengono lanciate e recuperate con piccoli strappi dati dalla punta della canna o dal recupero repentino, a volte irregolare e discontinuo, della coda di topo.
Detto questo, dove si può pescare in Basilicata? Praticamente in ogni luogo dove ci siano torrenti e fiumi, ma anche laghi (sia naurali sia artificiali). Nello specifico, la provincia di Potenza offre molti luoghi interessanti. Bisogna solo accertarsi dei tratti e delle zone dove è consentita la pesca, e se basta la sola licenza (rilasciata dalla Regione di appartenenza) per acque interne o ci vuole anche un permesso specifico (da acquistare). Bisogna inoltre verificare se esistono dei tratti cosiddetti no kill, dove con la tecnica del catch & release il pesce si può pescare ma è d’obbligo il rilascio.
Infine, quali sono le specie ittiche presenti e insidiabili? In primis la trota che, presente sia nei laghi sia nei fiumi e, sopratutto, nei torrenti, offre piacevoli ed interessanti battute di pesca. Le tipologie di salmonidi, sono essenzialmente due: la trota fario (Salmo trutta fario, autoctona) e la trota iridea (Oncorhynchus mykiss, non autoctona e di origine nordamericana, immessa dall’uomo per ripopolamento della fauna ittica e per gare di pesca). Quest’ultima, però, è dannosa per l’ecosistema (non è un caso che la IUCN ha inserito la trota iridea nell’elenco delle cento specie invasive più dannose al mondo), in quanto non solo non si riproduce nelle nostre zone, ma mangiando le uova e gli avanotti delle trote autoctone, di fatto depaupera la fauna locale. Pertanto, paradossalmente, pescando le trote iridee e togliendole dai corsi d’acqua, aiutiamo il naturale ambiente ittico. Però, la trota, non è la sola tipologia di pesce che possiamo pescare con la mosca sia secca sia sommersa. Infatti, altrettanto interessanti sono il cavedano (Squalius cephalus, ciprinide) e il temolo (Thymallus thymallus, salmonidae). Il primo, è un pesce sospettoso che una volta ingoiata la mosca artificiale la sputa e, quindi, il pescatore deve essere abile a ferrare nel momento giusto per catturarlo. Il secondo, invece, è un pesce non semplice da insidiare, in quanto si nutre di insetti piccolissimi (quindi con mosche aventi ami altrettanto piccoli) ed inoltre non è molto diffuso in quanto teme e patisce l’inquinamento dell’acqua, vivendo in acque tendenzialmente molto pure. Entrambi, trovano il loro habitat naturale in corsi d’acqua di pianura, a differenza delle trote che vivono o nei laghi, o meglio in montagna dove c’è più ossigenazione dell’acqua. Raramente, si trova il persico trota, detto anche black bass (Micropterus salmoides, centrarchidae), originario come la trota iridea del nordamerica, che si può trovare in qualche lago dove è stato immesso. Si insidia con la tecnica dello streamer utililizzando mosche molte grosse, generalmente imitazioni di rane e pesci, ma spesso con i cosiddetti popper, che per la loro forma particolare, muovendoli in acqua con una tecnica adeguata, producono un rumore irresistibile per il predatore lacustre.
Quindi, non resta che provare, soprattutto per chi desidera fare una pesca che può essere anche rispettosa dell’ambiente, catturando e rilasciando il pesce nel suo habitat, sano e vegeto grazie anche all’uso di ami senza ardiglione. Anche questo è un modo per divertisi e nel contempo salvaguardare la natura nel suo insieme!
* Franco Faggiano, pesca a mosca dal lontano 1980, prediligendo la pesca della trota nei torrenti di montagna. Pratica attivamente il catch & release nel rispetto ambientale e nella tutela delle specie ittiche catturate. Ha collaborato giornalisticamente dal 1988 con diverse case editrici, con la pubblicazione di articoli, saggi e foto. [ Blog: https://wolfpack-adventureproject.blogspot.com ]
Fonti di consultazione: Wikipedia
Foto: Franco FaggianoL’articolo Pescare a mosca in Basilicata è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.